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Hynerd.it al Cartoomics 2019

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2019-03-18

Nei giorni tra l’8 e il 10 Marzo come ben saprete si è tenuto il Cartoomics di Milano Rho Fiera. Personalmente l’ultima volta vi ho partecipato è stato nel 2016 e mi sento di poter dire che questa fiera a tema Fumetti, Cinema e Games ( è infatti molto più appropriato parlare di giochi in …

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Nei giorni tra l’8 e il 10 Marzo come ben saprete si è tenuto il Cartoomics di Milano Rho Fiera. Personalmente l’ultima volta vi ho partecipato è stato nel 2016 e mi sento di poter dire che questa fiera a tema Fumetti, Cinema e Games ( è infatti molto più appropriato parlare di giochi in generale e non solo di videogiochi -NdR-) va sempre più crescendo. Fin da quando è nato, questo evento, ha avuto un continuo crescendo di interesse da parte di standisti ma soprattutto di pubblico. Come detto in uno scorso articolo sempre qui sulle pagine di HyNerd, se l’anno scorso si è registrato un afflusso di circa 96.000 persone, quest’anno la sensazione è che il tetto sia stato sfondato nuovamente.

Amanti dei fumetti, del gaming, del cinema e soprattutto del cosplay hanno letteralmente invaso i tre padiglioni dedicati alla fiera Milanese divertendosi assistendo ai numerosissimi eventi in programma nonché acquistando letteralmente di tutto.

Gadget e memorabilia di ogni tipo erano a disposizione di tutti e, soprattutto, di ogni portafoglio: chi comprava un numero “mancato” ai tempi della pubblicazione, chi invece era intento a scegliere quale maglietta a tema sulla quale riversare i propri risparmi piuttosto che persone in cerca di un regalo particolare per i propri figli o per sé stessi. In questa – come in tutte le fiere di questo tipo – è infatti possibile passare dal mondo di Dragon Ball di Akira Toriyama a quello di Star Wars di George Lucas passando per l’universo Disney e le nordiche atmosfere di Hogwarts nel giro di pochi passi, passi che però non è facile fare data l’immane quantità di gente che popola lo spazio di 45.000 mq messi a disposizione di un pubblico nerd ed esigente. In tutto questo non potevano certo mancare anche i semplici curiosi, gente attratta dal mistero del mondo nerd e che, va detto, si è lasciata ben coinvolgere dall’atmosfera spensierata che in effetti era decisamente palpabile tra i molti stand presenti.

Un giorno per curiosare, un giorno per conoscere, un giorno per ghermirli e nel buio incatenar…ehm…mi sono fatto prendere la mano…

Tre giorni di fiera possono sembrare appropriati per alcuni, soddisfacenti per altri…addirittura tanti per molti: non è così. Ora, vivere questo genere di eventi non è mai facile per nessuno dato che che c’è chi si stanca più facilmente di altri, chi pretende di vedere tutto in unico giorno, chi non può – per un motivo o per un altro – tornare un secondo o addirittura un terzo giorno e c’è pure chi piuttosto si fa ricoverare per infarto ma se li spara tutti e tre i giorni di fiera nella speranza di riuscire a seguire tutti quanti gli eventi messi in lista. Nel mio piccolo faccio parte di quest’ultima categoria e, con gli stessi occhi di un bimbo che aspetta la mezzanotte della vigilia di Natale per “sgamare” Santa Claus, mi accingo a vivere questa avventura convinto di riuscire a seguire tutto. Ne è passata di acqua sotto i ponti come pure di persone al di sopra di essi, eppure non riesco ancora a realizzare quanto di reale riesco a fare e quanto nelle più spinte fantasie mi convinco di riuscire a fare ( Non mi riferisco al sogno di lavorare per la Vivid -NdR-).

L’impatto iniziale è molto piacevole e l’ingresso alla fiera è ammaliante come l’ultima volta, anche un po’ di più data la curiosità di vedere quali differenze vi sono dalla mia ultima presenza. Subito mi si parano davanti centinaia di cosplayer – ma in realtà se ne incontrano a bizzeffe già nella lunghissima strada che porta all’ingresso dei padiglioni (da alcuni soprannominata “via della sofferenza” a causa della lunghezza da percorrere prima di arrivare ai tornelli di ingresso all’area preposta all’evento – NdR -), si tratta in realtà di un bel vedere sia per la qualità delle realizzazioni di molti ragazzi e ragazze appassionati di fumetti e di videogames che – spesso autonomamente – preparano il proprio costume – sia per l’atmosfera che si inizia già a respirare.

Quasi sembra di sentire già l’odore di carta stampata e di apparecchi elettronici mangia moneta d’epoca a rischio fusione per il troppo operare (coin-op …l’avete recepita? No? Chiedo venia… -NdR-). Una volta messo piede all’interno del primo padiglione mi si para davanti un Kaneki che chiacchiera amabilmente insieme ad un Son Goku e, nel mentre, passa loro dietro un Trooper Imperiale; sorrido e inizio così a curiosare. Mi impongo di avanzare seguendo un certo ordine i vari stand ma gli input visivi sono pressoché infiniti, senza contare che l’istinto nerd tende a prendere il sopravvento su di me creando così un vero e proprio conflitto interno al quale a fatica resisto. Arrivo dunque all’area legata al retrogaming, lì il cuore sussulta e non posso non mettere mano alle varie glorie del passato quali SNES, Master System, PC-Engine, Atari 2600 ma anche N64 e PS2 Slim passando per XBOX e XBOX 360 solo per citarne alcuni. La sensazione di riprendere in mano certi “antichi” controller è impagabile e viene forte la voglia di raccogliere tutto e fuggire per chiudersi nella propria stanza al buio per giorni ma, darei forse nell’occhio e può addirittura essere che qualcuno abbia da ridire a riguardo. Arrivo poi all’area preposta ai vari tornei di videogaming in cui è possibile sfidare perfetti sconosciuti a titoli quali Rainbow Six, Fortnite, Smash Bros.

Ultimate e Mario Kart.Agli occhi in effetti sembra una specie di esemplificazione del concetto di gioco on line. Qui noto anche dei cabinati enormi, di quelli che facevano impazzire soprattutto il popolo giapponese a cavallo tra gli anni ‘90 e i primi 2000, fatti di una pedana luminosa su cui spostare opportunamente i piedi seguendo il ritmo di una canzone e seguendo le indicazioni a schermo: i Just Dance dei veri Pro. Qui ho assisto a sessioni letteralmente “spaventose”. Ragazzi che realizzano combo su combo ad una velocità impressionante. Da lì in poi, quella, per me sarebbe stata “l’area fitness”. Poco più in là scorgo un altro genere di cabinati a me più familiari: i cari vecchi coin-op (per chi non lo dovesse sapere coin-op è l’abbreviazione di Coin-Operated ovvero macchine funzionanti a moneta -NdR-) da sala giochi. Subito mi torna alla mente l’atmosfera fumosa di quei varchi dimensionali in cui si entrava per spendere tutta la paghetta giocando a Street Fighter 2 piuttosto che Puzzle Bubble o Shinobi per poi restare a guardare in gruppo il giocatore di turno per eventualmente imparare nuove tecniche di gioco o facendo da “suggeritore”.

Come non bastasse proprio di fianco a tutti questi bei coin-op vedo una fila di Flipper come, ad esempio, quelli dei Simpson, di Terminator e The Twilight Zone i quali mi hanno fatto amare e odiare quei tavoli dalle mille luci su cui le sfere d’acciaio diventano assieme alleate e nemiche. Anche nel 2019 questo insieme di macchine mi hanno mangiato un bel po’ di moneta, mi asciugo la lacrimuccia e mi allontano. Non mancano certo aree per i più piccoli, sono presenti infatti una grossa scala con la quale è possibile raggiungere una piattaforma da cui lanciarsi nel vuoto per poi sprofondare su di un morbido ed enorme gonfiabile, dei tappeti elastici con tanto di imbragatura che permette di saltare davvero in alto e in tutta sicurezza ed un’arena in cui, una volta indossati elmetto e giubbotto ed “imbracciata l’artiglieria” (cit – De’ André – ) i piccoli guerrieri del futuro si scontrano a colpi di laser.

Qui la voglia di partecipare sfruttando il mio addestramento militare e fare una “strage” per poi pavoneggiarmi come neanche il Duka è forte, ma poi l’immagine dei genitori pietrificati prima e adirati poi, mi riporta la poca sanità mentale di cui normalmente sono inadeguatamente in possesso e proseguo per la mia strada. Trovo così il palco principale, il quale lungo la tre giorni ospiterà millemila eventi di natura varia e l’anima da carpentiere che alberga segretamente in me mi fa dire:”Però! Fatto davvero bene!”. Giro lo sguardo e vacillo: una pista da autoscontro dalla parte opposta del padiglione. Quanti pomeriggi alla festa di paese passati a fare nulla se non stare a bordo pista con gruppi abnormi di ragazzi e ragazze ad ascoltare musica della peggior specie, e quanti scontri fatti sedendomi sullo schienale della macchina con amico annesso anziché sedermi come un qualsiasi assennato utente della giostra fa normalmente…ma questa è un’altra storia. Quante cose ho visto…e ho parlato solo del primo dei tre padiglioni: il Padiglione 12.

Amore per i Baloons

Una volta uscito dal Padiglione 12 mi imbatto in un numero esorbitante di cosplayer intenti a mangiare, conoscersi, ritrovarsi e anche a fare sessioni di shooting fotografico; la sensazione di vivere all’interno di un crossover Anime si fa sempre più forte. Entro nel Padiglione 16 e davanti a me una distesa infinita di carta stampata che, se presa nell’insieme potrebbe forse ricoprire l’intero italico stivale. In questo luogo risiede il paradiso di tutti gli amanti di Manga e affini con stand a nome Panini, Dynit (Dynamic Italia fino al cambio di nome nel 2004  -NdR- ), Sergio Bonelli, BAO Publishing, Edizioni BD, Feltrinelli Comics e molti molti altri ancora che sarebbe inumano ricordare.

Il Padiglione 16 è un po’ il cuore dell’intero evento dato che lo stesso è stato costruito tutto attorno al mondo del fumetto e, infatti, è qui possibile trovare un’infinità di Manga, Grafic Novel, e fumetti occidentali di ogni tipo senza naturalmente tralasciare quelli di stampo italiano quali i celeberrimi Tex, Diabolik e sua maestà Dylan Dog solo per citare alcuni tra i più conosciuti. Stand con numeri introvabili, stand riservati al collezionismo, stand con offerte pazzesche (ne ricordo uno in particolare in cui era possibile acquistare albi addirittura a 1€ cadauno! -NdR-). Insomma un vero e proprio paradiso per tutti coloro che amano leggere baloon (per i profani: è così che si chiamano le “nuvolette” che contengono i dialoghi dei personaggi dei fumetti -NdR-).

Sempre curiosando in questo padiglione mi ritrovo in un’area dedicata unicamente al gioco da tavolo nelle sue molteplici incarnazioni: giochi di carte in stile Magic, giochi da fare in famiglia tipo Monopoly e giochi di calcio sulla scia di Subbuteo. In particolare voglio segnalare un gioco decisamente innovativo che mi ha particolarmente colpito ovvero Simulator Soccer, un gioco creato da un italiano, che è subito risultato nella dimostrazione tenuta dal suo ideatore – al secolo Vincenzo Guida – davvero immediato ma allo stesso tempo profondo nel suo gameplay, vi invito caldamente ad approfondire l’argomento passando direttamente al sito ufficiale cliccando su questo link . Sempre in questo padiglione si trovano anche tre aree adibite ad incontri speciali fatti di presentazioni di nuovi fumetti et similia.

Mahane Yehuda

Continuo il mio tour passando al terzo ed ultimo padiglione della fiera, quello che ho soprannominato “Il Mercato di Gerusalemme” situato nel Padiglione 20. Una volta entrato qui, infatti, vedo una quantità di gente spropositata (soprattutto Sabato 9 Marzo) intenta a curiosare con sguardo pantagruelico tra una notevole quantità di “bancarelle” dedicate a magliette, maschere, costumi, riproduzioni di spade che vanno da quelle di Aragorn de Il Signore degli Anelli a quella di Dante del recentissimo Devil May Cry 5. In questa parte della fiera è infatti possibile acquistare davvero di tutto: persino le Cioccorane e la Burrobirra che tanto piacciono a Harry Potter e soci come pure action figure di personaggi di Anime e videogames. Cedo, e mi dò allo sfoggio compulsivo della mia carta di credito. A fatica riesco a oltrepassare questo diabolico mercato tentatore e, una volta uscito da tale bolgia mi ritrovo un enorme e peloso Chewbecca che si presta a foto in compagnia di grandi e bambini: sono entrato nell’area fantascientifica, più propriamente nel mondo di Star Wars.

Inutile dire la quantità di Troopers e cavalieri Jedi che mi si para davanti. In una zona delimitata è possibile assistere anche a veri e propri scontri tra Jedi e Sith, addirittura chi lo desidera può partecipare a una breve “lezione” su come maneggiare propriamente una spada laser – che si può anche comprare in vari modelli adatti un po’ a tutte le tasche – e anche qui, la fila di persone interessate non è esattamente corta. La Forza scorre potente in me e proseguo raggiungendo l’area “action” del padiglione in cui è presente un vasto spazio dedicato a Resident Evil. Qui si svolge più e più volte al giorno uno show in cui si ricrea l’atmosfera dei vari titoli dedicati al celeberrimo franchise con attori che inscenano scontri con ondate di Zombi. Claire Redfield, Leon Kennedy e compagni, in carne e ossa offrono uno spettacolo davvero divertente, interessante e d’impatto.

Alle mie spalle sento poi qualcuno che urla e rumori strani, mi volto e vedo un curioso figuro in piedi su delle corde all’angolo di un ring: un incontro di wrestling è in atto a pochi passi da me. Personaggi più o meno credibili si esibiscono in salti, prese e sceneggiate tipiche di questa coreografica disciplina che basa tutto sull’insieme di abilità acrobatiche e capacità recitative. Finito. Mi avvicino ad un tendone in cui stanno proiettando un corto di Paperino e scopro che qui tutto il giorno vengono fatte proiezioni a tema. Mi siedo, mi riposo un po’ e mi godo lo spettacolo.

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