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I 7 anime più profondi di quanto sembrino

di Nicola Artusi

Pubblicato il 2020-12-10

In Europa siamo abituati a pensare agli anime come ai cartoni animati giapponesi del pomeriggio con giovani protagonisti che devono raggiungere uno scopo e nel farlo diventano sempre più forti. Pokemon, Dragon ball, Inuyasha: sono solo alcuni degli esempi più famosi di parte di questa influenza nella toon-mania iniziata già dagli anni ’80.Ghost in the …

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In Europa siamo abituati a pensare agli anime come ai cartoni animati giapponesi del pomeriggio con giovani protagonisti che devono raggiungere uno scopo e nel farlo diventano sempre più forti. Pokemon, Dragon ball, Inuyasha: sono solo alcuni degli esempi più famosi di parte di questa influenza nella toon-mania iniziata già dagli anni ’80.

Molti anime sono diventati iconici, come Lupin III o Ken Shiro, altri hanno un contenuto più eroticizzato ed adulto, come Ranma 1/2 e Lamù. Negli ultimi anni, sopratutto grazie alle produzioni dello studio Ghibli e a successi internazionali come Your name, abbiamo avuto una presa di coscienza del fatto che gli anime non sono solo cartoni.

TUTTI gli anime che si potevano mettere in una sola immagine?!

Rappresentano una forma culturale ed espressiva ampia e complessa che affronta ogni genere cinematografico e, spesso, ad alto contenuto, spaziando dai titoli drammatici, come La forma della voce o After the rain, al tema della solitudine (Il mio vicino Totoro, Il giardino della parole, Mirai), o dell’impatto ambientale (Principessa Mononoke).

Your name

Alcuni titoli analizzano dichiaramente le controversie dell’animo umano: Devilman Crybaby e Castlevania sono due esempi di questa dinamica.

Ci sono anche dei titoli che, durante tutto il loro svolgimento, affrontano inaspettatamente una o più tematiche centrali della filofosia occidentale. Andiamo a vedere quali!

Ghost in the shell

Nato come manga alla fine degli anni ’80, Ghost in the shell rappresenta un ampio franchise. Pur comprendendo numerosi episodi e adattamenti cinematografici di successo, il primo anime rimane il più suggestivo.

Ghost in the shell – 1

In un futuro in cui la bioingegneria permette la completa fusione tra macchina ed essere umano, una squadra di agenti si trova a combattere contro trafficanti e criminali comuni sullo sfondo di una domanda fondamentale della bioetica moderna: cosa definisce l’essere umano?

Ghost in the shell – 2

Come Ghost in the shell, nello stesso periodo è stato prodotto Alita, sulle vicende della mente di una bambina trasportata in un corpo androide, anch’esso poi riadattato a film, e gli amanti di serie TV non potranno non notare abbondanti richiami in Westworld. Tuttavia, come capostipite del genere, Ghost in the shell merita di essere visto, se non altro per una colonna sonora impareggiabile.

Death Parade

Un anime recente, di poche puntate, ma struggente. Un Giudice dell’aldilà, nei panni di un pacato barista, deve decidere il destino delle anime a lui affidate mettendole alla prova e facendone uscire tutta l’oscurità.

Death Parade – 1

L’anime, seppur superficialmente, affonta alcune domande fondamentali della filosofia del diritto: dovremmo davvero giudicare qualcuno dal suo lato peggiore, o, piuttosto, dall’insieme delle sue azioni? E, sopratutto, chi giudica l’operato di un giudice?

Parafrasando Giovenale e dando uno sguardo al panorama occidentale, entrambi i temi sono molto cari ad Alan Moore (Watchmen, Constantine), e ampiamente affrontati sia in Batman vs Superman sia in Civil War.

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Death Parade – 2

L’originalità di Death Parade sta nel fatto che i giudici di questa realtà siano incapaci di comprendere le emozioni umane, e, pertanto, giudichino le loro azioni senza considerane i moventi. Un interessante esperimento di introspezione al contrario.

Erased

Come i precedenti, Erased nasce da un manga poi splendidamente adattato ad anime, e successivamente a discreto live action Netflix. La storia parla di un giovane mangaka che, accusato dell’omicidio della madre, improvvisamente scopre di poter tornare indietro nel tempo, in modo discretamente incontrollato, e modificare il corso degli eventi.

Tutta la storia ruota, quindi, attorno alla domanda: come cambieresti gli eventi della tua vita e a discapito di cosa?

Nulla di originale sul piano dell’ideazione: i viaggi nel tempo, sopratutto se per salvare persone care, sono materiale abbondantemente (ab)usato dalla cinematografia moderna. Quello che Erased porta sullo schermo, però, è la tensione drammatica nel fallimento di chi, muovendo gli intrecci del passato, cerca di salvare sé stesso e gli altri dalla storia che si compie.

Beastars

Come la disneyana Zootropolis, di cui è contemporaneo, Beastars è ambientato in un mondo in cui animali antropomorfi, erbivori e carnivori, convivono pacificamente in una civiltà moderna. In Legoshi, lupo grigio adolescente, si risvegliano gli istinti di predatore quando incontra e aggredisce Haru, una piccola coniglietta bianca, che vive nello stesso campus.

Da qui partono le vicende dei due, in una parabola di formazione che affronta mtaforicamente dei temi attuali e interessanti: il bullismo, la mercificazione del corpo, l’emarginazione sociale e il razzismo, la violenza sessuale e la cultura abusante del “maschio alfa”.

Beastars

Lungo tutto l’arco narrativo dell’anime, e ancor più del manga da cui è tratto, c’è una domanda essenziale che spinge il protagonista a indagare su di sé: è possibile cambiare la propria natura, o siamo condannati da ciò che siamo? Una versione moderna, attualizzata e ben costruita della favola della rana e dello scorpione, che affronta il lato oscuro dell’animo umano. Disponibile su Netflix.

Death note

Death note non ha bisogno di presentazioni. Manga del 2003, anime, adattamento cinematografico e recente terribile adattamento Netflix, parla di un ragazzo, Light Yagami, dalla straordinaria intelligenza che, trovando un quaderno di uno shinigami dotato del potere di uccidere chiunque si desideri, decide di ripulire il mondo dalla criminalità e creare una società migliore.

Death note

L’intrigo nel mantenimento delle identità segrete del protagonista, ricercato come pluriomicida, e del suo principale avversario, L, giovane eccentrico investigatore, è l’aspetto più affascinante del manga e dell’anime.
Se è durissima la critica sulla liceità del giustizialismo, per cui valgono le riflessioni fatte per Death Parade, è pesante il colpo anche sulla pena di morte, di cui, inconsapevolmente, Light si propone come difensore.

Tsugumi Ōba, tuttavia, ci presenta altre interessanti questioni: fino a che punto è disposto ad arrivare un idealista nella realizzazione della sua utopia? Come e quando va fermato un idealista, e quale può e deve essere il ruolo dei mezzi di comunicazione in questo?
Death note è, in sostanza, una allegoria di una dittatura del terrore che merita il suo successo.

La storia della principessa splendente

Un delicatissimo racconto del 2013, candidato agli Oscar 2015 per miglior film d’animazione. La storia, tratta da una leggenda giapponese, parla di una coppia di anziani che trovano una neonata in una foresta di bambù, e la adottano come propria figlia nella loro modesta casa di campagna, in cui vive spensierata. La giovane, crescendo, mostra di avere origini celesti: viene accolta a corte, con dignitari da ogni dove che la chiedono in sposa.

La storia della principessa splendente – 1

La storia si concentra, sopratutto, sulla frustrazione di Principessa, questo il nome della giovane, nel sentirsi oggettificata, fuori posto, bloccata in un mondo che non le appartiene. Questo vale anche per il mondo della Luna, cui farà ritorno, tristemente, alla fine del film. Principessa non ha scelta: la Luna la reclama, e lei dimenticherà di essere stata sulla terra.

Il racconto, quindi, si costruisce attorno alla domanda: dove si trova la felicità? Nel passato, nella ricchezza, o nell’oblio?

La storia della principessa splendente – 2

L’anime è atipico, disegnato a matita, carboncino e acquerello, il che rende l’animazione delicata e contemporanemanete drammatica. La colonna sonora e l’ambientazione nel Giappone medioevale lo rendono una piccola perla.

L’attacco dei giganti

Anche L’attacco dei giganti non ha bisogno di particolari presentazioni, famosissimo e reso ancora più famoso dalla sua introduzione sia nel catalogo Netflix sia in quello Prime Video, derivato da un manga del 2009.

I protagonisti della storia, i giovani Armin, Eren e Mikasa, sopravissuti alla distruzione della propria città da parte di una invasione di mostruose creature gigantesche, entrano in un corpo speciale di difesa a protezione dell’umanità, rinchiusa in una città fortificata e delimitata da enormi mura.

L’attacco dei giganti – 1

L’opera richiama, per molti meccanismi, alcuni anime classici. Tuttavia il plot twist finale della terza stagione, in attesa della quarta e ultima, può essere un interessante parallelismo con il mito della caverna. Come in Platone, il muro e l’abitudine separano gli abitanti dalla verità; gli stessi ne sono all’oscuro quanto impauriti, e chiunque sfidi questo omertoso sistema è tacciato di tradimento e pertanto perseguitato.

L’attacco dei giganti – 2

L’anime prospetta, a un certo punto, un’altro dilemma etico interessante e meritevole di approfondimento: in un sistema chiuso, come appunto una città delimitata, a risorse finite, quali scelte si devono compiere per permettere la sopravvivenza del maggior numero di persone? E chi deve essere il responsabile di questa scelta?

Ti piacciono gli anime? Dai un occhio qui a tutti i nostri articoli sul tema!

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