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L’angolo Indie : giochi horror

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2018-09-19

Abbiamo parlato davvero di tantissime cose ormai, da alcuni horror interessanti, siamo passati a dei visual novel, fino ad arrivare anche a titoli che hanno radicalmente cambiato il videogaming in modo radicale. Oggi facciamo un piccolo passo indietro e torniamo per un secondo ai giochi horror, dove gli sviluppatori Indie hanno avuto una grandissima influenza …

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Abbiamo parlato davvero di tantissime cose ormai, da alcuni horror interessanti, siamo passati a dei visual novel, fino ad arrivare anche a titoli che hanno radicalmente cambiato il videogaming in modo radicale. Oggi facciamo un piccolo passo indietro e torniamo per un secondo ai giochi horror, dove gli sviluppatori Indie hanno avuto una grandissima influenza e hanno più volte innovato e rinnovato il genere, ma andiamo per gradi. L’horror non è mai stato un genere particolarmente apprezzato o comunque l’elemento horror è stato sempre visto più come elemento ”splatter” rispetto che a giochi psicologici o comunque che incutessero davvero paura.

I più vecchiotti di noi ricorderanno grandi classici come House of the Dead gioco incredibilmente famoso anche grazie alle, ormai morenti, sale giochi. Poi con l’avvento di Playstation cominciarono ad arrivare giochi più impegnati come Resident Evil o Silent Hill entrambi titoli di grandissimo spessore, che hanno fatto la storia di questo genere. Ma noi siamo qua per parlare degli indie horror game per cui beh, quando gli sviluppatori cominciarono a riprendere in mano questo genere, esso era praticamente morto, ma poi, nel 2010, arrivò Amnesia: The Dark Descent e tutto quanto cambiò.

Non perchè il gioco avesse un enorme qualità , nonostante il titolo sia incredibilmente ben realizzato e sia tutt’ora godibile ancora oggi, ma sopratutto grazie al suo fattore di ansia costante e sopratutto il fatto di non potersi difendere in alcun modo dai mostri che potevano assalire il nostro personaggio, dove l’unico modo per salvarsi è correre a nascondersi negli armadi, negli angoli e pregare di non essere trovati, se no sarebbe cominciato un inseguimento, e con il cuore in gola avremmo dovuto trovare presto un altro nascondiglio, o per noi sarebbe stato la fine. Questo elemento, più l’incredibile ambientazioni di gioco e la sua caratterizzazione psicologica ( il giocatore può letteralmente ritrovarsi impazzito se non fa attenzione alla sua salute mentale) lo ha fatto diventare uno dei giochi horror più belli di sempre, che ha fatto da ponte per i tantissimi altri arriveranno da li a poco.

Passano gli anni, Amnesia diventa sempre più famoso, anche grazie a molti youtuber che cominciarono a notare questi titoli per intrattenere il pubblico, ma nel 2012 arriva qualcosa che avrebbe cambiato la visione degli horror in maniera seriamente radicale. Parliamo di Slender: The eight pages. Il titolo in questione è di una qualità incredibilmente bassa, ma ha un fattore quasi mai visto allora e che continuerà e continua tuttora a tormentarci, ovvero l’effetto ”Jumpscare”. Per chi non sapesse cos’è questo Jumpscare , semplicemente quando in horror appare all’improvviso qualcosa di spaventoso con un rumore assordante in sottofondo il cui scopo è appunto fatti ”saltare dalla paura” questo fattore non influenzò solo il campo del videogame, ma anche il cinema horror venne letteralmente invaso da questo genere di scene.

La cosa non fu gran che positiva in realtà, cioè da una parte abbiamo avuto titoli ispirati a questo particolare effetto veramente validi e di qualità ma il problema è che furono e sono tutt’ora davvero pochi i titoli horror validi presenti sul mercato rispetto alle tonnellate di giochi che sbucano fuori ogni tanto. Però nel 2013 uscii un altro titolo che non solo rinnovo ancora questo concetto ma influenza tutt’ora molti titoli di grande qualità e spessore presenti oggi sul mercato parliamo chiaramente di Outlast un titolo davvero incredibile, questa volta incentrato su una storia davvero davvero malata e contorta, con abomini di ogni genere. 

Il lavoro della Red Barrels è comunque chiaramente ispirato ad amnesia in molti dei suoi tratti caratteristici, ma porta tutto a un livello superiore, portandoci in un era moderna, dove non avremo più una lanterna da rifornire costantemente con olio per avere un minimo di luce ma bensì una telecamera con visione notturna che dovremmo puntualmente ricariche con dell batterie che potremmo trovare in giro, il concetto è lo stesso solo che qui, rispetto ad amnesia, proseguire senza luce sarà davvero impossibile. Inoltre il titolo presenta altre caratteristiche simili ad Amnesia, come il nascondersi in armadi e armadietti. La cosa che però rende unico Outlast è la sua ambientazione ospedale abbandonato, dove scienziati pazzi creano mostruosità, che però non riescono a controllare.

So bene che il tutto sembra una cosa già vista ( sopratutto nell’ambito del cinema) ma non si era mai visto un gioco realizzato in questa maniera, con eventi e una chiarissima storyline da seguire. Il potere di questo titolo però sta anche tanto dall’audio di gioco, rifinita e essenziale per creare un ambiente di ansia e di terrore. mentre percorreremo i corridoi di questo ospedale, sentiremo urla lancinanti, pianti strazianti, dei pazienti ci afferreranno e ci urleranno contro. Questi elementi hanno fatto si che Outlast divenne uno dei capisaldi della cultura videoludica horror e che titoli importantissimi e magistralmente realizzati come Resident evil VII: Biohazard devono molto.

Ma purtroppo i giochi horror validi erano ,e sono tutt’ora, davvero pochi. Uno dei casi più controversi degli ultimi anni sono stati sicuramente i titoli della saga Five Nights at freddy’s che penso conosciate tutti, ma nel caso non lo conosceste, il gioco si basa sul gestire l’apertura e la chiusura di alcune aeree da una stazione di controllo, e dovrete evitare che i vari mostri arrivano da voi, il difficile però e il riuscire a controllare tutto a distanza, e ci vogliono parecchie prove prima di padroneggiare bene il sistema. Come avrete capito l’intrattenimento del titolo si basa, sulla strategia e la speranza di sopravvivere, ma credo che il problema più grande si la ripetitività, vieni spaventato forse solo le prime volte in cui i mostri riescono a sorpassare le tue difese, ma poi il titolo diventa noioso e frustrante.

Ma, tutto sommato il primo titolo può sicuramente essere considerato un nuovo genere dell’horror che poteva essere rinnovato ancora e ancora. I veri problemi arrivano con i titoli seguenti e le milioni di copie, tutte uguali all’originale con pochissime innovazioni. Nonostante ciò Five night at freddy’s ha dalla sua parte l’enorme forza quasi estremista della sua community che non solo a ricostruito persino una lore del gioco ma ha creato veri proprio mondo e fanfiction e chi più ne ha più ne metta.

Per concludere possiamo tranquillamente dire che dal 2010 in poi l’horror game è rinato grazie all’indie, e ha continuato ad evolversi nel bene e nel male. Purtroppo adesso trovare idee nuove e rivoluzionare è più complicato, ma sono sicuro che in futuro potremmo avere altri titoli estremamente innovativi che faranno riemergere il genere ancora una volta.

E anche per oggi abbiamo finito, come sempre, spero che l’articolo vi sia piaciuto, noi ci vediamo settimana prossima con la quarta parte di The Talos Principle.

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