Megalopolis, la spiegazione del finale e il significato del film di Coppola
Megalopolis è la favola che Coppola ha sempre voluto realizzare. Ma dietro tutta questo sfarzo decadente, si cela un lieto fine?
Megalopolis è la follia megalomane di un cineasta come Francis Ford Coppola che prende vita sulla celluloide. Realizzato in un arco temporale alquanto lungo (parliamo di quarant'anni), è il film della vita di Coppola. Ma questo suo sogno rivoluzionario, la cui genesi era già molto complessa, ha dovuto affrontare una serie di vicissitudine produttive e travagli distributivi che l'hanno portato ad essere definito un flop, un disastro annunciato, ancor prima del debutto nelle sale cinematografiche. Purtroppo, infatti, Megalopolis (qui potete leggere la nostra recensione) sta raggiungendo incassi miseri al botteghino però continua a far parlare di sè quindi forse potrà resistere alla temuta prova del tempo, tempo che mai come in questa pellicola è fondamentale.
Molti sono rimasti confusi alla visione di quest'epopea rivoluzionaria e futurista, una favola il cui finale ha lasciato molti interrogativi. Di fronte a scene inevitabilmente (ma forse non volutamente) comiche ci siamo trovati spiazzati da un vortice kitsch al quale non eravamo pronti. Ma dietro tutta l'avidità e la violenza messa in scena, dietro l'esplosione grottesca di trame aggrovigliate, dietro l'ossessione per il tempo e per il mondo antico e futuro, si celano diversi messaggi. Come ogni buona fiaba che si rispetti ci deve essere una morale. Vediamo insieme qual è il messaggio ultimo di Coppola: c'è un lieto fine oltre tutta questa decadenza?
Il dolce finale di Megalopolis
In Megalopolis, Ceasar Catilina, architetto di New Rome, vuole fondare una città ideale del futuro costruita con un materiale di sua invenzione, il megalon. Verso la fine della pellicola, Ceasar viene quasi ucciso ma riesce a salvarsi grazie alla sua tecnologia. Julia, che aspetta un figlio da Ceasar, chiede al padre una tregua. Cicero, il sindaco conservatore di New Rome che inizialmente aveva cercato di far valere le sue idee tradizionaliste, ancora scettico nei confronti della visione utopistica di Ceasar, decide di ascoltare le parole della figlia per il bene di sua nipote. Così Cicero e Ceasar si riappacificano e finalmente il sogno dell'architetto può prendere vita.
Ceasar sul finale pronuncia un discorso di speranza, perché la speranza è il fil rouge che accompagna tutta la pellicola ed è il messaggio che Coppola vuole tramandare. Si parla di speranza in un futuro migliore, che almeno in Megalopolis è possibile. Sunny Rose, figlia di Ceasar e Julia è, infatti, l'emblema delle nuove generazioni. Cicero, così come Ceasar (e Coppola stesso) si impegnano per lasciare alle nuove generazione il migliore futuro possibile.
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Nell'ultima sequenza Ceasar blocca nuovamente il tempo, su richiesta di Julia; ma mentre il tempo si ferma per tutti, Coppola ci fa soffermare sulla neonata. Solo per Sunny Rose il tempo non si è fermato. Si tratta di un messaggio molto dolce, speranza nel futuro, nel cambiamento e nel miglioramento. Una speranza non solo per il mondo in generale ma anche per quello cinematografico.
Alla fine, se per più di due ore Coppola si sofferma sulla decadenza, su un mondo in rovina e in preda alla perdizione, sul finale ci ricorda che però il cambiamento è sempre possibile, bisogna solo avere fede. Una favola che incrocia passato, futuro e attualità ma che prevede un dolce lieto fine. Almeno in Megalopolis "vissero tutti felici e contenti...".