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Outer Banks 3, Recensione – Alla scoperta di El Dorado

di Martina Bellantuono

Pubblicato il 2023-03-06

Outer Banks 3, terza stagione della serie disponibile su Netflix, vede i protagonisti impegnati in una nuova caccia al tesoro.

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Dal 23 febbraio, Netflix ha reso disponibile Outer Banks 3, terza stagione di uno dei teen trama più in voga degli ultimi anni. Fin dalla prima stagione Outer Banks si è distinto per quel suo genere d’avventura che attualmente scarseggia sulla piattaforme e che, proprio per questo motivo, ha attirato milioni di spettatori. La serie, creata da Josh e Jonas Pate e da Shannon Burke, aveva seguito il gruppo di protagonisti alla ricerca dell’oro della Royal Merchant (prima stagione) e della Croce di Santo Domingo (seconda stagione). Adesso, invece, gli orizzonti si allargano ed è la volta di El Dorado.

Ancor prima dell’uscita di Outer Banks 3, Netflix già aveva confermato la produzione della quarta stagione, che non sarà di certo l’ultima, e che vedrà i Pogues alle prese con il tesoro di Edward Teach, in arte Barbanera. In questa terza stagione la consueta caccia al tesoro è resa più avvincente sopratutto nelle ultime puntate che rendono la serie molto più vicina alle ambientazioni di Indiana Jones e di Lost. Outer Banks 3 sarà riuscita a tener testa alle precedenti stagioni?

Outer Banks 3
Outer Banks 3

La “Febbre dell’oro”

John B (Chase Stokes), Sarah (Madelyn Cline), JJ (Rudy Pankow), Pope (Jonathan Daviss), Kiara (Madison Bailey) e la new entry Cleo (Carlacia Grant), si trovano su un’isola deserta da loro denominata Poguelandia, dove trascorrono per alcune settimane la vita da naufraghi, appena scampati dalla furia di Ward. Ecco che gli amici intravedono una via di fuga quando appare in loro soccorso un aereo che si rivelerà ben presto una trappola e che porterà il gruppo ad avere una delle prime separazioni.

Kiara, infatti, viene immediatamente rapita e portata alle Barbados da un cacciatore di tesori, Carlos Singh, che riveste i panni del nuovo villain e che cerca dalla ragazza il diario di Denmark Tanny, indispensabile risorsa per scoprire El Dorado. Da qui prende avvio una sorta di “Febbre dell’oro”, una piaga che affligge tutti personaggi coinvolti nella terza stagione. Ognuno di loro, i Pogues, Singh, Big John e Ward sono offuscati dalla ricchezza e dal desiderio di conquista ed avendo tutti uno stesso obiettivo saranno costretti o a unire le proprie forze o a scontrarsi. Chi riuscirà a trovare il tesoro sepolto ormai da quasi 500 anni nel bacino venezuelano dell’Orinoco? 

Il bivio tra famiglia e amicizia

Uno dei punti focali di Outer Banks 3 è il ricongiungimento tra John B e suo padre Big John, che avevamo scoperto essere vivo nella stagione precedente. Trovata dunque la figura paterna, si inizia a crepare l’equilibrio nella famiglia che John B aveva creato con i suoi amici. Manca un pezzo centrale del puzzle che componevano i Pogues e il loro microcosmo di amicizia e amore sembra sgretolarsi. John B segue e asseconda il padre fino all’estremo, arrivando a nascondere le nuove scoperte agli amici e finendo per litigare con Sarah. 

Infatti, una delle note negative di Outer Banks 3 è sicuramente la figura ingombrante e a tratti oscura di Big John che occupa troppo screen time e rende noiosa una sceneggiatura che non si può dire impeccabile. Tanti cliché tipici dei teen drama, troppi colpi di fortuna ed escamotage nonsense per liberarsi di alcuni personaggi come Limbrey, ci turbano un po’, sicuramente ci fanno abbozzare una risata.

Certo bisogna accettare di essere di fronte ad un racconto poco veritiero, con un gruppo di adolescenti che cercano un antico tesoro, ma tutto questo non giustifica i diversi buchi di trama che rendono la stagione un pedissequo prepararsi e mettere i fondamenti ad un qualcosa che si concretizza solo nell’ultima puntata.

Outer Banks 3
Outer Banks 3

L’epica puntata finale

Outer Banks 3 può vantarsi di aver di certo alzato l’asticella, almeno a livello scenografico. Le ambientazioni di questa terza stagione sono più sbalorditive e il peso dell’avventura si fa sentire. I Pogues possono a buon diritto ritenersi un gruppo di conquistadores e la puntata finale è un sorprendente “lungometraggio”. L’ultimo episodio dura infatti un’ora e venti e vede i protagonisti approdare in Venezuela, ma gli amici di nuovo sono separati. È anche la disgregazione del gruppo uno degli anelli deboli della terza stagione di una serie che ci ha insegnato l’importanza dell’unione e il binomio amicizia-famiglia.

Questa puntata è ricca di suspance e tensione, i nodi vengono al pettine e c’è tutto quel brivido che ogni avventuriere dovrebbe avere. La caccia all’oro in questa stagione è ancora più sentita, purtroppo però è tutta concentrata nella puntata finale e la scoperta del tesoro giunge troppo tardi mentre per il resto delle puntate ci si arrovella su questioni di poco spessore che non convincono troppo. Outer Banks rimane comunque un ottimo prodotto Netflix, un teen drama di sicuro più innovativo dei molti thriller proposti dalla piattaforma, ma che tuttavia dovrebbe continuare più sulla scia della seconda stagione e distribuire equamente le scene d’avventura. Speriamo dunque che la ricerca della nave di Barbanera ci lasci a bocca aperta.

7

Outer Banks 3 ci ha convinti ma non troppo. La caccia al tesoro di El Dorado è molto avvincente, tuttavia l'avventura giunge troppo tardi e si concentra prevalentemente nell'episodio finale. Diversi buchi di trama e l'ingombranza di Big John sono però compensati dalle ambientazioni. Un prodotto innovativo che tuttavia deve tenersi il più possibile alla larga dai cliché dei teen drama.

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