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Red Dead Redemption 2 – Recensione Completa

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2018-11-13

Prima di analizzare la recente opera dal titolo Red Dead Redemption 2, facciamo qualche passo indietro. Esattamente 10 anni fa iniziarono i lavori per quello che sarebbe stato uno dei grandi capolavori pubblicati da Rockstar Games, Red Dead Redemption. Perché fare questa premessa? Semplicemente perché ritengo sia fondamentale ricordare alcuni passaggi di quel “secondo” glorioso capitolo …

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Prima di analizzare la recente opera dal titolo Red Dead Redemption 2, facciamo qualche passo indietro. Esattamente 10 anni fa iniziarono i lavori per quello che sarebbe stato uno dei grandi capolavori pubblicati da Rockstar Games, Red Dead Redemption. Perché fare questa premessa? Semplicemente perché ritengo sia fondamentale ricordare alcuni passaggi di quel “secondo” glorioso capitolo che, meglio di qualunque altro, ha saputo valorizzare e dare dignità ad un’affascinante e spaventoso contesto storico, il cosiddetto vecchio e selvaggio West.

Chi era John Marston?

In molti ricorderemo le vicende di cui il famoso John Marston fu il protagonista. Era il 1911, in un’America in piena innovazione, in cui l’imminente rivoluzione industriale metterà ben presto fine a tutto ciò che ben connotava il vecchio west. Marston faceva parte di un gruppo di fuorilegge le cui redini erano controllate da Dutch van der Linde. Non sapremo mai i motivi che spinsero il giovane ad abbandonare definitivamente la banda. Ed è qui che comincia la sua nuova vita con Abigail, la donna che ama, e il figlio Jack. Sarà l’intervento della Bureau of Investigation (ciò che in futuro verrà chiamata FBI) e in particolar modo dell’incontro con Edgar Ross, a distruggere la serenità che John sperava di aver finalmente ottenuto. Sotto ricatto dell’agente federale, riaprirà le ferite della sua precedente vita da fuorilegge, con l’infame obiettivo di collaborare con le autorità per spazzare via ciò che rimaneva dell’era dei banditi.

Red Dead Redemption 2

Sviluppato e pubblicato da Rockstar Games, il 26 ottobre 2018, ritorna a gran voce il terzo capitolo della saga Red Dead, nonché il vasto scenario che fa da prequel a Red Dead Redemption, dal titolo Red Dead Redemption 2. La lunga introduzione era necessaria per avere un quadro più completo di ciò che analizzeremo insieme, soprattutto perché quest’ultimo progetto ha tanto del suo predecessore. Ma sono state le potenzialità offerte dai nuovi mezzi e dalle più recenti tecnologie a permettere a coloro che tanto hanno curato la rappresentazione visiva e allegorica del genere western, di mostrarsi in tutto il suo fascino e spietatezza.

Vestiremo i panni di Arthur Morgan, un membro della nota banda di Dutch van der Linde. Non dimentichiamo che è il 1899, alcuni anni prima degli episodi che riguardano Marston e il suo infausto destino. Il prologo non sembra volerci mettere a nostro agio, proviamo sin da subito le contrastanti emozioni di uomini in fuga, uomini che per quanto possano tentare di cercare sicurezza, saranno sempre braccati dalla legge. Qualcosa durante un colpo a Blackwater non è andata per il verso giusto, bisogna trovare un posto sicuro in cui rifugiarsi… e in fretta. Una lunga marcia nel bel mezzo di una tormenta di neve aggrava la situazione, molti uomini sono feriti ma Dutch è lì a farci da guida. Dopo attimi di tensione eccolo lì, un luogo dove riposare ed accamparsi… almeno per il momento.

Dutch van der Linde e Arthur Morgan

Il protagonista, come molte altre figure di quel tempo soggette a contesti familiari degradati, sin da ragazzino è stato accolto e cresciuto come un figlio da Dutch. Purtroppo, molto spesso, la via del banditismo veniva perseguita non per scelta ma per necessità, e nel caso di Morgan era l’unica via di “salvezza”. È bene precisare quanto la banda fosse un punto di riferimento per tutti coloro che vi facevano parte, garantendo in ogni modo possibile la sopravvivenza. Ci relazioneremo con figure come il già noto John Marston, Hosea Mattews, Micah Bell, Javier Escuella, Lenny Summers e molti altri dai caratteri ben definiti. Alcuni fra questi sembrerebbero proprio portati per creare caos ed agire d’impulso, naturalmente in contrasto con chi si ritrova a soppesare delle proposte più ragionevoli.

Ad ogni modo, Dutch avrà l’ultima parola, perché lui ha sempre un piano e da capo quale si dimostra saprà sempre come uscirne fuori in caso di risvolti inaspettati. Come leader, lascia trapelare una risolutezza per certi versi arrogante, ma le sue parole sanno essere convincenti, al fine di tenere uniti tutti i membri. Non potrebbe mai concepire la disgregazione della “famiglia”. E poi c’è Arthur, la persona di cui non dubiterebbe mai, in cui ripone totale fiducia. Il nostro personaggio è un uomo fedele alla banda, ma per alcuni di loro rischierebbe volontariamente la sua vita se non perché gli è “dovuto”? La vita da fuorilegge e i fallimenti del passato lo hanno reso un uomo forte, ma allo stesso tempo hanno instillato in lui dei dubbi.

Opera esemplare

La storia è un continuo crescendo fino ad arrivare a picchi inaspettati, uno dei quali pronto a stravolgere lo stesso giocatore. Il racconto è stato studiato magnificamente ed ogni missione conterrà delle “cut scene” di apertura e chiusura dando linearità al discorso. La storia è possente ed è oltretutto uno degli elementi più saldi a cui si deve l’enorme successo di Red Dead Redemption 2. Una fuga dopo l’altra, al fine di raggiungere la tanto desiderata “libertà”. E qui vi è il paradosso, un fuorilegge che brama di essere libero. Ma è triste la consapevolezza che, per quanto tenti di arricchirsi e di sfuggire alla legge, ahimè, nonostante aver ottenuto ciò che lo appaga, dovrà sempre fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. Circa 60 ore di gioco, un capolavoro ricco di rabbia, rammarico e “redenzione”, in cui prenderemo coscienza della caducità di certi valori e dell’importanza del tempo come unico giudice.

Salute, stamina e “Dead Eye”

Ci sono 3 fattori di cui dobbiamo costantemente occuparci, per mantenere alte la condizione fisica e le funzioni primarie di Arthur. Sopra la mappa di gioco, in basso a sinistra, tre icone attireranno la nostra attenzione: quella riferita alla salute, la stamina e il “Dead Eye”. Ognuna di queste è inscritta in una sorta di anello che funziona proporzionalmente, anche se non è il termine più corretto, al riempimento del nucleo… ora capiremo meglio come! Supponiamo di avere l’immagine della resistenza totalmente riempita, questo ci fa intuire che il nostro personaggio sia abbastanza riposato da sopportare notevoli sforzi fisici.

Ma allora a cosa serve l’ulteriore barra che la circonda? Bene, quella è l’energia effettiva di Morgan, quella che vedremo scendere più o meno velocemente, ad esempio dopo una lunga corsa, in relazione allo stato attuale della stamina in questo caso. I nuclei sono soggetti allo scorrere del tempo, dunque perderanno energia a prescindere dall’essere stati o meno feriti se il nostro protagonista trascura se stesso. È evidente quanto sia importante tenere d’occhio tutti questi parametri cercando, alla prima occasione possibile, di dormire per qualche ora prima di una missione, di cibarsi con uno stufato caldo ecc…

Spostando l’attenzione sul “Dead Eye” vedremo quanto sia fondamentale, soprattutto in scontri con un numero particolarmente numeroso di nemici. Questa capacità di Arthur permetterà di rallentare considerevolmente il tempo, al fine di eliminare quanti più oppositori possibile. Sarà sufficiente premere contemporaneamente L3 + R3 per azionarla ed usufruire delle sue potenzialità a seconda del livello di Dead Eye raggiunto.

Funzioni e vantaggi del cavallo

Stesso rilievo avrà la cura verso il proprio cavallo, le cui funzioni vitali, affiancate a quelle del personaggio, saranno rispettivamente la stamina e la salute. In Red Dead Redemption 2, dimentichiamoci di cambiare “mezzo di trasporto” in qualunque momento o in qualsiasi posto. Stavolta, è palese quanto il rapporto con l’animale sia importante e in molti casi vantaggioso. Sì, potremo benissimo scegliere di cambiare cavallo, acquistandone uno direttamente dalla stalla, o provando a domarne un altro dalla sconfinata frontiera americana. Sono presenti anche quelli etichettati come “elite”, ma sarà davvero un’impresa riuscire nell’intento di renderli mansueti. Nonostante ciò, solo uno verrà riconosciuto come mezzo primario, colui a cui decideremo di mettere la sella. Perché, quindi, accrescere l’affinità soltanto con uno di essi per volta?

Incrementare il legame equivale alla possibilità di sbloccare alcune agevolazioni, come ad esempio, aumentare il raggio di “risposta” del cavallo dopo il fischio di Arthur affinché questo lo raggiunga in fretta e, dunque, consolidarne sempre di più la fiducia reciproca. Basterà strigliarlo, dargli da mangiare e rassicurarlo quando è visibilmente agitato. Sembrerebbe una cosa banale, ma vi assicuro che avremo bisogno di un “compagno” sempre pronto ad allontanarci immediatamente dai guai. Oltretutto sarà utilissimo nel permetterci di scegliere quanti e quali oggetti portare dietro. Naturalmente il protagonista non potrà tenere con sé un eccessivo quantitativo di armi e materiali vari ed ecco che il nostro fidato amico li trasporterà per noi.

L’onore

Altro elemento, che è possibile controllare in qualsiasi momento in basso sullo schermo, è mostrato da una barra le cui estremità, valuteranno quanto onore e rispetto siano stati ottenuti in base alle azioni svolte all’interno del mondo di gioco. Abbiamo la piena facoltà di decidere quale condotta far seguire a Morgan: saccheggiare abitazioni, rapinare banche, aiutare persone in difficoltà, portare a termine dei favori, assaltare treni, aizzare una rissa e così via… Queste e moltissime altre opportunità di azione, sposteranno la “lancetta” verso un’identità morale rispettabile o temibile, con il rischio di rendere la nostra esperienza nel vecchio West più difficile di quanto non lo sia già.

Lunghi viaggi e attività extra

La mappa di gioco si trova in basso a sinistra con il design tipico di molti videogiochi, con la possibilità di studiarla più nel dettaglio mettendo in pausa la partita ed entrando nella sezione “mappa”. Lì troviamo tutti quei segni visivi riferiti alle missioni principali e secondarie offuscando, come di consueto, tutte le zone non ancora esplorate. La vastità del territorio è notevole, soprattutto se pensiamo al modo in cui ci è possibile spostarci da un luogo all’altro. I viaggi a cavallo possono risultare molto lunghi e gli unici “spostamenti rapidi” saranno quelli disponibili direttamente dall’accampamento o attraverso determinati punti della mappa contrassegnati da “cartelli della diligenza” che potremo sbloccare in seguito.

La mappa è piena di attività extra: tesori, segreti, enigmi. Bisogna scovarli, fra lettere e mappe aggiuntive che ci guideranno verso ingenti ricchezze, per nulla facili da ottenere. Oltretutto Rockstar Games si è divertita ad inserire all’interno del gioco particolari frasi che, se trovate ed inserite nella sezione “trucchi”, sbloccheranno delle agevolazioni fin troppo grandi a mio parere, quindi consiglio di usufruirne non prima di aver completato tutta la storia. Ma non è tutto, naturalmente non possono mancare bizzarri “easter egg” di cui Rockstar è famosa.

La Caccia

La sopravvivenza è la parola all’ordine del giorno in Red Dead Redemption 2 e un requisito fondamentale è decisamente la caccia. Elemento ambivalente, utile sia per sfamarsi che per arricchirsi. Questa pratica è stata studiata nel dettaglio. Cacciare animali di taglia e razza totalmente differenti, alcuni di essi leggendari, cambierà di volta in volta la nostra esperienza. È sorprendente il modo in cui gli animali interagiscano l’un l’altro e con l’ambiente circostante.

Ad aiutarci nel fiutare e seguire le loro tracce, sarà un’altra potenzialità di Arthur, ovvero “l’occhio dell’aquila”. Avremo modo di non perdere la pista da seguire verso la cattura della bestia, ma noteremo che anche il nostro personaggio emanerà un odore lasciando un indizio su dove si trova. In base al soffio del vento e alla posizione dell’animale, potremmo involontariamente allarmarlo e indurlo a fuggire.

Non appena ucciso, potremo scuoiarlo e conservarne la carcassa… ed ecco le enormi ricompense! C’è da sottolineare un ulteriore fattore, ossia il modo in cui è stato abbattuto l’animale e quindi lo stato delle pelli e la qualità della carne. Altrimenti sarebbe stato troppo facile, non credete? Se la battuta di caccia è stata proficua, è possibile utilizzare le pelli in svariati modi: venderle presso il trapper per riscattare denaro e per la creazione di particolari capi d’abbigliamento, personalizzare il proprio accampamento ecc… È possibile anche pescare dell’ottimo pesce, scegliendo l’esca e la zona adeguate. Insomma, la scelta spetta a noi, non dimenticando anche le vaste combinazioni per cucinare e gustare dell’ottima carne ripagando le nostre fatiche.

L’accampamento

L’accampamento in cui si nasconde l’intera banda di Dutch van der Linde sarà la nostra “casa”. Non sarà di certo una base fissa, ma contribuire a renderla più efficiente lo troveremo, a lungo andare, abbastanza utile. Dopo qualche missione, principale o secondaria che sia, non dimentichiamoci di contribuire ai fondi per potenziare l’accampamento. Pasti energici, scorte di munizioni, medicine, questo e molto altro potrà essere a portata di mano in qualsiasi momento. E se dopo un lungo viaggio il personaggio non fosse nelle condizioni ideali per tornare alla base per riposare? Fortunatamente avremo a disposizione ciò che serve per montare una tenda ed accendere un falò in qualsiasi punto della mappa, per dormire qualche ora o mettere qualcosa sotto i denti.

Duelli e manutenzione armi

Non sarebbe di certo il vecchio selvaggio West se non fossero presenti i noti “duelli”. Scontri decisi sul momento, spesso in situazioni cariche di tensione, dove i due antagonisti si trovano l’uno di fronte all’altro e dove solo uno dei due ne uscirà vincente… e soprattutto vivo. La meccanica è abbastanza semplice ma all’inizio non immediata. Si dovrà aumentare gradualmente la pressione sul tasto R2 per caricare la durata del “frammento temporale” in cui, dopo aver estratto la pistola con una pressione finale, dovremo prendere la mira e sparare al nemico. Ammetto che al primo duello, il tutorial non mi è stato sufficientemente d’aiuto, non perché non fosse abbastanza chiaro, ma perché l’avversario deciderà di farti fuori prima che tu possa capire cosa fare.

Per quanto riguarda le armi, queste hanno bisogno di manutenzione affinché le loro prestazioni si mantengano alte. Sarebbe un problema e un vero peccato se a causa di usura si inceppassero in situazioni sconvenienti. Ovviamente saranno soggette alla modifica delle componenti, sia per potenziarne l’efficacia che per impreziosire l’aspetto estetico. Ingegnosa, invece, la scelta di utilizzare lo stesso tasto (R2) sia per sparare che per ricaricare l’arma.

Open world “dinamico” e ad alta qualità

Parliamo di qualcos’altro che ha stupito positivamente, ovvero la “visuale dinamica”. L’intero gioco, soprattutto ciò che riguarda le missioni principali e non, è pieno di dialoghi e lunghissime camminate nell’immenso territorio americano, che potrebbero far storcere il naso ai giocatori meno pazienti. Utilizzando un tasto frontale per gestire la velocità della cavalcata, sarebbe stato poco pratico ritrovarsi a premere continuamente X lungo interminabili tragitti. Rockstar Games ha ben pensato di ovviare al problema, non soltanto agevolandolo di gran lunga ma compiacendo l’utente deliziando il suo sguardo con riprese da manuale.

Dopo aver deciso la velocità del cavallo, basterà tenere premuto il pulsante X e subito dopo effettuare una pressione prolungata sul touch pad avviando questa modalità. Da questo momento l’animale seguirà da sé la traiettoria e noi, attraverso più telecamere e dunque più punti di vista sulla scena che potremo peraltro alternare premendo il tasto R3, non dovremo far altro che godere degli sconfinati panorami mozzafiato, con la presenza delle tipiche bande nere in perfetto stile cinematografico. Visuale dinamica a parte, saremo noi a stabilire da che prospettiva utilizzare il nostro Arthur: prima persona, terza persona classica poco dietro al personaggio o terza persona dalla visuale più ampia.

Il motore fisico è a dir poco impressionante. Il connubio fra la qualità grafica e la credibilità degli scontri, inclusi i danni più o meno considerevoli a seconda della loro portata e del modo in cui ogni elemento reagisce al nostro passaggio è ineguagliabile. Per non parlare dell’utilizzo delle luci…sublime. I fasci di luce spezzati dai rami degli alberi, quelli attraverso le finestre, i riflessi sulle pozze d’acqua o il fievole chiarore di un lampione su un vicolo in città parleranno da sé. E quando crederete di esservi abituati a cotanta bellezza e realisticità, ci sarà sempre qualcosa, anche un piccolissimo dettaglio, che vi stupirà nuovamente. Non dimentichiamo di tenere presente il riferirsi ad un titolo open world!

Brani ed effetti

Circa 200 brani, accompagneranno la nostra avventura e le nostre azioni. Si incastreranno perfettamente al contesto e alle intenzioni di Arthur e dei suoi compagni. Non ci sono parole per descriverne la cura all’interno di innumerevoli occasioni, mantenendo il registro musicale assolutamente coerente con il genere western ma mai ripetitivo. Dalle vibranti note dell’armonica al suono di uno dei più classici rappresentanti della musica country, il banjo. Colonne sonore potenti, incalzanti, drammatiche e poco rassicuranti… un turbinio di stati d’animo, ognuno dal carattere ben preciso. Stessa attenzione verso tutto ciò che riguarda gli effetti ambientali.

Quasi perfetto

Inevitabile imbattersi in svariati bug. Tuttavia, non sono questi gli elementi su cui vorrei fermare la mia attenzione, ci sono altri piccoli accorgimenti che, se fossero stati studiati in maniera leggermente diversa o con un occhio di riguardo in più, avrebbero decisamente reso questo titolo perfetto. Mi riferisco alla comparsa dei tutorial su schermo in situazioni non del tutto tranquille, rischiando più di una volta di compromettere la salute di Arthur. Avrei preferito l’inserimento di una sorta di “freeze” temporale, nulla di eccessivo, giusto quel secondo in più per apprendere il consiglio senza perdere i momenti di azione. Sì, il ciclo giorno e notte e soprattutto l’intensità dei paesaggi, dalle sconfinate praterie dell’America Occidentale alle possenti montagne rocciose, si iscrivono fra i molteplici elementi positivi. Ciò nonostante, alcuni cambi di palette cromatica soprattutto nelle ore che scandiscono gli intervalli fra mattino, pomeriggio e sera, sono decisamente troppo diretti. Del doppiaggio, tanto di cappello. L’interpretazione dei personaggi principali è sublime, ma dato che la recitazione è interamente in lingua inglese, mi sarebbe piaciuto avere, sin dalla prima versione, la possibilità di gestire la grandezza dei sottotitoli in italiano.

Un’epoca viva

Cos’è che in aggiunta a tutto questo ha reso Red Dead Redemption 2 un titolo eccellente? La vita nel vecchio West. È strano a dirsi ma si ha costantemente la percezione di un mondo privo di finzione. Potremmo azzardare col dire che le uniche cose che mancano siano gli odori… i sapori. Ma vi assicuro che, nonostante l’epoca e i costumi, ben lontani da ciò che siamo e che ci è stato insegnato nel nostro presente, la loro rappresentazione è viva. E questa esistenza dettagliatamente studiata, all’interno della mappa di gioco, avverrà non curandosi di noi. Il progresso delle città, le abitudini della gente, le condizioni atmosferiche, i vari habitat e l’istinto degli animali… questo e molto altro ci farà perdere la cognizione del tempo.

9.6

Probabilmente senza rendervene conto passerete ore ad esplorare, cacciare, recarvi in città e parlare con la gente studiandone le abitudini. Deciderete se saccheggiare, rapinare e soprattutto quale momento della giornata giocherà a vostro favore o comprerete semplicemente un biglietto per andare a teatro e godervi uno spettacolo. Vi recherete dal barbiere o all’emporio per acquistare abiti nuovi, magari dopo un bel bagno caldo. Sarete gentili con chi ha bisogno di aiuto e verrete ripagati. Creerete caos rendendo negligentemente nota la vostra identità rischiando di far salire la taglia sulla vostra testa o sarete voi a cercare le taglie affisse sulle pareti portando a termine la richiesta ed arricchirvi. Distinguerete le “densità” del fango, dell’acqua, della neve e di ogni genere di terreno sotto ai vostri piedi. Cavalcherete sul vostro cavallo da un clima all’altro o sfortunatamente vi ritroverete sotto una tempesta di pioggia e senza riparo, mettendo a dura prova la vostra resistenza fisica. Infine, dopo un lungo viaggio, tornerete al vostro accampamento per riposare, prenderete posto accanto al falò e ascolterete le donne cantare e ballare.

  • Credibilità del vecchio e selvaggio West
  • Arthur Morgan è uno dei personaggi Rockstar riusciti meglio
  • Colonne sonore coinvolgenti
  • Colonne sonore coinvolgenti
  • La storia è un capolavoro
  • Inevitabili bug della fisica
  • Difficoltà nella lettura dei tutorial in particolari situazioni
  • Alcuni cambi di palette cromatica sono decisamente poco morbidi

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