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Scordato, Recensione – Stonare non è mai stato così facile

di Mattia Loiacono

Pubblicato il 2023-04-10

Abbiamo potuto guardare in anteprima al Bifest 2023 il nuovo ed intimo film di Rocco Papaleo, Scordato. Ecco cosa ne pensiamo.

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Presentato al Bif&st 2023, Scordato è il quarto film che vede Rocco Papaleo alla regia dopo Basilicata coast to coast, Onda su onda e Una piccola impresa meridionale. Seppur anche qui con le radici nel cuore, Scordato è un film diverso dai precedenti: intimo e esistenziale, l’ultimo lungometraggio di Papaleo è più profondo di quanto ci si possa aspettare e cerca di andare ben oltre i “semplici” discorsi di origine e territorio.

La curiosità rispetto a Scordato è sicuramente fomentata dal debutto attoriale di Giorgia, la quale ha spesso sfiorato l’entrata nel mondo cinematografico senza mai entrarci davvero fino ad oggi.

Recuperare una foto (e sé stessi)

Scordato racconta la storia di Orlando, un uomo solo che di mestiere accorda i pianoforti. Da tempo ormai con dolori alla schiena, per puro caso incontra Olga, una fisioterapista che ha spesso a che fare con musicisti. Olga capisce presto che le contratture di Orlando, oltre ad essere fisiche, sono emotive.

Per risolvere il problema quindi, la donna gli chiede una sua foto da giovane per poter confrontare le posture, con la vera intenzione però di sciogliere i nodi che sono stretti nel suo passato. Questo poterà Orlando ad un viaggio, non solo reale, ma anche introspettivo, alla ricerca di sé stesso e di ciò che lo ha cambiato.

scordato

Niente di nuovo, eppure…

Parliamoci chiaro, il concetto alla base di Scordato non è niente di nuovo e ad alcuni tratti sa di già visto. Purtroppo (o per fortuna), da Fellini in poi, i viaggi esistenziali sono diventati doppiamente più difficili da realizzare e, da quando il maestro è entrato a far parte della conoscenza collettiva degli spettatori, discostarsi dal suo modo di narrare lotte interiori non è facile. Lo abbiamo già visto pochi mesi fa con un altro grande regista, Iñárritu, che è caduto nel tranello del rischiare di scimmiottare il viaggio esistenziale di Fellini con il suo nuovo film, Bardo.

Eppure, nonostante le difficoltà e alcuni riferimenti, Scordato riesce ad essere un road movie intimista coerente con sé stesso, con la sua natura, e quindi estremamente cosciente. Non si ha mai l’impressione che voglia strafare, che voglia fare più del necessario e forse la più grande qualità del film è la sua capacità di rimanere con i piedi per terra, senza farsi prendere dalla tentazione dell’eccessiva oniricità.

Forse, proprio per questo motivo, il nuovo film di Papaleo riuscirà ad arrivare a più persone di quante si pensi. Seppur il target principale può sembrare quello del meridionale dovutosi trasferire altrove, la condizione in cui vive Orlando è una condizione comune e qualsiasi spettatore può sentirsi toccato, sia per lo status in sé del personaggio, ma anche per il modo in cui questo status viene raccontato.

Non sono altrettanto convincenti però i personaggi che, escluso il protagonista (giovane e adulto) e sua sorella, non risultano mai essere realmente incisivi. Premesso che la tipologia di personaggi secondari voleva essere volontariamente solo una sfilata di personalità che in qualche modo avvolgono il viaggio del protagonista, c’è da dire che questi non funzionano, chi per un motivo, chi per un altro. Tra tutti, il personaggio di Olga rimane troppo in sordina e viene “scaricato” con troppa facilità, soprattutto rispetto all’importanza che dava l’impressione di avere.

Inoltre, alcune scelte narrative sembrano essere un po’ troppo ridondanti e non pienamente motivate, soprattutto verso la metà del film, dove viene azzerato un viaggio per poi ricominciarlo. Vogliamo evitare spoiler, ma chi ha visto il film sa a cosa ci stiamo riferendo probabilmente.

Ma perché?

Il primo impatto con Scordato pone nella mente di uno spettatore riflessivo una domanda più che spontanea: perché si è scelto questo tipo di fotografia?

In base al sentimento provato dal protagonista e al tempo in cui è collocata la sequenza (presente o passato) cambia il color grading di Scordato, passando da delle tonalità desaturate tendenti al grigio quando il personaggio si sente “stonato” fino a colori molto più vividi quando invece si sente vivo.

Seppur sia apprezzabile la coerenza in questo switch e il film risponda alla domanda iniziale dandone una spiegazione attraverso le immagini lungo la sua durata (cosa non scontata), rimane comunque la perplessità rispetto ad una scelta sicuramente non necessaria.

Al contrario, convincente il cast, a partire dal protagonista interpretato da Rocco Papaleo fino ai due giovani attori che interpretano Orlando da giovane e sua sorella, Simone Corbisiero e Angela Curri. Non male anche Giorgia, che purtroppo però è limitata da un personaggio non sfruttato al massimo delle proprie capacità.

6.5

Scordato, quarto lungometraggio da regista di Rocco Papaleo, è un film tanto ambizioso quanto intimo. Seppur legato alla propria terra, lo status di malessere che vuole raccontare è comune ed ogni spettatore può sentirsi toccato. Un road movie interiore che lascia qualche dubbio dal punto di vista visivo, ma che riesce ad essere godibile per la sua genuinità. Dopotutto, non è mai stato così facile sentirsi scordati.

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