The Last Of Us, Recensione 1×03 – Una felicità straziante

The Last Of Us è giunto al terzo appuntamento settimanale con una rappresentazione incredibile di una storia felicemente straziante.

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The Last Of Us è giunto al terzo appuntamento settimanale su HBO, negli Stati Uniti, e su Sky o NowTV, in Italia.

Se il primo episodio è stato visto da ben 4.7 milioni di telespettatori (soltanto sull’emittente televisiva americana), il secondo ha avuto la capacità di aumentare quel numero raggiungendo ben 5.7 milioni di persone sintonizzate sulla serie tv nelle prime 24 ore dalla messa in onda.

Cifre da capogiro che si accompagnano con una ricezione critica del tutto positiva; infatti, hanno convinto i due attori protagonisti nei primi due episodi di questa stagione di The Last Of Us ed anche il modo con cui questa trasposizione televisiva resti fedele al videogioco omonimo da cui è tratta.

Si tratta di un successo enorme che ha portato l’emittente HBO a confermare la realizzazione di una seconda stagione, in cui sembrerebbe anche confermata la presenza di Bella Ramsey come Ellie.

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Lo scorso lunedì, il 30 gennaio, è andato in onda il terzo episodio; il quale è stato preannunciato da dei commenti positivi che hanno alimentato le voci di stare di fronte al miglior episodio fin ora pubblicato.

Anche questo appuntamento settimanale è stato anticipato dalle parole di Neil Druckmann, vicepresidente della Naughty Dog ed ideatore della saga di The Last Of Us:

Quanto ci discostiamo dal videogioco originale deve essere proporzionale a quanto sia bella l’innovazione che presentiamo. Frank veniva solo menzionato nel videogioco, ma in modo sbrigativo. Qui abbiamo deciso di esplorare questo tipo di relazione e ovviamente abbiamo fatto dei cambiamenti. E l’idea era così bella, non mi è importato che fosse differente dal videogioco.

Come preannunciato dalle parole di Druckmann, si comprende come questo episodio, intitolato “Long Long Time” si discosti dalla narrazione del viaggio di Ellie e Joel, per avvicinare e far comprendere allo spettatore la storia di Bill e Frank; un episodio che risulta un’innovazione anche per gli spettatori che hanno giocato il titolo originale su PlayStation.

Di seguito, troverete la recensione del secondo episodio della serie tv firmata da HBO e trasmessa in Italia su Sky e NowTV. Vi ricordiamo che potreste incorrere in qualche spoiler, qualora non abbiate giocato il titolo videoludico o abbiate visionato l’episodio.

The Last Of Us: Long Long Time

In ogni episodio di The Last Of Us una cosa è certa: Neil Druckmann vuole dimostrare a tutti che conosce il prodotto meglio di chiunque altro al mondo.

Dopotutto il videogioco è stato una sua creatura: prima come un’idea nella sua mente, successivamente come uno dei successi più clamorosi della PlayStation e infine come una trasposizione televisiva che fino ad ora ha messo d’accordo sia la critica e il pubblico circa la sua bellezza visiva e narrativa.

Quest’episodio di The Last Of Us, per il vicepresidente della Naughty Dog e per Craig Maizin (già conosciuto per la serie tv HBO Chernobyl), può essere visto un po’ come una scommessa visto che i due protagonisti, Ellie (Bella Ramsey) e Joel (Pedro Pascal), sono presenti solo per pochi minuti poiché protagonista di questo appuntamento è una storia non contenuta nel videogioco omonimo originale.

Ma procediamo con ordine…

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The Last Of Us

All’inizio dell’episodio di The Last Of Us, ritroviamo i due protagonisti alle prese con il lutto di Tess. La ferita è ancora fresca, soprattutto per Joel che dopo venti anni dalla perdita della figlia si ritrova ad affrontare un nuovo dolore per una persona per cui provava affetto.

Anche questa risulta essere una scelta differente da come si presentava nel videogioco; sicuramente il taglio narrativo richiesto da un titolo videoludico è molto differente da quello che può richiedere una serie tv: ad un videogiocatore può risultare molto pesante dover guardare una scena in cui il protagonista soffre per la perdita di una persona cara e quindi, molte volte, ci si affida ad una stacco temporale.

Nella serie tv, invece, la relazione tra Joel e Tess viene più approfondita sebbene non venga mai detto nulla di chiaro: si comprende, però, che i due fossero legati da un affetto sincero e che Tess, in qualche modo, riuscisse a convincere Joel in alcune cose come, per esempio, nell'allontanarsi dalla Zona di Quarantena (ZQ).

In questo terzo episodio, ritroviamo uno degli espedienti narrativi che Neil Druckmann ha saputo utilizzare nella saga videoludica ed anche nei primi due episodi televisivi di The Last Of Us: il flashback.

Infatti, il mondo post-apocalittico di The Last Of Us ferito dal Cordyceps non permette di perdere tempo e i due protagonisti si rimettono in cammino verso una vecchia conoscenza di Joel.

Durante il percorso, conosciamo un po’ di più la FEDRA; infatti, l’esercito andava in giro per le varie città americane in cerca di sopravvissuti, ma purtroppo i posti delle varie ZQ erano limitati.

Si tratta di un dettaglio agghiacciante, che viene un po’ offuscato dalla storia che verrà narrata successivamente. Invece, ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio di brutalità mostrato all’interno di questa serie tv: la pandemia doveva essere controllata utilizzando ogni mezzo possibile, anche uccidendo della gente innocente che non si era ammalata ancora.

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Eppure, un uomo è riuscito a sottrarsi dalla violenza del governo militare della FEDRA: Bill.

Questo personaggio, già noto agli appassionati del titolo videoludico di The Last Of Us, si presenta in una chiave del tutto inedita. Se nel videogioco si riesce a stabile una relazione tra il giocatore ed il personaggio mediante il gameplay, nella serie tv Bill riesce a fare breccia nel cuore degli spettatori mediante una sceneggiatura impeccabile ed un’interpretazione magistrale da parte di Nick Offerman (già noto per il ruolo di Ron Swanson in Parks and Recreation).

In una sperduta città americana, tutti sono stati deportati nelle varie Zone di Quarantena dalla FEDRA; Bill, invece, è riuscito a nascondersi nel suo bunker sotterraneo sottostante a quello dichiarato ufficialmente.

L’uomo è il classico personaggio complottista, forse da tempo preparato a sopravvivere ad una situazione simile. Infatti, sebbene tutto il mondo sia alle prese con l’apocalisse causata dal Cordyceps, Bill è a suo agio, essendo riuscito a ritagliarsi una parte di mondo completamente libera dagli infetti.

Riesce a piazzare strategicamente delle trappole, che sorveglia incessantemente per poter controllare tutto il suo confine.

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Come sempre in The Last Of Us niente dura in eterno ed anche la sua tranquillità viene presto destabilizzata dall’arrivo di un nuovo personaggio: Frank (interpretato da Murray Bartlett, già noto per The White Lotus).

Quest’ultimo è un’aggiunta completamente originale nella serie tv; infatti, nel videogioco veniva soltanto menzionato, lasciando intendere che i due fossero legati da un sentimento romantico.

Neil Druckmann mostra ancora una volta quanto conosca il suo prodotto: è pienamente consapevole di quali parti della storia di The Last Of Us può ampliare con del materiale inedito e quali, invece, deve lasciare intoccati perché troppo legati alla controparte videoludica. 

In “Long Long Time” siamo di fronte ad una storia d’amore felice ed inaspettata, che lascia basiti gli spettatori.

Infatti, ci viene mostrata una piccola bolla di serenità che dona speranza agli occhi di chi la osserva: due personaggi che riescono a vivere la propria storia d’amore, a sapersi concedere il piacere del buon cibo o dell'arte, a saper vivere in modo sano in un mondo malato.

Si ripete il tema principale di The Last Of Us, ovvero come l’umanità alla fin fine sia sempre alla ricerca di una luce che possa riportare pace, speranza, calore; quest’episodio esprime tutto questo, con una storia d’amore densa di significati e che si mostra gli occhi del pubblico con una sensibilità disarmante.

È un episodio felicemente straziante, che lascia lo spettatore inerme in balia di emozioni forti e che riecheggeranno nella sua mente anche per i giorni successivi.

Il terzo appuntamento di The Last Of Us si conclude ritrovando i due protagonisti, Joel ed Ellie. Joel ha finalmente ritrovato la batteria che gli serviva per poter rimettere in funzione un’automobile e raggiungere così Tommy, suo fratello.

Si ritorna dove era cominciato tutto: al viaggio che i due sono costretti a dover percorrere insieme, alla loro missione che potrebbe portare alla salvezza dell’umanità.

The Last Of Us: l’amore resisterà

Il terzo episodio risulta impeccabile sotto ogni punto di vista.

Il flashback è stato ben inserito e riesce a tenere incollato gli spettatori fino alla fine. Gli attori sono stati magistrali; infatti, affiorano le prime voci che vorrebbero sia Murray Bartlett e Nick Offerman candidati ai prossimi Emmy.

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Visivamente la scenografia è stata perfetta: l’abilita e la magistralità con cui la produzione americana di The Last Of Us ha saputo ricostruire un’intera cittadina facendola sembrare viva, seppur deserta.

Da menzionare, sicuramente, è anche il comparto sonoro curato da Gustavo Santaolalla (già legato alla trasposizione videoludica) che ancora una volta risulta essere un compagno fedele nei confronti dello spettatore, aiutandolo a veicolare le proprie emozioni.

Eppure, questo terzo episodio segna un cambiamento per la serie tv, in quanto è incredibilmente diverso da quelli precedenti. È molto più introspettivo, riflessivo, “lento” ed al tempo stesso intriso da un significato profondo: l’amore resisterà.

La storia di Bill e Frank colpisce dritto al cuore. I due sono completamente opposti: Bill è il classico personaggio burbero, capace di costruire una propria routine anche in un mondo andato a rotoli; Frank, invece, è una persona solare dotata di un forte estro artistico e che spinge Bill al limite in più occasioni.

I due, invece, si completano. Si amano e si aiutano a vicenda, in un mondo dove l’unica legge che vige ancora è quella di sopravvivere.

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Descrizione dettagliata dell'immagine informativa

L’amore resisterà sempre, anche di fronte ad una pandemia mondiale o di fronte ad una malattia terminale.

Probabilmente quest’episodio di The Last Of Us nasconde un insegnamento profondo, che è soltanto il preludio a quello dell’intera storia. Per adesso si può soltanto constatare come il terzo appuntamento settimanale sia stato una piacevole sorpresa che ha saputo emozionare milioni di spettatori e che fa ben sperare per il prosieguo della prima stagione.

Recensione senza voto

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