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A Plague Tale Innocence: una poesia nella tragedia – Recensione

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2019-05-22

In un’epoca in cui è più importante quello che gira intorno ad un videogioco più del gioco stesso, A Plague Tale Innocence è uno di quei titoli che non ti aspetti ma di cui noi videogiocatori abbiamo bisogno. Sviluppato da un team semi indipendente: Asobo, conosciuto forse solo per i giochi a tema pixar. Eppure …

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In un’epoca in cui è più importante quello che gira intorno ad un videogioco più del gioco stesso, A Plague Tale Innocence è uno di quei titoli che non ti aspetti ma di cui noi videogiocatori abbiamo bisogno. Sviluppato da un team semi indipendente: Asobo, conosciuto forse solo per i giochi a tema pixar. Eppure questo diamante è riuscito ad entrare nella mia personale classifica di titoli più emozionanti di sempre. Durante la mia lunga sessione di gioco, cercando di cogliere l’anima della narrazione legata alle vicende di Amicia e Hugo, mi sono divertito, mi sono commosso, mi sono spaventato ed ho concluso che queste emozioni, cosi genuine, sono una rarità nei titoli moderni.

Scena di abbracio tra Hugo e Amicia
Scena di un tenero abbraccio tra i due protagonisti

Storia nella storia

La storia narrata dal gioco è ambientata durante la guerra dei cent’anni, un particolare periodo storico ricordato tra i più sanguinosi del basso medioevo. Non solo per la guerra ma anche per un’epidemia di peste che decimò l’intera Europa, ricordata poi come Peste Nera. Sono queste le premesse in cui la nostra avventura ha inizio. I protagonisti Amicia e Hugo sono due fratelli di una casata nobile chiamata De Rune. Purtroppo il fratello minore, Hugo, è afflitto da una malattia sconosciuta e per questo segregato in casa, talmente estraneato dal mondo esterno da non conoscere neanche la sorella maggiore, Amicia. La madre, Beatrice, è un’alchimista che studia incessantemente una pozione che possa guarire il piccolo malato, ma ben presto la storia prenderà una piega inaspettata.

Le vicende dei giovani protagonisti iniziano quando l’Inquisizione, Istituzione ecclesiastica che combatte l’eresia, si presenta nel castello De Rune alla ricerca di Hugo. Sembra infatti che il piccolo venisse tenuto nascosto alla Chiesa. La ricerca si trasforma in una caccia all’uomo, facendo diventare orfani i fuggitivi già nei primi minuti di gioco. Amicia e Hugo spaventati e indifesi si troveranno braccati dai soldati in un mondo già ostile di suo per via della peste. Durante la fuga si imbatteranno nell’avanzare della malattia dovuta all’invasione dei ratti, un nemico che ci perseguiterà, ed a volte anche aiuterà, nel corso di tutta l’avventura.

 scena a plague tale innocence: Hugo vede per la prima volta una rana
Intermezzo opzionale in cui Hugo vede per la prima volta una rana

Semplicità

Fin da subito il titolo si mostra in tutta la sua semplicità, non si può saltare, la mira è praticamente automatica, gli oggetti d’interesse brillano e i puzzle non sono mai troppo complessi. È proprio questa semplicità a creare un senso d’immedesimazione con i protagonisti. Due giovani ragazzi alle prese con la sopravvivenza, due persone semplici proprio come potremmo essere noi. Pochi di noi sono in grado di maneggiare una spada o di tirare con un arco o ancor meno di poter uccidere. A Plague Tale Innocence porge un punto d’attenzione proprio sull’aspetto umano, molte volte dovrete scendere a compromessi con voi stessi e su cosa sareste disposti a fare pur di sopravvivere.

Il team di sviluppo è riuscito a far in modo che il titolo parli direttamente con le emozioni del giocatore. Lo fa in maniera cosi delicata e così perfetta da sembrare semplice, una cosa del tutto naturale. La tematica principale, la sopravvivenza, è adornata da tanti piccoli temi che ci accompagnano durante tutta l’avventura, posti al videogiocatori in maniera così velata che potrei definire poesia. Il complicato rapporto che si instaura tra i due fratelli estranei, l’amicizia, la collaborazione, la paura sono solo alcuni delle tematiche su cui il titolo pone l’attenzione.

La proposta videoludica funziona grazie alla cura che gli sceneggiatori hanno messo nei dettagli. Il viaggio è pieno di piccoli dialoghi tra i vari personaggi che ci fanno conoscere sempre di più il loro background. Ogni personaggio che incrocerà il nostro cammino è ben caratterizzato sopratutto alcuni villains. Non mancano piccoli particolari, come il bambino che per la prima volta vede una rana o che si emoziona davanti ai fiori perché visti solo nei libri, che rendono il tutto più credibile e smielato.

Amicia una delle protagonisti di a plague tale
Amicia

Tra realtà e fantasia

La formula di gioco di A Plague Tale Innocence è ridotta all’osso, come già accennato, e la maggior parte della meccanica ruota intorno allo stealth e puzzle solving. Amicia è armata solo di una fionda che utilizzerà nelle varie occasioni e con diversi proiettili per sfuggire dalle situazioni di pericolo. Un ruolo centrale nelle meccaniche di gioco è ricoperto dall’Alchimia. Realtà e magia sono amalgamati talmente bene da non riuscire a ricordare se l’alchimia sia esistita davvero o no. La nostra protagonista imparerà nel corso dell’avventura diversi miscugli da utilizzare con la fionda per poter sfuggire alle guardie o dai ratti. Esiste anche un sistema di crafting che ci permetterà di migliorare diversi aspetti della fionda, dell’equipaggiamento o delle pozioni, indispensabile a lungo andare.

Con queste premesse potrebbe sembrare che il titolo possa risultare noioso o ripetitivo, dato il numero limitato di oggetti e/o pozioni, ma non è così. Il gioco cerca di non ripetersi mai. Ad ogni grattacapo viene aggiunto un piccolo particolare o una determinata azione necessaria per superarlo. Esistono anche delle “boss fight” che avranno il compito di mettere alla prova le abilità assimilate fino a quel punto. Interessante anche la meccanica, riproposta in diverse formule, dell’aiuto da parte di personaggi reclutati nel corso del viaggio.

Piccola sbavatura di messa a fuoco
Piccolo difetto di sfocatura

…forse un po’ troppo facile

A Plague Tale Innocence è un gioco volutamente poco complesso che fa della narrazione il suo punto di forza nonostante l’impronta action/stealth. Peccato però che molte volte questa facilità risulta essere una pecca. L’Intelligenza artificiale dei soldati è mediamente troppo bassa. Faranno sempre lo stesso percorso, difficilmente ci sentiranno, nonostante passeremo a mezzo metro da loro e tante volte non ci vedranno, anche se saremo ovviamente visibili. Il grado di sfida può essere aumentato eliminando la HUD, interfaccia grafica, oppure abbassando il livello dell’auto mira. Ma anche queste opzioni non avranno nessun effetto sulla difficoltà dei puzzle.

Gli enigmi hanno spesso un solo modo per essere superati, anche se nelle fasi finali il level design lascia più spazio alle scelte del giocatore. Il coprotagonista Hugo, e i vari personaggi, sono più come Ellie (The Last of Us) che come Atreus (God of War), infatti nel corso dell’avventura si limiteranno a eseguire ordini. Un vero peccato si sarebbe potuto fare di più sotto questo punto di vista.

Non mancano inoltre pecche legate ai controlli forse troppo macchinosi, almeno su playstation, che tante volte ci faranno sbagliare mira o puntare al bersaglio sbagliato. La telecamera, cosi come le animazioni, non sono sempre perfette ma questo particolare è poco rilevante.

Scena di ratti in plague tale innoncence
Subliminare scena della resa del motore

Scelte astute

Dal punto di vista tecnico l’engine proprietario svolge molto bene il suo lavoro. Il reparto luci non è troppo complesso ma ha un’ottima resa, anche perche molte ambientazioni sono buie. Il game design è stato sviluppato in maniera veramente astuta evitando ambienti troppo aperti o la renderizzazione di paesaggi molto distanti. Anche il level design è stato studiato a fondo per unirsi alla trama e far parte di essa. Infatti i vari stage non sono troppo elaborati o complessi, tanto meno stratificati, e raggiungono in pieno l’obbiettivo di guidatore silente dell’avventura. Difficilmente ci troveremo in punti in cui non sapremo dove andare o cosa fare, ma se accadesse il nostro partner di turno sarà pronto a darci qualche indizio. Pur con questa semplicità non mancano aree segrete o collezionabili, ci sono delle cutscene che si possono vedere solo se visiteremo aree opzionali. Ovviamente queste scene non legate alla trama principale ma approfondimenti di temi secondari o della storia di un personaggio.

A Plague Tale Innocence è un titolo realizzato bene. Il team di sviluppo sembra aver imparato dai più grandi come si realizza un titolo basato sulla narrazione e lo hanno fatto senza pretese. Sono riusciti a fare della semplicità, virtù. Elementi e meccaniche semplici, ma studiati fino al midollo, incastrate tra loro in maniera così ricercata da rendere tutta l’avventura un’esperienza piacevole e naturale. Tutto il percorso fatto durante le ore di gioco sembra cosi verosimile da farci pensare che gli avvenimenti narrati sarebbero potuti accadere a noi.

8.6

A Plague Tale Innocence è un'esperienza che consiglio a ogni videogiocatore. Un racconto che riesce ad emozionare trattando tematiche difficili in un modo che pochi sono riusciti a fare. Mette l'esperienza narrativa davanti alle meccaniche di gioco. Un titolo molto complesso e stratificato nella sua semplicità. Capace di trasmetterti paura, tristezza e amarezza ma anche gioia, pace e amore. Facendolo in un modo cosi delicato e naturale da poterlo considerare vera e propria poesia videoludica. Incredibile il lavoro svolto dal team Asobo dal punto di vista tecnico, mettendo in scena terrore allo stato puro con le sue orde di ratti. Non mancano imperfezioni e difetti, che verranno completamente perdonati nei capitoli finali. Una conduzione artistica eccellente e una storia particolarmente sfaccettata faranno in modo che questo titolo resti a lungo nei nostri cuori.

  • Poetico
  • Ambientazione molto curata
  • Direzione Artistica
  • Forse a volte troppo semplice
  • Imperfezioni nei controlli

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