logo

Blood of Zeus, stagione 1 – Recensione

di Nicola Artusi

Pubblicato il 2020-11-21

Blood of Zeus è una serie interessante che trasforma le atmosfere mitologiche classiche in una complessa rete di relazioni tra i protagonisti, umani, demoni e divinità, dipinte con un ottimo uso di un disegno saturo, forte e violento. La pecca principale sta nella rigidità delle animazioni dei personaggi, in particolare nelle scene lente e di transizione.

article-post

Passato abbastanza in sordina tra le ultime grandi uscite di Netflix, Blood of Zeus ci riporta nella Grecia antica, al tempo degli dei dell’Olimpo, dei signori della guerra e dei re – cit. Xena, la principessa guerriera.

La serie racconta le avventure di Heron, un giovane ragazzo, reietto orfano di padre, che, scoprendosi in realtà figlio del re degli dei, dovrà salvare la propria vita, l’Olimpo e il mondo intero dai demoni e dalla vendetta dei Giganti.

blood of zeus, giganti
I Giganti

La storia e i personaggi (Spoiler)

Blood of Zeus è un anime originale Netflix di produzione americana.

Nel complesso, la storia riprende molti temi classici sia in letteratura sia nel panorama delle proposte dello stesso catalogo della piattaforma : un giovane eroe in formazione che, con l’aiuto di un’abile guerriera a comando delle forze armate (The dragon prince) e di due furfanti in cerca di redenzione, deve combattere contro delle forze demoniache che traggono i loro poteri dal contatto con i cadaveri dei Giganti (Seven Deadly Sins), mitici avversari delle divinità, che tirano le fila della trama (Saint Seiya – The Lost Canvas).

Sebbene non prenda direttamente spunto da un singolo mito della tradizione greca, vi echeggiano le gesta di Bellerofonte e Perseo, il dramma di Elettra, il racconto di Castore e Polluce e della loro gestazione.

Ovviamente, non mancano i riferimenti alle fatiche di Ercole, ma ancora più esplicitamente a Hercules, il film animato della Disney, da cui l’anime attinge a piene mani nella costruzione del personaggio di Heron.

La caratterizzazione è, però, più adulta: al contrario di Hercules, Heron non abbraccia immediatamente la sua origine divina, lasciandosi trascinare dalla rabbia e dall’abbandono.

Heron, letteralmente “Blood of Zeus”

Per Hercules sapere di essere un semidio è la spinta non solo figurata che mette in moto il suo arco narrativo; per Heron, venire a conoscenza dell’identità del padre biologico non sarà sufficiente, ma anzi costringerà lo stesso Zeus ad interrogarsi sul suo ruolo di padre, di marito, di capo e di dio.

Era e Zeus

L’aspetto sicuramente più riuscito dell’anime è, sicuramente, la stesura della rete di relazioni tra i personaggi: il triangolo relazionale tra la madre umana di Heron, Zeus, e la vendicativa moglie Era è il pilastro portante dell’intera serie, costruito con cura e con rispettosa fedeltà alla caratterizzazione mitologica tradizionale delle divinità greche.

“Solo un folle si fiderebbe di Era.”

“No, solo un folle provocherebbe Era.”

Dialogo tra Zeus e Poseidone

Questo processo, tuttavia, richiede una discreta quota di tempo di racconto che sembra rallentare il ritmo della serie, per quanto l’alternanza di lenti e veloci, scanditi dagli interventi dell’antagonista Seraphim e dalla sua lancia, sia ben equilibrata. Contro ogni previsione, infatti, non è Ade a puntare al trono olimpico: in questa prima stagione rimane neutrale, fungendo da interessante cliffhanger per un probabile seguito, che gli autori già hanno in parte anticipato.

I disegni e l’animazione

I disegni sono eccezionali. Crudi e sanguinosi nelle battaglie, con abbondanza di dettagli anatomici che ben si adattano al target adulto della serie, morbidi e maestosi nei campi aperti degli ambienti Olimpici. L’uso del contrasto di colori primari, i colori saturi e luminosi, i chiaroscuri volenti della rabbia, della vendetta e della crudeltà trasportano le emozioni dei personaggi molto più dei dialoghi. Alcune scene meritano di essere messe in pausa per godere al meglio i dettagli del disegno.

L’Olimpo

Purtroppo, non si può dire lo stesso dell’animazione: i personaggi sembrano rigidi, innaturali, in particolare nelle parti più lente, affaticando la visione e in generale abbassando la qualità percepita della serie; un difetto già presente in altri anime originali Netflix, primo tra tutti Castlevania, prodotto di punta della stessa casa di animazione.

Trailer di Blood of Zeus:

Se vi è piaciuto questo articolo, potreste trovare interessanti questi contenuti presenti sul catalogo di Netflix: Le 4 migliori serie tv horror e le 5 migliori serie tv teen drama.

Unisciti al nostro gruppo Facebook per non perderti nessun articolo.

7.5

Blood of Zeus è una serie interessante che trasforma le atmosfere mitologiche classiche in una complessa rete di relazioni tra i protagonisti, umani, demoni e divinità, dipinte con un ottimo uso di un disegno saturo, forte e violento. La pecca principale sta nella rigidità delle animazioni dei personaggi, in particolare nelle scene lente e di transizione.

  • Disegni affascinanti
  • Storia originale scritta per l'anime
  • Rispetto e fedeltà per i caratteri del mito
  • Styling dei personaggi
  • Animazione poco fluida
  • Tematica già vista e rivista

Seguici anche su:

Iscriviti alla Newsletter

Seguici su Google News

Potrebbe interessarti anche