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Call of Duty: Black Ops Cold War – Recensione

di Riccardo Retez

Pubblicato il 2020-11-20

Call of Duty: Black Ops Cold War è uno sparatutto in prima persona, l’ultimo prodotto della collaborazione tra Activision e Treyarch che ogni due anni sviluppa un nuovo titolo della saga Black Ops, inaugurata esattamente dieci anni fa. Distribuito il 13 novembre 2020, è disponibile sia sulle console di vecchia generazione, PlayStation 4 e Xbox …

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Call of Duty: Black Ops Cold War è uno sparatutto in prima persona, l’ultimo prodotto della collaborazione tra Activision e Treyarch che ogni due anni sviluppa un nuovo titolo della saga Black Ops, inaugurata esattamente dieci anni fa. Distribuito il 13 novembre 2020, è disponibile sia sulle console di vecchia generazione, PlayStation 4 e Xbox One, sia su quelle next-gen, PlayStation 5 e Xbox Series X/S e su PC.

Come gli altri capitoli della serie, Call of Duty: Black Ops Cold War si struttura su tre componenti di gioco distinte: la campagna, il multigiocatore e la modalità zombi. Questa recensione analizza le tre parti (o forse quattro?) una per una, in modo tale da fornire una visione più accurata possibile del nuovo sparatutto in prima persona.

Il menu principale di Call of Duty: Black Ops Cold War

Campagna

Il lungo nome didascalico del videogioco evidenzia l’ambientazione e il contesto in cui si sviluppa la componente narrativa. Considerando che il precedente capitolo delle saga, Call of Duty: Black Ops 4, aveva sofferto l’assenza di una modalità campagna puntando tutto su quella multigiocatore, la presenza di una storia all’interno del nuovo titolo costituisce sicuramente un plus.

Solitamente, la modalità campagna di un Call of Duty ha una duplice funzione: da un lato racconta una storia la cui estetica dà forma e significato a quel determinato gioco, dall’altro serve come banco di prova per il giocatore, che prima di lanciarsi nella propria e personale avventura nella modalità multigiocatore, ha modo di collaudare armi, oggetti e dinamiche che strutturano il gameplay, in una manciata di ore di gioco.

A livello narrativo, Call of Duty: Black Ops Cold War si presenta come un sequel diretto di Call of Duty: Black Ops (2010), ambientato nella guerra del Vietnam all’inizio degli anni Sessanta. La storia raccontata nel nuovo titolo Treyarch prende il via all’inizio degli anni Ottanta e si incastra perfettamente tra il primo capitolo e il suo successore, Call of Duty: Black Ops II (2012).

PRESENZA DI SPOILER

Di fatto, la premessa narrativa segue le vicende relative alla crisi degli ostaggi in Iran del 1979. In una lunga cutscene che sfrutta immagini di repertorio e perfette ricostruzioni in 3D sulle note di “Spirit in the Sky” di Norman Greenbaum, il presidente americano Ronald Reagan descrive la possibilità di un prossimo scontro armato con l’Unione Sovietica, agli sgoccioli della Guerra Fredda.

Il presidente Ronald Reagan nella prima cutscene del gioco

All’interno di un bar pieno di neon che comunicano una forte atmosfera anni Ottanta, il giocatore muove i suoi primi passi nel mondo di gioco. In questa prima parte della storia interpretiamo l’ex marine e ora agente della CIA Alex Mason, già protagonista di Call of Duty: Black Ops, affiancato da Frank Woods, anch’egli ereditato dal primo capitolo della serie. Insieme a loro fa la sua prima apparizione un nuovo personaggio: Russel Adler, agente speciale a capo di tutta l’operazione di spionaggio raccontata nel gioco.

Dopo un paio di brevi missioni introduttive, il giocatore è condotto in una base nel centro della Berlino Ovest del 1981, in cui una squadra capeggiata da Adler punta a scovare ed eliminare Perseus, un agente segreto russo che ha intenzione di spazzare via l’intero Occidente attraverso la detonazione di alcuni ordigni nucleari.

Al primo arrivo alla base di Berlino il punto di vista si sposta su una recluta di cui, per la prima volta nella storia del brand, è possibile personalizzare nome, sesso, etnia e agenzia segreta di provenienza. Ma a  prescindere da come chiameremo il nostro avatar, il suo nome in codice sarà “Bell” e i protagonisti del gioco faranno riferimento a lei/lui sempre in questo modo.

Schermata di personalizzazione del protagonista

La storia di Call of Duty: Black Ops Cold War riprende i grandi classici dello spionaggio in un’avventura che muove il giocatore in vari punti del globo. A differenza delle precedenti modalità campagna di Call of Duty, introduce dinamiche di gameplay del tutto innovative. In primo luogo, la possibilità di prendere scelte che avranno un effettivo impatto sulla narrazione, portando a finali completamente diversi. Si tratta sia di decisioni legate a dialoghi predefiniti o la possibilità di salvare, catturare, eliminare o meno determinati alleati e nemici.

In secondo luogo, all’interno della base di Berlino è possibile accedere alla “Bacheca degli indizi”, un’enorme lavagna che da un lato riporta i dati delle missioni, utili a alla prosecuzione narrativa, e dall’altro propone alcune missioni secondarie accessibili dopo la risoluzione di puzzle game di media difficoltà. Per accedere a questi è necessario raccogliere indizi nelle missioni primarie (oggetti che costituiscono a tutti gli effetti i “collezionabili” del gioco). L’esecuzione o meno delle missioni secondarie ha un impatto sul finale del gioco.

La “Bacheca degli indizi” di Call of Duty: Black Ops Cold War

Inoltre, la storia di Call of Duty: Black Ops Cold War introduce elementi che creano un ponte narrativo e comunicativo con l’altra nota saga targata Activision, Call of Duty: Modern Warfare. I veterani e appassionati delle storie raccontate dal noto sparatutto non potranno fare a meno di chiedersi se si tratti di semplici Easter Egg o se la software house americana si stia preparando qualcosa di più grande.

Della durata di poco meno di dieci ore (a seconda del finale scelto), la modalità campagna di Call of Duty: Black Ops Cold War sorprende sicuramente per l’impatto scenico e visivo di alcuni momenti topici e, grazie alle dinamiche summenzionate, rende possibile un’immersione maggiore rispetto ai capitoli precedenti della serie. Purtroppo però, una sceneggiatura piuttosto debole porta il gioco a rivelare troppo presto le proprie carte nascoste. Gli appassionati di narrazioni di spionaggio o i giocatori più attenti di Call of Duty: Black Ops non ci metteranno troppo a capire in che direzione sta andando la storia.

Nota di merito alla missione “Sempre più a fondo”, capace di mettere alla prova il giocatore e il videogioco stesso secondo dinamiche completamente inedite a uno sparatutto in prima persona come Call of Duty.

Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War

FINE SPOILER

Multigiocatore 

Al momento del lancio, il contenuto della componente multigiocatore di Call of Duty: Black Ops Cold War non si allontana troppo da quanto già presente in Call of Duty: Modern Warfare (2019) e più recentemente all’interno di Call of Duty: Warzone.

Di fatto, allo stesso modo del suo predecessore, il gioco è direttamente collegato alla modalità Battle Royale di Warzone (se installato sulla propria console o PC) e da questo punto di vista Activision ha incentivato l’acquisto di Call of Duty: Black Ops Cold War consentendo di guadagnare punti doppi utilizzando le nuove armi del gioco.

Allontanandosi dall’interazione combinata con Warzone, l’analisi della componente multiplayer di Black Ops Cold War a sé stante porta a considerazioni sia positive che negative. Per quanto riguarda le aree di gioco in cui affrontare gli altri giocatori, il titolo propone otto differenti mappe all’interno delle quali è possibile giocare secondo modalità differenti, tra grandi classici e novità. I vari ambienti virtuali si mostrano molto dinamici, limitando gli scenari di camping, poco tollerati dalla comunità di Call of Duty

La lobby della modalità multigiocatore

In generale il gioco appare molto fluido nella maggior parte delle modalità, specialmente le classiche da 12 giocatori, ma è in qualche modo anche piuttosto superficiale, nel vero senso della parola. Di fatto, il movimento all’interno delle otto mappe è totalmente orizzontale, c’è poca verticalità

Dopo una prima esperienza in ogni area di gioco è facile memorizzarne la struttura in modo tale da sfruttarla al meglio nelle partite successive, una nota sia positiva che negativa, poiché, se da un lato porta a una maggiore sicurezza e obiettività, dall’altro rende il multigiocatore presto ripetitivo soprattutto se si tende a giocare sempre alle stesse modalità, trasformando l’esperienza in  un “corri-spara-muori-ripeti” sin dalle prime ore di gioco.

Per quanto riguarda le singole modalità di gioco online, è qui che forse Call of Duty: Black Ops Cold War prova ad eccellere senza riuscirci del tutto. Oltre alle classiche componenti Deathmatch, Dominio, Cerca e Distruggi e similari, il gioco propone alcune nuove opzioni. La nuova modalità Scorta VIP incentiva una forte collaborazione e un’azione coordinata tra i giocatori al fine di scortare uno di loro prima che venga ucciso dalle squadre nemiche.

Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War
Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War

La nuova modalità Armi Combinate, che vede la presenza di 16 o 24 giocatori, espande il gioco in un’area molto grande in cui è possibile spostarsi con vari veicoli (scegliendo tra auto e moto) in un’escalation di modalità da Dominio a Deathmatch, ricordando per certi aspetti la componente multigiocatore della serie Battlefield. Questa modalità è indubbiamente quella che colpisce di più, con mappe molto dinamiche come “Armada”, in grado di intrattenere per una buona mezzora di gioco senza mai calare di tono. 

Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War
Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War

Infine, tra le novità, è presente la modalità Bomba Sporca Team Assalto. Da una prima occhiata sembra una versione più piccola della modalità “Malloppo” di Call of Duty: Warzone. Infatti, dopo essersi paracadutati in un’ampia area, i giocatori (collaborando in piccole squadre da quattro) hanno lo scopo di raccogliere l’uranio sparso in giro per la mappa in modo tale da attivare delle bombe posizionate in luoghi strategici. 

Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War
Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War

Per quanto sembri interessante, la presenza di quest’ultima modalità è alquanto superflua se si considera la possibilità di giocare qualcosa di simile direttamente in Warzone, progredendo con la propria esperienza di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War. Inoltre, da un punto di vista tecnico, Warzone si presenta molto già curato nei dettagli grafici e sonori rispetto all’intera modalità multigiocatore di Black Ops Cold War.

Tra le novità c’è anche il nuovo sistema di serie di punti, basato sul punteggio ottenuto e non sulle uccisioni, ma che non si azzera ad ogni morte. I punti continuano ad accumularsi anche dopo il respawn, permettendo alla maggior parte dei giocatori di puntare a ricompense di valore medio-alto. Queste spaziano dal classico velivolo da ricognizione, passano per la RC-XD (un ritorno molto apprezzato) e vari tipi di attacchi aerei, culminando con la possibilità di utilizzare la cannoniera di un AC-130.

La schermata di selezione delle serie di punti

Questa scelta porta a un automatico equilibrio delle parti tra i giocatori, che in partite legate all’ottenimento di punti in dose massiccia, come Dominio o Cerca e Distruggi possono contare su tutte le ricompense scelte, spostando lo scontro non solo tra singoli giocatori ma tra questi e i loro mezzi di distruzione (per cui è facile vedere missili Cruise che esplodono su elicotteri).

Il multigiocatore di Call of Duty: Black Ops Cold War convince fino ad un certo punto. Al momento lo scarso numero di mappe e la sovrapposizione di modalità simili tra il gioco e Warzone fa percepire la componente multiplayer come una debole alternativa al Battle Royale di successo. Magari in futuro Treyarch rilascerà contenuti aggiuntivi in grado di cambiare le sorti dello sparatutto in prima persona più combattuto.

Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War

Zombi

Il terzo pilastro su cui si regge Call of Duty: Black Ops Cold War è la modalità zombi. Presente sin dal suo esordio in Call of Duty: World at War (2008) ha accompagnato tutti i capitoli della saga di Black Ops e ritorna qui in una meravigliosa mappa in grado di scavare nei ricordi dei giocatori più anziani che “si sono fatti le ossa” su Nacht der Untoten in World at War.

La nuova mappa Die Maschine è introdotta con una cutscene che rivela la presenza di scavi archeologici in Est Europa,condotti prima dai nazisti con il Projekt Endstation e in seguito dai sovietici (il video introduttivo è davvero uno splendido lavoro di art direction). L’area di gioco è ricca di Easter Egg, con riferimenti a tutta la saga di Black Ops, ed è completamente esplorabile, aprendo le porte giuste. 

Ciò che risalta gli occhi sin dai primi minuti in mezzo agli zombi è la chiarezza con cui la mappa si mostra al giocatore. Il radar in sovrimpressione contiene tutte le indicazioni per i potenziamenti delle armi e del protagonista, mentre una voce fuori campo ci dice cosa fare e come muoverci, costruendo una valida narrazione che coinvolge non-morti e dimensioni parallele.

Il sistema di progressione e avanzamento all’interno della mappa è lo stesso degli altri capitoli della serie: uccidendo zombi si guadagnano punti utili all’apertura di porte, acquisto di armi e potenziamenti. Treyarch ha avuto l’ottima idea di rimuovere protagonisti fittizi come gli attori di Hollywood o i soldati dei passati capitoli, ma di far utilizzare il proprio operatore della modalità multiplayer, con le classi e le armi personalizzate che si possiedono.

Gli operatori nella scena introduttiva della modalità Zombi

In questo modo sarà possibile progredire con i livelli delle singole armi, sbloccando accessori da utilizzare anche nel multigiocatore. Inoltre, per sbloccare alcuni operatori è proprio necessario progredire all’interno della modalità zombi. Uno di questi, ad esempio, si ottiene solo ed esclusivamente dopo aver portato a termine 3 estrazioni. L’estrazione è una delle novità della modalità zombi, in cui adesso è possibile fuggire dall’area di gioco, terminando la partita mantenendo i punti ottenuti più un bonus, evitando quindi di essere schiacciato dall’ennesima ondata di non-morti.

La modalità zombi di Call of Duty: Black Ops Cold War convince del tutto riuscendo a divertire e spaventare i giocatori. Purtroppo l’unico problema, probabilmente momentaneo, è la presenza di una sola mappa di gioco.

Parte della mappa Nacht der Untoten è presente nella nuova Die Maschine

Call of Duty: Black Ops Cold War – Dead Ops Arcade

Call of Duty: Black Ops aveva introdotto sotto forma di Easter Egg una modalità zombi in terza persona con visuale dall’alto denominata Dead Ops Arcade. Anche questa fa il suo ritorno in Call of Duty: Black Ops Cold War e, pur essendo parte della più ampia modalità zombi, merita una menzione particolare per la cura dedicatagli in questo capitolo.

L’unica missione al momento disponibile è introdotta da una cutscene che trasuda l’atmosfera videoludica degli anni Ottanta: ricca di colori, in stile cartone animato introduce le avventure di Dead Ops Arcade 3 – Rise of the Mamaback.

Cutscene introduttiva di Dead Ops Arcade

Lo scopo di questa modalità è competere con altri tre giocatori per ottenere il punteggio più alto in termini di uccisioni e potenziamenti stravaganti ottenuti (tra razzi laser, bombe elettriche e falci).

Tra le novità più accattivanti è necessario menzionare la possibilità di poter passare dalla visuale in terza persona zenitale alla classica visuale in prima persona, raccogliendo determinati gettoni lasciati cadere a terra dagli zombi uccisi.

La visuale in prima persona di Dead Ops Arcade

Le animazioni, i suoni e ogni azione dei quattro giocatori è ben curata e invita il giocatore a proseguire nella sfida, lasciando i compagni caduti a terra e eliminando la maggior quantità possibile di non-morti. 

Purtroppo però, anche in questo caso, la presenza di un’unica area di gioco, anche se strutturata su più livelli, rende l’esperienza presto noiosa e ripetitiva.

Immagine di gioco di Call of Duty: Black Ops Cold War

Conclusione

La sensazione complessiva che accompagna l’esperienza di gioco in Call of Duty: Black Ops Cold War è l’assenza di qualcosa e la presa di coscienza che tutti e tre i pilastri che regolano il gioco, ossia la campagna, il multigiocatore e la modalità zombi, siano troppo brevi. Questo rivela forse il lancio di un gioco dal grande potenziale non ancora del tutto sfruttato.

Certo, la produzione, lo sviluppo e la distribuzione del gioco sono avvenuti in un periodo non del tutto roseo per il mercato videoludico internazionale, che indubbiamente risente delle conseguenze dell’attuale situazione pandemica. Però, come dimostrato già da Call of Duty: Modern Warfare, grazie a contenuti aggiuntivi rilasciati in corso d’opera è possibile migliorare un gioco. E speriamo in questo, mentre continuiamo a scappare da agenti segreti, zombi e giocatori frustrati.

7.5

Call of Duty: Black Ops Cold War non sfrutta a pieno il suo potenziale, mostrandosi con una campagna di brevissima durata, poche mappe per il multiplayer e un’unica mappa per l’esperienza zombi. Treyarch sorprende ma ha ancora molto da fare.

  • Campagna avvincente e visivamente fantastica
  • La modalità Armi Combinate è una grande novità
  • La migliore mappa zombi realizzata finora
  • Sceneggiatura debole, a tratti prevedibile
  • Multigiocatore troppo simile a Warzone
  • Una sola mappa per la modalità zombi

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