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Crysis Remastered – Recensione

di Matteo Rossi

Pubblicato il 2020-09-22

Crysis è una serie che ha rappresentato molto più di un videogioco. Per i giocatori PC questa monumentale fatica di Crytek ed i suoi seguiti sono stati dei veri e propri benchmark ludici. Anche i personal computer più potenti dell’epoca tremavano dinnanzi all’altissima qualità grafica di un’opera, che a causa dei limiti tecnici, è stata …

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Crysis è una serie che ha rappresentato molto più di un videogioco. Per i giocatori PC questa monumentale fatica di Crytek ed i suoi seguiti sono stati dei veri e propri benchmark ludici. Anche i personal computer più potenti dell’epoca tremavano dinnanzi all’altissima qualità grafica di un’opera, che a causa dei limiti tecnici, è stata giocata interamente da molti meno utenti di quanti ne volessero godere.

Per quanto non sia un prodigio, la ri-masterizzazione di questo prodotto cult assume un retrogusto dolce. Diviene il simbolo di rivalsa per tutti quelli che nel lontano 2007 non riuscirono a far girare questo mostro e che adesso, con qualche ritocco per nulla invadente, possono godersi facilmente in alta definizione.

Electronic Arts distribuisce la versione migliorata un gioco che ha segnato un’epoca e che, grazie anche a questa mossa di mercato, difficilmente cadrà nel dimenticatoio. Crysis è stata una grande spinta per il mercato degli fps. Crytek abbracciò un’indole fantascientifica, con il quale modellò un prodotto unico nel suo genere, destinato ad influenzare l’intero mercato.

Crysis Remastered è ora disponibile per tutte le piattaforme
Crysis Remastered è ora disponibile per tutte le piattaforme

Crysis Remastered: un restauro ben riuscito?

Sono passati 13 anni da quando Crytek sconvolse il mondo del PC gaming ridimensionando le capacità tecniche delle macchine dell’epoca. Assieme ai due sequel, Crysis per anni è stato sinonimo di prova finale per la solidità di una configurazione. Qualora un PC fosse riuscito a far girare uno di questi 3 giochi, entrava ufficialmente nell’elite del gaming.

Nel 2020 le nostre schede video e i processori hanno fatto salti di qualità importanti e Crysis non è più un banco di prova, ma finalmente viene riprodotto a risoluzioni top con un frame-rate che gli renda giustizia. Oggi chiunque è messo nelle condizioni di apprezzare un prodotto storico, che portò aria fresca al genere.

Il titolo è un FPS story-driven, ambientato principalmente in ambienti tropicali. Il ray-tracing implementato con questa ri-masterizzazione non è al livello di quello visto in Control o Battlefield V, ma contribuisce alla magnificenza dei paesaggi e dei dettagli lucidi. Purtroppo però questa tecnologia non basta per nascondere alcune sbavature, che impediscono di adattare al meglio Crysis ad un contesto videoludico come quello odierno.

Anche i prodotti di seconda fascia dell’industria, oggi, godono di aspetti tecnici veramente pregevoli. Se Crytek nel 2007 era un faro, oggi il suo gioco non è all’altezza della concorrenza. La remastered, che non è un remake, assottiglia la differenza e adatta il prodotto a risoluzioni in 4K, ma non riesce a donare ad esso un impatto totalmente contemporaneo.

Tanto quanto il comparto visivo, anche le meccaniche di gioco, i movimenti e il feeling generale profumano di vintage. Il giocatore si sente ingabbiato all’interno di un protagonista dai movimenti legnosi e “giocattolosi”. L’uso delle armi, i combattimenti e l’intelligenza artificiale nemica per quanto fossero grandiose nel 2007, oggi sono parecchio indietro con i tempi. Nonostante questo, Crysis Remastered risulta sicuramente giocabile, soprattutto grazie ad elementi innovativi che gli sviluppatori riuscirono a sfornare già negli anni 2000.

Scorci che all’epoca mozzavano il fiato

I poteri che la tuta bionica conferiscono sono divertenti da mettere in atto e contribuiscono alla costruzione di strategie cervellotiche per penetrare le linee nemiche. Invisibilità, corazza, super-velocità e super salto sono capacità che non vediamo spesso in un FPS e che ai tempi sapevano di futuro.

E’ palese come originariamente Crysis subì l’influenza di Far Cry, altra grande opera di Crytek che passò poi interamente nelle mani di Ubisoft. Far Cry 2 e soprattutto Far Cry 3 subirono a loro volta l’influenza della serie Crysis, soprattutto in termini esplorativi, nelle meccaniche stealth e più marginalmente nel gunplay (utilizzo delle armi).

Crysis a chi è rivolto?

Questa remastered non è un modo per avvicinare le nuove leve alla serie, quanto più un perno con il quale risvegliare il romanticismo dei fan di lunga data. Le meccaniche risultano fuori contesto per chi si è approcciato all’industria videoludica solo recentemente.

Come accennato prima, Crysis remastered sembra essere pensato proprio per quegli utenti che nel 2007 non riuscirono a far girare il gioco sul proprio PC. L’amarezza del fallimento può finalmente venire addolcita da un prodotto che guadagna la sufficienza soprattutto grazie alla bontà di partenza. I ritocchi apportati faticano a giustificare la spesa di 30€ per un’opera che riporta l’utente negli anni 2000, esaltando molto i difetti di un titolo dell’epoca e molto poco i pregi.

Crysis ha un’importanza culturale per gli appassionati di videogiochi e dispiace vedere come questo tentativo di rinascita fatichi a trovare un proprio spazio nel 2020. Da un eventuale successo di questa ri-masterizzazione potrebbe dipendere la ripresa in mano di un brand che, soprattutto con l’arrivo della next-gen, potrebbe veramente far sentire la propria voce.

Il ray-tracing contribuisce a mascherare sbavature tecniche

Crytek negli anni ha perso smalto, relegandosi a produzioni valide ma meno altisonanti rispetto al passato. Dopo Far Cry e Crysis, gli sviluppatori tedeschi partorirono Ryse: Son of Rome, esclusiva Microsoft dall’altissimo profilo tecnico ma dalla innegabile pochezza ludica. Lo studio è rimasto travolto dalla propria minuziosità tecnica che troppo spesso ha sommerso lacune di gameplay e divertimento.

6

Crysis Remastered migliora l'aspetto di un prodigio che nel 2007 scoraggiò milioni di giocatori di tutto il mondo con la propria avidità prestazionale. Chi vide i propri sogni infranti all'epoca, ora può facilmente far girare sul proprio computer questa riproposizione che fatica ad innovare lasciando ampio spazio alle qualità, ma soprattutto ai limiti, dell'opera di partenza.

  • Ray tracing apprezzabile
  • Nessuna innovazione di gameplay
  • Texture zoppicanti nel 2020
  • Ri-masterizzazione che mette in evidenza più i difetti che i pregi dell'epoca

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