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Daymare 1998 – Recensione della Black Edition

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2020-05-10

Daymare 1998 è stato realizzato dai ragazzi di Invader Studios come lettera d’amore ai classici survival horror, prendendo non solo spunto dai titoli passati, ma implementando anche diverse novità interessanti. In seguito allo scoppio di un gas chimico che ha trasformato gli abitanti di una piccola cittadina in mostri, è stata inviata una pattuglia di …

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Daymare 1998 è stato realizzato dai ragazzi di Invader Studios come lettera d’amore ai classici survival horror, prendendo non solo spunto dai titoli passati, ma implementando anche diverse novità interessanti. In seguito allo scoppio di un gas chimico che ha trasformato gli abitanti di una piccola cittadina in mostri, è stata inviata una pattuglia di “pulizia” al fine di ripulire il laboratorio, distruggere qualsiasi prova dell’esistenza del gas, eliminare tutti i dipendenti e garantire un campione della sostanza chimica pericolosa.

Come ogni horror che si rispetti, le cose non andranno secondo i piani, scatenandosi di conseguenza, un vero e proprio inferno in terra. Daymare 1998 segue la storia di tre diversi personaggi, mentre cercano di sopravvivere ad un’imminente catastrofe. Sebbene la storia ci venga raccontata secondo le diverse prospettive vissute dagli eventi dei tre protagonisti, ho trovato la trattazione di Samual più interessante rispetto agli altri due agenti. Quest’ultimo soffrirà di alcune gravi allucinazioni per le quali dovrà prendere le medicine. Queste causeranno forti disturbi al personaggio, facendogli credere dell’effettiva presenza di nemici, che alla fine si riveleranno delle semplici finzioni.

Prendere spunto dal passato, ma in chiave moderna

Sebbene Daymare 1998 si rifaccia ai vecchi titoli horror, dal punto di vista del gameplay non è mai così. Il titolo presenta una visuale in terza persona, con la fotocamera sempre dietro le spalle dei nostri protagonisti. Nonostante si tratti di una scelta stilistica alquanto moderna, rispetto quella di utilizzare angoli di ripresa fissi, il titolo realizzato da Invader Studios dimostra in pieno la forte ispirazione ai videogames e film horror degli anni 90. Il combat system, a maggior ragione dopo le recenti uscite sul mercato dei remake dedicati a Resident Evil 2 e Resident Evil 3, risulta abbastanza datato, con un ritardo di ben tre anni per la controparte PS4. Nonostante il titolo presenti diversi deficit, soprattutto in termini di feed quando si spara ai nemici (poco appagante), riesce complessivamente a “tenere botta” con i titoli più recenti.

Lo scontro con i mostri risulta divertente e teso, soprattutto con quelli che si muovono con maggior velocità. Quelli lenti non rappresentano mai una grande sfida. La varietà dei nemici risulta essere alla lunga risicata, troveremo esclusivamente “zombie” generati dalla pericolosa sostanza chimica, nulla di più. I mostri zombi non sono solo gli unici nemici generati dalla sostanza chimica.

Una gestione dell’inventario “poco sensata”

Una delle principali problematiche del titolo è sicuramente l’inventario. La gestione degli strumenti è davvero mal strutturata, rendendo difficile anche le azioni più semplici ed immediate, costringendo il videogiocatore ad affrontare tante meccaniche inutili e alla lunga seccanti. Ovviamente in Daymare 1998 sono presenti articoli sanitari e diverse munizioni, ma non è tutto, dato che il survival horror di Invader Studios introduce anche stimolanti per incrementare la difesa, migliorare la precisione e migliorare i tempi di ricarica delle munizioni.

Daymare 1998

Nonostante il titolo presenti al suo interno un vastissimo armamentario, la maggior parte degli oggetti tenderemo ad non usarli, dato che per far fuori una manciata di nemici basterà una semplice esplosione. Altra meccanica “inspiegabilmente” complicata è la gestione delle munizioni. Una volta raccolte, queste non potranno essere equipaggiate direttamente nell’arma, ma avremo bisogno di trovare anche dei proiettili. Senza questi non potremo ricarica l’arma…

Inoltre le munizioni sono diversificate per ogni tipologia d’arma, quindi non ci vorrà molto prima che il vostro inventario sia completamente pieno, trovandovi costretti a lasciarvi per strada diversi oggetti, dato che le casse di raccolta sono poche, e parecchio distanti l’una dall’altra.

Un mondo terrificante da esplorare

Uno degli elementi maggior riusciti in Daymare 1998 è sicuramente l’esplorazione del mondo di gioco. Le location riesco a trasudare a pieno il senso di pericolo, dovuta anche alla presenza di una continua minaccia, che potrebbe nascondersi dietro l’angolo. Inoltre le ambientazioni sono diversificate tra loro e ben caratterizzate, difatti ci ritroveremo non solo ad esplorare il laboratorio dove è successa la catastrofe, ma anche una città infestata, un ospedale fatiscente ed una grande azienda farmaceutica.

Altro elemento degno di nota è la moltitudine di easter egg sparsi all’interno della mappa di gioco, con riferimenti a franchise iconici del periodo come: Scream, Terminator 2 e chiare menzioni alla famigerata miscela chimica di Resident Evil per distruggere Plant 42. Nota di merito anche per il sound design, abbastanza curato, con effetti ambientali e soundtracks che conferiscono all’ambiente il giusto clima di terrore e di inquietudine.

6.2

Daymare 1998 trattasi complessivamente di un buon gioco, con location suggestive e ottime idee di fondo, le quali però tendono a venire meno a causa di un combat system poco appagante e parecchio macchinoso, soprattutto per quanto riguarda la gestione dell'inventario e delle munizioni. Inoltre, nonostante la dichiarazione d'amore di Invader Studios nei confronti degli horror degli anni novanta risulti essere più che apprezzabile, il ritardo di ben tre anni del porting su console mostra diversi deficit grafici, in particolar modo dopo i recenti remake di RE 2 e RE 3.

  • Ricalca in pieno gli horror degli anni 90
  • Diverse location sono abbastanza suggestive...
  • Poca varietà nei nemici
  • ...ma i poligoni dei protagonisti e combat system ormai datati
  • Gestione dell'inventario macchinosa e poco sensata

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