logo

Fire Emblem Engage, Recensione: risplendi Fire Emblem!

di Riccardo Scolari

Pubblicato il 2023-03-05

Fire Emblem Engage si unisce tracotante alla scacchiera di Intelligent Systems, con un gameplay straordinario a discapito di una storia non convincente.

article-post

Quando un determinato quadro si fonda su dei principi divenuti col tempo stantii, è necessaria una voce fuori dal coro: un’opinione altisonante, dettata dalla non ingerenza e dalla scocciatura dello stato di un genere che si è man mano solidificato. Nel lontano 1990, Shouzou Kaga, creatore della saga Fire Emblem, ha tramutato tale voce in idee, le quali hanno portato innovazione, seppur castrate a causa dalla tecnologia dell’epoca.

Dopo oltre 30 anni di memorabili epopee cavalleresche, Intelligent Systems aggiunge un ulteriore pezzo all’interno della sua inestimabile scacchiera, un importante tassello di un’evoluzione e un rinnovamento che la serie rincorre da decenni, al contempo senza snaturare le caratteristiche cardinali sulla quale si fonda. Fire Emblem Engage rappresenta, sia una celebrazione della saga nipponica, che il ponte di congiunzione tra il suo passato, il suo presente e il suo futuro.

Dopo ben 45 ore di gameplay (più o meno il tempo che vi servirà per finire questo titolo), siamo pronti a tirare a lucido l’ultima fatica della software house del Sol Levante, sviscerando gli aspetti luccicanti e opachi di questa splendida opera.

Il Signore degli Emblemi

La storia è ambientata nel continente immaginario di Elyos, ove mille anni prima dei fatti raccontati in Fire Emblem Engage aveva visto i suoi quattro regni fronteggiare la minaccia del Drago Maligno Sombron in una cruenta ed estenuante guerra. Il conflitto volse al termine grazie all’aiuto di dodici eroi leggendari evocati da altri mondi attraverso dei singolari anelli, i quali sigillarono la temibile creatura oscura facendola eclissare dall’Elyos, permettendo alle sue terre in rovina di riacquisire il loro antico splendore.

Fire Emblem Engage
Il Drago Divino Alear assieme all’eroe leggendario Marth (protagonista del primo Fire Emblem)

Il protagonista di Fire Emblem Engage è Alear (personaggio personalizzabile per quanto concerne il genere d’appartenenza), eroe leggendario venerato alla stregua di una divinità che, dopo le ingenti ferite riportate durante la guerra contro il Drago Maligno, è sprofondato in un sonno profondo per dieci incessanti secoli. Poco dopo il suo risveglio, si ricongiunge con la premurosa e affascinante madre Lumera, dalla quale eredita l’arduo compito di radunare tutti gli Anelli degli Emblemi sparsi per il continente.

Seppur colpito da una misteriosa amnesia riconducibile al sonno millenario, Alear da inizio al suo pellegrinaggio per l’Elyos alla ricerca degli anelli mancanti, così da far fronte all’inevitabile ritorno del temibile Drago Maligno Sombron e dei suoi scagnozzi.

Ciò che conta non è tanto da dove vieni, ma dove stai andando

L’impianto narrativo di Fire Emblem Engage si discosta fortemente da quello visto in Fire Emblem: Three House, privilegiando una struttura semplificata basata su un’unico filone fortemente linerare. Seppur tale decisione può allontanare coloro che avevano apprezzato la narrazione multipla adottata a partire da Fire Emblem Fates, la storia mantiene alto l’interesse circa gli sviluppi degli avvenimenti, seppur confezionando dei colpi di scena alquanto scontati.

Nel corso della sua epopea, Alear fa la conoscenza di un vasto e variegato ventaglio di personaggi, i quali si differenziano tra di loro in base agli usi e costumi del proprio lignaggio. Il character design di quest’ultimi è stato affidato a Mika Pikazo, nota illustratrice giapponese, per la sua eccezionale tecnica e per l’utilizzo di colori rigogliosi, vivaci e scoppiettanti.

Fire Emblem Engage
Art di alcuni personaggi

Nonostante l’eccentrica rappresentazione estetica, i personaggi comprimari non vantano un approfondita caratterizzazione, la quale sfocia spesso in stereotipi. La stessa cosa non si può dire per Alear, personaggio sfaccettato che ci viene presentato sin dalle prime battute come un semplice ragazzo terrorizzato da un futuro ineluttabile ed incombente. Nel corso di tutto il viaggio di Fire Emblem Engage, vivremo il Viaggio dell’Eroe di Alear, da fanciullo privo di ricordi e spaventato, a condottiero e padrone di sé.

La narrazione di Fire Emblem Enagage è molto incentrata sui dialoghi tra i personaggi, anche se essi presentano una scrittura alquanto banale e superficiale. Analogamente per quanto riguarda la regia, sciatta e statica, la quale si riprende notevolmente durante le meravigliose cut scene in computer grafica, notevolmente più dinamiche con animazioni fluidissime e spettacolari.

Quelli del Somniel

Lo sgargiante continente di Elyos, come già accennato in precedenza, è composto da quattro nazioni ben distinte tra loro: la verde e rigogliosa Firene, l’ardimentosa e rocciosa Brodia, la fredda e tenebrosa Elusia ed infine la soleggiata e dorata Solm. Tutti questi biomi si rispecchiano nei campi di battaglia, regalando varietà di scenografia ad ogni scontro.

Fire Emblem Engage
Somniel, dimora del Drago Divino

Per curarsi le ferite postume alla battaglia e organizzarsi per quella imminente, Alear e i suoi alleati si rifugiano all’interno del Somniel, isola fluttuante della terra sacra di Lythos. All’interno della dimora del Drago Divino, è possibile rifornirsi presso gli empori presenti nella piazza principale, esercitarsi all’interno dell’Arena, oltre a intrattenere conversazioni con i personaggi comprimari per imparare a conoscerli meglio ed aumentare il legame con loro.

Inoltre, proseguendo con la storia di Fire Emblem Engage, si sbloccheranno una serie di minigiochi: come allenarsi in compagnia del principe di Firene in sfiancanti esercizi di ginnastica oppure destreggiarsi nell’arte della pesca. Girovagando per i solenni giardini dell’isola, ci imbatteremo in una bizzarra creatura, la quale ci terrà compagnia nelle nostre attività quotidiane oltre a rifornirci di frammenti di legame. Quest’ultimi sono ottenibili conversando con i vari personaggi oppure completando gli obbiettivi della bacheca nella sala da pranzo.

La struttura sistematica assegnata al Somniel, ossia quella di fungere da intervallo tra una disputa e l’altra, può sul lungo termine stancare, data la ripetitività delle attività al suo interno. Non perdetevi d’animo, le rifiniture al vostro esercito possono essere eseguite attraverso il menù, sia all’interno della mappa del mondo di gioco che durante i preparativi prima dell’inizio della battaglia.

Un gameplay tanto nostalgico quanto innovativo

Il desiderio di Kaga era quello di amalgamare una storia d’impatto e emozionante ad un gameplay divertente e soddisfacente. Nonostante le sue buone intenzioni, il progetto ambizioso del game designer giapponese era tutto fuorché una passeggiata. Nel corso della sua storia, Fire Emblem ha visto continuamente oscillare l’ago della bilancia senza trovare un punto di equilibrio. Con Fire Emblem Engage l’ago della bilancia è vertito a favore del gameplay, confezionando un sistema di combattimento incredibile.

Il sistema di combattimento di Fire Emblem Engage ricalca fortemente quello visto nei precedenti episodi, più slanciato e intuitivo. L’ormai nota morra cinese, basta sul rapporto tra le armi, ha un ruolo molto più impattante rispetto al passato, grazie all’inserimento della Breccia, uno stato provocato dalle armi avvantaggiate che impedisce al nemico di contrattaccare nel turno successivo.

Fire Emblem Engage
Schermata antecedente alla battaglia

Il campo di battaglia è irto di pericoli e minacce: come la nebbia che limita la visuale o ostacoli come i miasmi. Come se non bastasse, nel bel mezzo della missione saremo sorpresi dall’ingresso di rinforzi nemici, i quali tenderanno ad apparire alle nostre spalle nei momenti più impensati, è doveroso dunque calcolare ogni singola mossa per non incappare in uno spiacevole Game Over. Da evidenziare è l’intelligenza artificiale dei nemici di Fire Emblem Engage, soddisfacente e punitiva.

I ragazzi di intelligent Systems non sono però voluti essere così crudeli, implementando all’interno del sistema di combattimento la Cronogemma del Drago, manufatto che permette al giocatore di riavvolgere il tempo, così da permettergli di intraprendere una strategia differente. L’utilizzo dell’artefatto varia in base alla difficoltà: a livello Difficile può essere utilizzata solo un numero limitato di volte, mentre a Normale l’utilizzo è illimitato.

Dopo ogni scontro è possibile esplorare le location nella quale si è svolto, dettagliate seppur circoscritte, all’interno delle quali è possibile scovare materiali utili per potenziare l’equipaggiamento delle varie unità e specie di animali da adottare per poi ritrovarle in un secondo momento nel Somniel. Nella mappa del mondo di Elyos, oltre alle missioni principali, sono presenti le missioni Appendici, ovvero le classiche missioni secondarie. Dopo aver visitato le quattro nazioni del continente di Fire Emblem Engage, potremo attingere alle Donazioni, le quali incrementeranno vertiginosamente le risorse conseguibili.

Fire Emblem Engage
Oltre ad acquisirne le abilità, le unità fondendosi con gli Emblemi possono cambiare aspetto

Passiamo adesso alla novità più splendente di Fire Emblem Engage, ossia gli Emblemi. Il potere dei dodici eroi leggendari può essere incanalato in ognuna delle unità presenti all’interno del gioco, fornendo ad ognuno di essi abilità uniche. Tali abilità possono essere ereditate permanentemente attraverso l’utilizzo di frammenti legame presso la Sala degli Emblemi nel Somniel, dove è possibile perfino creare degli anelli minori che si estrapolano dagli Emblemi in nostro possesso in pieno stile gacha.

Le sinergie realizzabili tra gli Emblemi e i personaggi sono incalcolabili, la combinazione tra essi può dare sfoggio a una miriade di formazioni e tattiche differenti. Per estrapolare il massimo potenziale dagli anelli degli eroi leggendari è necessario incrementare il legame con loro, così da poter aver accesso a abilità straripanti e talenti versatili. Immancabile è il canonico sistema di classi, il quale permette alle unità di potenziarsi notevolmente nel campo da loro prediletto.

Fire Emblem Engage sotto l’aspetto tecnico e grafico rappresenta un vero e proprio gioiello, con prestazioni eccellenti e animazioni sbalorditive. Anche il comparto sonoro svolge un lavoro egregio, accompagnando valentemente i momenti concitati e quelli pacati, arrangiando i temi più iconici della saga. Infine, la miriade di attività presenti nel continente di Elyos prolungheranno notevolmente la vostra permanenza al suo interno, anche se essa varierà in base allo stile di approccio che adotteremo.

8.3

Fire Emblem Engage rappresenta la massima espressione della concezione di Shouzou Kaga, con i suoi punti fulgenti e i suoi punti torpidi. Nonostante una storia semplice e a tratti fin troppo banale, il sistema di combattimento brilla di luce propria, uno splendore travolgente che sedurrà chiunque ci entri a contatto.

  • Combat System stratosferico, divertente ed impegnativo
  • Comparto grafico e tecnico di prim'ordine
  • Longevo e vario
  • Storia semplice con colpi di scena fin troppo banali
  • La struttura sistematica del Somniel si poteva architettare meglio

Seguici anche su:

Iscriviti alla Newsletter

Seguici su Google News

Potrebbe interessarti anche