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Fire Emblem – Memorie videoludiche #9

di Riccardo Scolari

Pubblicato il 2023-01-14

In attesa dell’imminente uscita di Fire Emblem Engage su Nintendo Switch, ripercorriamo assieme la storia della saga di Fire Emblem.

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Manca sempre meno all’uscita di Fire Emblem Engage, nuovo capitolo della longeva saga strategica targata Nintendo e Intelligent Systems in uscita su Nintendo Switch. Questo titolo rappresenta un’importante tassello di un’evoluzione e un rinnovamento che la serie sta rincorrendo da anni, al contempo senza snaturare le caratteristiche cardinali. In questo nuovo capitolo della nostra rubrica “Memorie Videoludiche”, ripercorriamo insieme la storia di Fire Emblem e di come tutto ebbe inizio.

Il crepuscolo di Fire Emblem

L’origine di Fire Emblem, seppur venga associata all’azienda giapponese di videogiochi Intelligent Systems, è da attribuire allo sceneggiatore della Nintendo, Shozo Kaga, e ad alcuni stagisti. Fire Emblem, inizialmente denominato Battle Fantasy Fire Emblem, nasce come un semplice abbozzo, dopo che il dipartimento R&D1 e Intelligent Systems avevano deciso di intraprendere la strada dei giochi di ruolo.

Fire Emblem
Fire Emblem: Shadow Dragon & the Blade of Light, primo titolo della saga

Il titolo, partorito dalla mente di Kaga, aveva come scopo quello di rivolgersi ad una più vasta gamma di persone, riducendo al minimo le statistiche e i valori numerici che avevano da sempre contraddistinto il genere. Il suo fine ultimo era quello di amalgamare in modo innovativo il gameplay strategico con la narrativa dei giochi di ruolo.

Affacciarsi al futuro con le possibilità del passato

Secondo Shozo Kaga all’epoca esistevano due tipi di videogiochi di ruolo di stampo nipponico: c’erano quelli divertenti ma banali sul fronte narrativo e quelli con una storia d’impatto ma che erano noiosi da giocare. Stufo di questo quadro stantio, Kaga optò per una storia corale, con un variegato cast di personaggi che ruotava attorno ad un protagonista.

Tutti i personaggi giocabili dovevano essere contraddistinti da una caratterizzazione profonda, così che fosse stato facile affezionarsi ad essi. Inoltre l’ideatore aveva pensato ad una serie di bivi morali nel quale le scelte prese dai singoli personaggi avrebbero cambiato il corso della storia.

Fire Emblem
Marth, iconico protagonista della saga

Seppur avessero a disposizione una bozza innovativa e ambiziosa, Intelligent Systems fu costretta a scartare tante idee a causa della tecnologia del tempo. Grazie all’aiuto del producer Gunpei Yokoi e al director Keisuke Terasaki, la casa di sviluppo (che all’epoca contava una manciata di sviluppatori) riuscì ad aggirare il problema della memoria mancante, utilizzando quella comunemente usata per salvare le partite, congegnando un nuovo chip per implementare il testo in ideogrammi nelle cartucce del Famicom.

Il prodotto finale che approdò negli scaffali nel lontano 1990 era molto dissimile dall’idea originale di Kaga, ma non per questo meno innovativo. All’uscita la critica fu molto fredda nei suoi confronti, additando la colpa ad una grafica sciapa e a meccaniche poco intuitive. Nonostante ciò ottenne un ottimo responso da parte del pubblico registrando delle buone vendite, che portarono Nintendo ad autorizzare lo sviluppo di un sequel.

Da quel preciso momento, la strada per la saga di Fire Emblem era spianata, tanto che ad oggi conta 13 titoli della serie principale, 4 spin-off e 3 remake. Inizialmente molti dei titoli del franchise sono stati pubblicati esclusivamente in Giappone, mentre Fire Emblem: La Spada Ardente, settimo capitolo della saga, fu il primo ad approdare anche in Europa e Stati Uniti, così come il settimo capitolo della saga compatriota Final Fantasy.

Fire Emblem
Fire Emblem: La Spada Ardente

Vi ricordiamo che Fire Emblem Engage sarà disponibile dal 20 gennaio per Nintendo Switch e prossimamente sul nostro sito troverete una recensione approfondita a riguardo. Stay tuned.

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