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L’esorcista del Papa, Recensione – Un buon esorcismo?

di Simona Ciccarini

Pubblicato il 2023-04-13

L’esorcista del Papa vede Russel Crowe nei panni di Padre Gabriele, esorcista della diocesi di Roma alle prese con un caso particolare.

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Il 14 aprile viene distribuito nelle sale italiane l’ultimo film di Julius Avery (Samaritan), L’esorcista del Papa. Tratto dal libro Un esorcista racconta, scritto da Padre Gabriele Amorth in carne ed ossa, il film è, infatti, tratto dalle sue memorie, da colui che ha effettuato più di 70.000 esorcismi per il Vaticano. Ad interpretare il protagonista della pellicola è stato scelto Russel Crowe (Il Gladiatore).

La storia racconta di un particolare esorcismo che Padre Gabriele deve affrontare, dove un giovane ragazzino americano viene impossessato da un demone durante la ristrutturazione dell’antico castello che il padre ha lasciato alla famiglia in Spagna. Gabriele dovrà affrontare, con l’aiuto del parroco del posto, il demone più pericoloso che abbia mai incontrato.

Un plauso agli attori

Il primo fattore che ci sentiamo di sottolineare è la bravura degli attori, in particolare del dodicenne Peter DeSouza-Feighoney, che ne L’esorcista del Papa interpreta il giovane impossessato, Henry. Le capacità espressive del ragazzo sono davvero inquietanti ed efficaci, oltre che difficili, considerando anche lo scarso uso della computer grafica durante le sue scene. Il giovane attore è apparso in riviste di moda, ma questo è il suo debutto nel mondo Hollywoodiano.

Un’ottima interpretazione è anche quella di Russel Crowe, che è riuscito a parlare un italiano pulito e senza (quasi) accento, aggiungendo addirittura la cadenza italiana al suo inglese. L’attore ed in generale il film, però, sono già stati criticati dalla Associazione Internazionale degli Esorcisti sulla base del trailer, definendo L’esorcista del Papa “inaffidabile” e “pretenzioso”.

Il film vanta anche attori italiani del calibro di Franco Nero (Django, La danza nera), che interpreta il Pontefice, e Alessandro Gruttadauria (La piovra).

Tra luci ed ombre

La regia de L’esorcista del Papa è pulita e lineare, senza però scadere nel banale. Infatti, anche durante le scene dell’esorcismo, lo spettatore comprende tutto quello che sta accadendo e alcuni piani sequenza sono molto suggestivi.

Questo anche grazie all’aiuto di scenografia e fotografia: essendo Gabriele al servizio del Vaticano, non mancano splendidi scorci della città eterna. Mentre le scene a Roma sono piene di luce che mostrano l’immensità della città, al contrario le scene nella magione spagnola sono buie e claustrofobiche, per sottolineare la presenza del male tra quelle mura.

L’esorcista del Papa: non solo un horror

Quello che rende L’esorcista del Papa interessante, rispetto a molti altri film sugli esorcismi, è che qui c’è un vero e proprio mistero intorno alla possessione del giovane Henry ed è per questo che Gabriele si interessa al caso. Lui e il suo collega Padre Esquibel, prete della zona, devono improvvisarsi anche detective per capire che cosa stia succedendo, aggiungendo una componente thriller a quella horror.

Inoltre, Gabriele è un uomo simpatico e gioviale che fa spesso battute per risollevare gli animi anche nei momenti peggiori, strappando non poche risate anche agli spettatori in sala.

A parte qualche piccola pecca, come qualche ridicolo clichè horror, L’esorcista del Papa per essere un film sugli esorcismi è ben fatto ed è interessante. Un lato positivo è denotato dallo scarso utilizzo della computer grafica per 3/4 del film, dove vengono utilizzati molti effetti artigianali, cosa rara da trovare nel cinema di oggi, saturo ormai di effetti visivi.

Purtroppo, però, l’ultimo quarto della pellicola fa ricredere, da questo punto di vista, a causa di un uso esagerato e immotivato di CGI. Sembra che la produzione si sia magicamente resa conto che il budget rimasto è più di quanto si aspettasse e voglia sfruttarlo in qualche modo.

7

L'esorcista del Papa risulta essere una buona pellicola per il genere che tratta e per la tipologia di storia che racconta. Le interpretazioni del cast sono ottime ed è interessante la miscela fra thriller e horror. Peccato per qualche clichè di troppo e per l'errato uso della computer grafica, in particolare nell'ultimo quarto di film.

  • Interpretazioni
  • Locations e scenografie
  • Trama
  • CGI
  • Clichès

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