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She-Hulk, Recensione del quinto episodio – Pochissima roba

di Mattia Loiacono

Pubblicato il 2022-09-15

Un altro episodio filler per She-Hulk, che di fare passettini in avanti proprio non ne vuole sapere

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She-Hulk inizia a metterci in grossa difficoltà. Infatti, nonostante tutte le attenuanti del caso e tutta la comprensione del mondo, la serie comedy firmata Marvel Studios inizia ad essere talmente spoglia da non permetterci una scrittura scorrevole. Paradossalmente, non sono i difetti a creare questo intoppo, ma piuttosto la linea retta e mortuaria su cui viaggia lo show, che arriva al suo quinto episodio attraverso l’indifferenza totale.

Altro episodio, altro caso

Praticamente inesistenti le tracce di una trama minimamente orizzontale, quindi ci soffermeremo a ciò che è successo in questa singola puntata.

Jennifer Walters si ritrova a dover lottare giuridicamente per difendere il proprio marchio ed il proprio nome di She-Hulk da Titania, che lo utilizza per la propria collezione di bellezza e benessere. Nel frattempo, la sua amica Nikki trova un luogo nascosto al pubblico che realizza abiti sartoriali e costumi per supereroi. Le due sono pronte per dare all’eroina un nuovo look elastico che concili l’immagine del super a quella dell’avvocatessa, con qualche sorpresa per i fan sul finale.

she-hulk titania al telefono
Titania

Rischiamo di ripeterci

Ricordate ciò che vi abbiamo detto della quarta puntata? Perfetto, allora sapete già cosa vogliamo dirvi.

Il personaggio di Jennifer Walters continua a non convincere e con il passare degli episodi stiamo solo ricevendo conferme: la protagonista è troppo passiva per il ruolo che gli è stato concesso e la sua presenza non riesce a reggere uno show che porta il suo nome. Non sempre può esserci Wong a salvare in corner la puntata. Inoltre, seppur comprendiamo sia una presenza sterile, il personaggio di Titania appare eccessivamente futile e contraddittorio, visto e considerato anche il suo cambiamento in questa puntata rispetto alla prima, in cui passa da spaccare muri a fare l’influencer.

Come il quarto episodio di She-Hulk, anche il quinto è troppo filler per una serie composta da soli 9 episodi da venti minuti ciascuno. La sceneggiatura si conferma eccessivamente verticale e si sente perennemente la mancanza di un filo conduttore che possa portare la serie ad un obiettivo finale. Lo spettatore può reggere il gioco un paio di volte, ma anche il più assiduo fan può arrivare al punto di stancarsi.

Nota a margine però va fatta per quel paio di sorrisi che la serie riesce a strappare. In questo episodio scarseggiano rispetto agli altri, ma sono comunque presenti e She-Hulk riesce a funzionare quanto meno nella sua più basilare vena comedy.

Non basta più

Arrivati al quinto episodio di She-Hulk, l’unica cosa che possiamo dire è che tutto questo non basta più. La sufficienza con cui anche tecnicamente è trattata la serie non basta più, viste le mancanze portate dalla sceneggiatura.

Se inizialmente la famosa rottura della quarta parete era un elemento interessante con cui la Marvel ed il suo pubblico si interfacciava, adesso è diventato un elemento qualsiasi della narrazione, che passa totalmente inosservato vista l’inefficacia con cui è stato numerosamente utilizzato fin qui.

Degli altri elementi tecnici che rimangono nello standard delle serie comedy vi abbiamo già parlato, come vi abbiamo già parlato della CGI improponibile. Quanto meno evitassero di giustificare quest’ultima con affermazioni come “credo che questo abbia a che fare con la nostra tendenza cultura a concepire il possesso del corpo femminile” o “questo stile di CGI è il migliore per catturare le espressioni facciali del personaggio“. Fare mea culpa e ammettere i proprio errori sarebbe una buona base da cui ripartire.

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