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The Boogeyman, Recensione – Dov’è Stephen King?

di Simona Ciccarini

Pubblicato il 2023-06-05

The Boogeyman, l’ennesimo adattamento cinematografico di un racconto di Stephen King, è uscito nelle sale. Ecco cosa ne pensiamo.

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Ecco l’ennesimo adattamento cinematografico di un racconto di Stephen King: The Boogeyman, che in italiano significherebbe “l’uomo nero” e che viene tradotto -nel racconto- con “Il baubau”, anche se di cani non ce ne sono. Il risultato è una pellicola scialba e senza mordente, ma vediamo insieme i perché e i per come.

Il solito film, i soliti cliché

Due sorelle, Sadie e Sawyer, figlie di uno psichiatra, hanno a che fare con un essere malvagio e soprannaturale che sembra essere la rappresentazione del loro lutto per la morte della madre –Babadook sei tu?!? ndr- (che novità). Il regista, Rob Savage, che per il grande schermo ha girato Host, film apprezzato dalla critica per le novità che apportava al genere horror (l’utilizzo di Zoom come piattaforma e l’aver ambientato il film durante il Covid, cosa che dà un forte senso di claustrofobia), qui si è dimenticato di tutte le innovazioni che potrebbero essere utilizzate nel genere: jump-scare inutili e cliché classici dei film horror la fanno da padrone e ci si pone una sola domanda… perché?

In alcune scene la telecamera fa dei giri come in una lavatrice, facendo venire il mal di mare. Il regista prova a rendere le scene più accattivanti usando particolari tonalità di luce, ma l’effetto è pessimo.

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La figlia minore dello psichiatra

Tratto da Kin… chi?

Se il film si fosse intitolato “Lo spirito cattivo” (ndr), nessun lettore del re dell’horror lo avrebbe collegato al racconto di Stephen King. Ce ne sono stati di adattamenti degni di nota, ma The Boogeyman non fa parte di questi.

I protagonisti del film sono un famiglia di due sorelle e il padre psichiatra, mentre nel libro è il protagonista della storia che sta raccontando allo psichiatra della morte dei suoi bambini per mano del Boogeyman. Di Stephen King in questo film non c’è quasi niente ed è un vero peccato, perché il racconto originale, oltre ad essere bello, non sarebbe particolarmente difficile da realizzare. In altre parole, di King in questo film c’è soltanto il titolo.

Un horror come tanti, attori mediocri

The Boogeyman purtroppo, anche se non fosse stato collegato al racconto di Stephen King, sarebbe comunque un horror senza infamia e senza lode, abbastanza piatto. La scenografia è insulsa, la regia è standard e, per il resto, c’è veramente poco altro da aggiungere.

Per quanto riguarda le due attrici che interpretano le sorelle, Sophie Tatcher e Vivien Lyra Blair, ci provano, ma rimangono coinvolte dalla mediocrità della pellicola: le interpretazioni sono buone, soprattutto quella della piccola Vivien Lyra, niente di incredibile, ma nemmeno niente di orribile, in linea con il resto di The Boogeyman. Stessa cosa vale per Chris Messina, ovvero il padre delle due ragazze, e per il resto del cast.

Robert Savage potrebbe, ma non si applica: come già detto, il film non sarebbe così male, ma paragonandolo con lo splendido racconto di Stephen King, la pellicola perde di ogni fascino.

5

In conclusione, The Boogeyman è un horror come tanti, che non spicca minimamente tra la folla di prodotti contemporanei. Un vero peccato considerando che il racconto aveva un potenziale che avrebbe potuto essere ben utilizzato. Poco attinente al racconto originale e completamente anonimo nella messinscena, The Boogeyman è il solito horror mediocre, niente di più, niente di meno.

  • La breve durata
  • Scorrevole
  • Scialbo
  • Cliché
  • Non inerente al materiale di base
  • La solita, vecchia storia horror

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