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The Idol 1×01, Recensione – La provocatoria serie HBO

di Martina Bellantuono

Pubblicato il 2023-06-09

The Idol è la nuova serie HBO, dal regista di Euphoria con Lily-Rose Depp e The Weeknd. Ecco cosa pensiamo del primo episodio.

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The Idol è la nuova controversa serie HBO diretta da Sam Levinson e creata da Abel Tesfaye conosciuto come The Weeknd, Reza Fahim e Levinson stesso. Di base quando si parla di serie HBO possiamo aspettarci opere di alto livello (da Game of Thrones alla più recente The Last of Us), in più con A24 tra i produttori, l’asticella si alza ancora di più. Se a questo unisci il regista di Euphoria e Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, sei di fronte alla serie del secolo. Tutti l’hanno aspettata e ora tutti (giustamente), nel bene e nel male, ne stanno parlando.

Presentata fuori concorso in anteprima al Festival di Cannes con la proiezione dei primi due episodi, ottenendo una standing ovation di più di cinque minuti, The Idol è stata poi freddamente stroncata dalla critica come prodotto misogino e soft-porn fine a sé stesso. Ma si sa che una pubblicità, seppur negativa, è sempre una pubblicità e a The Idol far parlare di sé non dispiace affatto. Le critiche sono servite soltanto a fomentare anche i più perplessi. Se già dal trailer potevamo intuire come Sam Levinson si fosse spinto oltre Euphoria, in cui già sviscerava i problemi adolescenziali senza alcun filtro, con The Idol questa sua critica sociale si estende allo showbusiness contemporaneo.

La serie è disponibile su Sky e Now TV con un episodio a settimana. Anche se è ancora presto per giudicare nel complesso l’opera creata dalla mente di Levinson, possiamo già intuire i temi di cui The Idol si vuole far portavoce, dalla prima puntata andata in onda il 5 Giugno. Tra perdizione, salute mentale e mercificazione del corpo, scopriamo insieme come The Idol fratturi la patina edulcorata dell’industria musicale con la recensione del primo episodio.

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Le mille facce di Jocelyn (e di Lily-Rose Depp)

Un primo piano sul volto di Jocelyn e una voce fuori campo che la sprona ad assumere varie espressioni, dall’innocenza alla malizia, i mille volti di Lily-Rose Depp giocano con la fotocamera giungendo alla vulnerabilità. Poi la macchina da presa si allontana con uno zoom all’indietro che ci rivela il set dove Joss sta posando per la copertina del suo nuovo album. A circondarla il manager, l’assistente, la discografica e i vari agenti. Anche se Jocelyn continua a mostrare la sua indipendenza e la sua libertà (libertà anche nella gestione e nell’esposizione del proprio corpo), la protagonista è in realtà soffocata e imprigionata in una gabbia d’oro.

Dalle prime battute capiamo che ha sofferto di salute mentale (malattie mentali giudicate addirittura sexy) e che potrebbe avere una crisi psicotica da un momento all’altro. Scopriamo anche il recente trauma subito con la morte della madre. Tutto questo funziona come strumento di marketing. Una nuova erede di Britney Spears dal fascino innocente di Sharon Tate. Ogni cosa in questa prima parte è volutamente eccessivo, sfarzoso, sicuramente grottesco e intriso di erotismo. Uno scandalo su una foto esplicita di Jocelyn circolata sui social se da un lato sconvolge il suo personale che, ingombrante, gestisce e manipola la vita della popstar, dall’altro non destabilizza la protagonista.

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Il primo episodio

A circa metà del primo episodio, dopo aver inquadrato Jocelyn/Lily-Rose come centro attorno al quale tutto gira, ci viene presentata la problematica figura di Tedros (The Weeknd). Da subito emerge quell’aurea misteriosa che lo avvolge, una personalità indecifrabile dalla quale, ancora una volta Joss si farà trasportare. Anche nel loro incontro seguente, Jocelyn si pone come dittatrice indiscussa, si fa attendere e poi si fa desiderare. Ma ecco che ancora una volta la sua apparente superiorità viene ribaltata e sul finale, lei che già soffocava metaforicamente, ora letteralmente ha il volto coperto da Tedros con della seta rossa in un gioco misterioso e criptico.

The Idol: cosa non ci convince?

Che questa serie fosse controversa lo si poteva immaginare già dal momento in cui la precedente regista scelta, Amy Seimetz, abbandonò la produzione di The Idol in quanto le sue idee non rispettavano le scelte di The Weeknd che, al contrario, in Levinson ha trovato terreno fertile per esplorare gli abissi più oscuri. Se Lily-Rose mostra il suo poliedrico carisma, sicuramente anche grazie al sostegno del regista, purtroppo, almeno per adesso, non riusciamo a tessere le stesse lodi anche per The Weeknd che, ancora inesperto, si trova di fronte ad un personaggio complesso dotato di uno charme che non riesce a far trasparire.

La regia accompagnata alla fotografia, come anche in Euphoria, ci mostra tutta l’abilità dei reparti e ci fa chiudere un occhio di fronte a quelle sequenze “limite”. Sì, perché la vita lussuriosa di Jocelyn ci viene presentata senza veli. È ancora troppo presto per capire se effettivamente The Idol vuole denunciare la decadenza contemporanea e la manipolazione del corpo o se effettivamente è colpevole di ciò che denuncia. Tuttavia, al di là dello sgomento e della perplessità iniziale, la serie in generale non delude le nostre aspettative e pone le basi per uno sviluppo che, se ben articolato, ci potrebbe tranquillamente tenere compagnia nell’attesa della prossima stagione di Euphoria.

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