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Alex Rider, stagione 1 – Recensione

di Nicola Artusi

Pubblicato il 2020-12-14

Un po’ James Bond, un po’ liceale dei sobborghi di Londra, Alex Rider è il titolo e il nome del protagonista della nuova serie Prime video ispirata a una serie di romanzi per giovani adulti. La storiaI personaggiLa costruzione della serie Ecco la nostra recensione con (pochi) spoiler della prima stagione! La storia Ambientato in …

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Un po’ James Bond, un po’ liceale dei sobborghi di Londra, Alex Rider è il titolo e il nome del protagonista della nuova serie Prime video ispirata a una serie di romanzi per giovani adulti.

Ecco la nostra recensione con (pochi) spoiler della prima stagione!

La storia

Ambientato in un presente altamente tecnologizzato in cui ogni i Governi dispongono di risorse pressoché illimitate, Alex Rider, un liceale londinese, viene cresciuto dallo zio Ian tra safari in Africa, free-climbing e ju-jutsu. Alla tragica morte dello zio, Alex si mette a investigare, scoprendo già dal primo episodio la doppia vita del mentore: agente assicurativo e agente di spionaggio per il Governo Britannico.

Il ragazzo viene, quindi, ingaggiato dalla stessa organizzazione per venire a capo di un complotto internazionale che mira a controllare i principali imperi industriali, allo scopo di creare una nuova dittatura mondiale.

Alex Rider
Alex Rider, il protagonista

Alex verrà addestrato e inserito sotto copertura in questo programma, che coinvolge ingegneria genetica, una scuola esclusiva, clonazione, tortura psicologica e una buona dose di retorica neonazista.

I personaggi

Il protagonista è Alex, che si presenta da subito come una sorta di spia inconsapevolmente addestrata, pieno di potenziale. Ha tutte le carte in regole per essere il protagonista e la serie lo dichiara apertamente: sveglio, atletico, fisicamente attraente, con un taglio di capelli, ammettiamolo, un po’ da quarantena e un po’ da Peaky Blinders.

Alex e Tom

Al suo fianco c’è Tom, amico d’infanzia, che incarna tutti i cliché del side character: fedele, nerd, incapace con le ragazze, lavora come fattorino per le pizze. Un po’ una versione cresciuta di Dustin di Stranger Things, l’equivalente di Ned di Spiderman: Homecoming.

Accanto ad Alex conosciamo Jack, sua coinquilina e protettrice, senza se e senza ma, e gli altri ragazzi della Scuola ‘Point Blanc’, ognuno incarnante un diverso prototipo del teenager viziato; è sullo scontro tra la conoscenza superficiale e prototipica e il repentino cambiamento di comportamento dei personaggi che si snoda uno degli elementi chiave nella comprensione dell’intreccio.

La costruzione della serie

Con mia grande sorpresa, la serie è molto autoironica. Sia chiaro, sono presenti tutti i cliché di un teen-drama di spionaggio (vedi Spy kids, October faction, Sky High): il ragazzo con la famiglia dagli oscuri segreti, il giovane innatamente talentuoso, i Russi cattivi, le scene d’azione sulla neve in stile 007, gli addestramenti all’ultimo sangue tipo Redsparrow.

Tuttavia, la serie ammette, tramite le diverse bocche dei propri personaggi, i suoi stessi limiti, fornendone una valida spiegazione e esorcizzando così l’effetto di stridore con la realtà. Sono i personaggi stessi a suggerire quanto sia improbabile, antietico e inverosimile l’impiego di un adolescente in azioni di spionaggio e salvataggio, salvo poi chiarire la necessità di un infiltrato in una scuola per giovani ribelli. Sono gli stessi autori a sentire il dilemma etico tra l’addestramento del ragazzo e la necessità dell’addestramento stesso. Lo stesso vale per il protagonista: non è (solo) la vendetta a muoverlo, ma anche e sopratutto la necessità di difendere le altre persone coinvolte nella sua vita.

Alex con Kyra, altra studentessa di Point Blanc

E’ inevitabile il confronto con Kingsman, con cui condivide molti elementi. Al di là della verosomiglianza della tecnologia impiegata nei due franchise, molto più plausibile in Alex Rider, quello che veramente cambia è l’antagonista: in Kingsman l’antagonista, interpretato da un magistrale Samuel L. Jackson, è un pazzoide, consapevole di esserlo, che la butta in caciara totale. E ci sta. Fa ridere e piace.

L’antagonista in Alex Rider è un megalomane neonazista con deliri di potere e un eccessivo apprezzamento delle tecniche di clonazione. Questo stona un po’ con il resto della serie, altrimenti molto ben costruita. Pur fornendo un movente molto interessante sul piano metodologico, sul piano scentifico lascia un po’ a bocca asciutta. Nonostante questo, la scelta di puntare sull’ingegneria genetica invece che sul controllo mentale si rivela vincente nel finale, cambiando ulteriormente le carte in tavola in modo inatteso.

Il cliffhanger per la seconda stagione di Alex Rider non è ben chiaro: è possibile che Amazon fosse in attesa dei risultati di pubblico prima di confermarne la produzione, che comunque avverrà, come anticipato a Novembre.

Non ci resta che aspettare le nuove avventure di Alex Rider, dunque, previste per la fine del 2021.
Nel caso foste interessati ad altre recensioni di serie tv, la redazione vi vuole consigliare i seguenti articoli su due prodotti presenti sulla concorrente di Prime Video, Netflix: Barbari (2020) e Blood of Zeus (2020).

8

Una serie incentrata sulle avventure di Alex, giovane ragazzo che, alla morte dello zio, entra in un'organizzazione di spionaggio britannica. Il suo scopo sarà scoprire cosa accade nella misteriosa scuola di Point Blanc, e sarà disposto a tutto per di raggiungere l'obiettivo. La serie prende con una trama ben costruita e sfida apertamente i cliché del mondo dello spionaggio, superando ampiamente le aspettative. Promossa!

  • Una trama ben elaborata
  • Un grado di violenza adeguatamente calibrato
  • Plot twist inattesi
  • Buona costruzione dei moventi dei personaggi
  • Un antagonista un po' debole
  • Alcune "facili" scappatoie narrative
  • Come sempre, nemici con pessima mira nelle sparatorie.

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