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Creed 3, Recensione – Lasciar andare il passato

di Francesco Schinea

Pubblicato il 2023-03-01

Creed 3 è il terzo capitolo della saga spin-off di Rocky Balboa, per la prima volta senza il personaggio interpretato da Sylvester Stallone.

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Il franchise di Rocky torna nuovamente al cinema. Il 2 marzo arriva nelle sale italiane Creed 3, terzo capitolo della saga spin-off con protagonista Michael B. Jordan nei panni di Adonis Creed, figlio di Apollo Creed.

Creed III rappresenta il primo film della serie a non poter contare sulla presenza di Sylvester Stallone, che non ha preso parte al progetto per divergenze creative. Ma il film segna anche il debutto alla regia di Michael B. Jordan. Un esordio dietro la macchina da presa tutt’altro che banale, con l’attore che si carica sulle spalle l’intero peso di un progetto dal budget elevato e fondamentale per il prosieguo della saga. Jordan ne esce però vincitore sotto ogni punto di vista: vi spieghiamo il perché nella nostra recensione senza spoiler.

Guantoni al chiodo

Creed 3 mostra Adonis alle prese con la sua nuova vita post-ritiro. Dopo un ultimo scontro con Ricky Conlan, il protagonista decide infatti di appendere i guantoni al chiodo e voltare pagina. Adonis continua comunque a dividersi fra famiglia e pugilato, con la sua palestra che ospita gli allenamenti del campione messicano Chavez, pronto a scontrarsi con Viktor Drago per difendere il titolo.

L’arrivo di Damian Anderson (Jonathan Majors), amico d’infanzia di Adonis, sconvolge però la vita del protagonista. Quest’ultimo realizza, infatti, di doversi sdebitare con Dame, costretto a scontare una condanna di 18 anni in carcere per una rissa scatenata da Adonis.

Damian, che da ragazzino era una grande promessa della boxe, è pronto a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo di sempre: diventare un campione. Per questo motivo Dame insiste per potersi scontrare per il titolo dei pesi massimi, ovvero la stessa possibilità che il figlio di Apollo aveva ottenuto grazie al suo nome. Adonis concede all’amico l’occasione di dimostrare di meritarsi un posto sul ring, mettendone però in luce la vera natura.

Sul ring

Creed 3 ha tutto quello che un film del suo genere dovrebbe avere, rivelandosi un film d’intrattenimento che riesce nel suo intento, divertendo ed emozionando. Merito di una buona introspezione dei personaggi accompagnata da combattimenti entusiasmanti e visivamente spettacolari.

La regia di Jordan è promossa, in particolare negli incontri sul ring. Jordan fa un buon lavoro nel trasportare lo spettatore sul ring e fargli avvertire la tensione dei due sfidanti, mentre questi studiano i punti deboli dell’avversario. Ben riuscite anche le coreografie, per cui il regista ha dichiarato apertamente di essersi ispirato agli anime. Il tutto è impreziosito dalle splendide cornici della Crypto.com Arena e del Dodger Stadium, o almeno in parte. Vi è infatti un momento nella sfida finale in cui il pubblico scompare, lasciando i due pugili uno di fronte all’altro ed interiorizzando ulteriormente lo scontro più personale che Creed abbia mai dovuto affrontare.

Una scelta coraggiosa per la sua originalità e da noi apprezzata, ma che farà storcere il naso a molti, inserendosi in un discorso che riguarda più in generale l’intero film. Uno dei difetti principali di Creed 3 risiede infatti nella mancanza di realismo, poiché in alcuni casi, durante i combattimenti, si avverte quella necessità di sospensione dell’incredulità di cui si sarebbe potuti fare a meno. Trattandosi pur sempre del racconto di un pugile è inevitabile l’esigenza di verosimiglianza, un aspetto su cui si riesce a sorvolare ma che può destare qualche perplessità.

Dal punto di vista narrativo alcuni problemi non mancano, come momenti troppo affrettati od altri poco approfonditi. Resta però un netto passo in avanti rispetto al secondo film. Non riesce invece ad eguagliare appieno la componente emotiva del primo Creed, ma se consideriamo nel complesso anche gli aspetti tecnici, questo terzo capitolo si candida ad essere il miglior film della saga.

Creed 3
Creed 3

Un antagonista spietato ma formidabile

Creed 3 approfondisce i personaggi principali, a costo di sacrificare il ritmo della narrazione. Il primo atto, in particolare, si prende diverso tempo per introdurre la backstory di Adonis e Damian, attraverso una sequenza flashback che ci riporta alla notte dell’arresto di Dame. Il lungo flashback e la presentazione di un Adonis ormai in pensione rendono la prima parte di film decisamente diversa da come ci si sarebbe potuti aspettare (i classici allenamenti “alla Rocky” arrivano ben più avanti). Un momento riflessivo e che appesantisce la narrazione, ma necessario per la storia da raccontare.

Il conflitto tra Adonis e Dame è psicologico, ancor prima che fisico. Una vittima del sistema contro una stella della boxe. Un vincitore ed un vinto. Per questo motivo non è difficile, nonostante la sua spietatezza, empatizzare con un uomo che si è visto portare via la possibilità di vivere il suo sogno, osservando il suo grande amico vivere quello stesso sogno. In tal senso Creed 3 affronta tematiche universali che vanno oltre il semplice dramma sportivo, quali la capacità di saper mettere da parte le proprie ambizioni (nel caso di Bianca) o perseverare e riprendere in mano la propria vita.

Jonathan Majors è poi impeccabile nel ruolo di Dame, nella miglior performance della pellicola, nonostante i sempre eccellenti Jordan e Tessa Thompson (con una Bianca che passa però in secondo piano). Dopo Ant-Man and the Wasp Quantumania, l’attore interpreta alla perfezione un altro ruolo da antagonista, tra i migliori dell’intero franchise. Majors porta in scena tutta la rabbia di un personaggio complesso e che fa della violenza la sua arma principale, perdendo spesso quel “controllo” che Adonis insegna alla figlia.

Il film introduce infatti anche Amara, figlia di Adonis e Bianca. Il tenero rapporto fra padre e figlia è riuscito solo in parte, con tematiche che potevano essere approfondite maggiormente. Gli spunti interessanti che riguardano il personaggio della piccola Amara però non mancano, con diversi aspetti che potranno essere esplorati in futuro. Creed 3 difficilmente sarà, infatti, l’ultimo film della saga, nonostante questo sarebbe una degna conclusione per una delle migliori trilogie degli ultimi anni.

Creed 3
Creed 3

Creed 3 scontenterà i più nostalgici

Proprio come il suo protagonista, anche Creed 3 riesce a lasciarsi alle spalle il passato, portando una ventata d’aria fresca alla saga. Un prodotto che senza snaturarsi riesce a rinnovare il franchise, accontentando i fan della saga ma senza appoggiarsi sui film precedenti. Se i primi due Creed attingevano in modo consistente a Rocky e Rocky IV, Creed 3 esce finalmente dall’ombra di Rocky.

Creed III è a tutti gli effetti la storia di Adonis Creed, un racconto che porta alla luce il passato del protagonista e lo mette di fronte ad un rivale più che mai suo, che non ha nulla a che vedere con Rocky e Apollo (come avvenuto con Drago in Creed II).

Indubbiamente viene meno quella componente nostalgica che è stata fondamentale nei primi due film per far ripartire una saga ormai dimenticata. Jordan e soci sono stati bravi a capire che era il momento giusto per rompere il legame con il passato, pur senza stravolgere eccessivamente ciò che aveva funzionato.

A ciò ha contribuito anche l’assenza di Stallone, la vera anima dei primi due film. La mancanza di Rocky si avverte, durante la visione del film capita di chiedersi dove sia finito. Tuttavia la realtà dei fatti è che Rocky non avrebbe potuto avere un ruolo di primo piano in questo Creed 3, in quanto anche solo allenando Adonis avrebbe indebolito la psicologia del protagonista, ormai maturo e che ha già dentro di sé tutte le motivazioni per prepararsi a sfidare Damian. Dispiace insomma non poter contare su Rocky, ma in fin dei conti questa è una scelta sensata a livello narrativo, per non oscurare il passato ed il presente di Adonis.

8

Nel primo film senza Rocky, Creed III riesce a rinnovare il franchise con un film che non stravolge un format vincente ma rompe i legami col passato e diventa la storia più personale di Adonis Creed. L'esordio alla regia di Michael B. Jordan è promosso, grazie a combattimenti visivamente spettacolari, pensati per il grande schermo. Jonathan Majors ruba i riflettori con uno dei migliori antagonisti dell'intero franchise. Nonostante qualche difetto a livello narrativo, Creed III convince: siamo di fronte, forse, al miglior film della saga di Creed.

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