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The Lighthouse: una recensione sull’alienazione e sulla follia

di Raphael Tonchia

Pubblicato il 2020-09-10

The Lighthouse è un film del 2017, scritto e diretto da Robert Eggers (The Witch, altro capolavoro dell’horror moderno), vincitore del premio FIPRESCI al Festival di Cannes nel 2019. Le origini di questo film prendono forma nella testa del fratello del regista, Max Eggers, il quale voleva adattare sul grande schermo l’opera incompiuta di Edgar …

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The Lighthouse è un film del 2017, scritto e diretto da Robert Eggers (The Witch, altro capolavoro dell’horror moderno), vincitore del premio FIPRESCI al Festival di Cannes nel 2019. Le origini di questo film prendono forma nella testa del fratello del regista, Max Eggers, il quale voleva adattare sul grande schermo l’opera incompiuta di Edgar Allan Poe “Il faro”.

I fratelli finiranno per dare vita a una storia del tutto originale e intrigante, capace di scavare a fondo nella psiche umana.

The Lighthouse

La trama (Spoiler)

Nel XIX secolo, un individuo di nome Ephraim Winslow, interpretato alla stragrande da Robert Pattinson, decide di accettare il lavoro di guardiano del faro per un mese, presso un’isola remota al largo delle coste del New England.

In questo luogo, il protagonista fa la conoscenza del suo supervisore, Thomas Wake, messo in scena con una perfezione quasi teatrale da Willem Dafoe, un uomo molto esigente e iracondo che gli intima di non salire sulla cima del faro.

Con l’arrivo di una tempesta, i due saranno costretti a una convivenza forzata molto più lunga del previsto.

Il cinema secondo Heggers attraverso The Lighthouse

La prima cosa che salta all’occhio, poiché ormai nessuno ne è più abituato, è la fotografia in bianco e nero del film, girato con lenti e ottiche provenienti direttamente dal cinema anni ’30, attraverso un formato particolare come il 1,19:1, molto utilizzato nelle pellicole mute in 35mm.

Grazie all’utilizzo sapiente di queste tecniche e del gioco delle luci e ombre, Eggers strizza l’occhio al terrore e ai brividi, che ricordano le opere di H. P. Lovecraft e del già citato Poe, per dare vita a una messa in scena, dal punto di vista sia estetico sia sensoriale, unica nel suo genere. Infatti, questa dicotomia luce e oscurità più nera persevera in tutta l’opera, dall’inizio alla fine.

Le scenografie sono impeccabili e costruite dal vero, come lo stesso faro funzionante alto circa venti metri. Le influenze cinematografiche del regista si fanno sentire, non solo per quanto riguarda il cinema espressionista di Murnau (Nosferatu), ma anche per l’estetica di “Gli Uccelli” di Hitchcock e di “Eraserhead – La mente che cancella” di Lynch.

Appare chiaro, inoltre, l’ispirazione data a questo film da quel capolavoro che è “Il settimo sigillo” di Bergman.

Il tutto è accompagnato dalle musiche dell’ottimo Mark Korven (The Cube, The Witch), il quale alterna perfettamente archi e fiati creando un ambiente sonoro capace di insinuare una sensazione di incessante pericolo e tensione nello spettatore.

Due magnifiche interpretazioni

L’intera opera è sostenuta alla grande dalla messa in scena dei propri personaggi da parte dei due attori.

Willem Dafoe è il classico vecchio ufficiale con esperienza, rude nei modi di relazionarsi con l’altro, che, grazie al ruolo ricoperto da supervisore, assume un atteggiamento al limite della schiavitù nei confronti del suo sottoposto. L’attore statunitense manifesta sorrisi inquietanti e sguardi maligni, attraverso una recitazione pazzesca e un’espressività che lo contraddistingue in ogni film che interpreta.

Invece, Robert Pattinson è l’esatto contrario, ossia chiuso in se stesso e con un atteggiamento subalterno, dimostrando di saper ingoiare molti rospi, dando però l’impressione che sia sul punto di scoppiare in ogni istante a causa del trattamento ricevuto da Thomas Wake.

Gli unici momenti in cui i due si avvicinano, e tanto, sono grazie all’alcol dei liquori che si scolano costantemente. In queste sequenze, i protagonisti danzano, cantano, rivelano l’uno all’altro segreti oscuri e confessioni che spiazzano lo stesso spettatore, in un viaggio lento ma inesorabile nella follia umana.

Nella sceneggiatura, un ruolo importante è ricoperto dai gabbiani, la cui morte di un esemplare, per mano di Pattinson, segnerà l’inizio della fine.

Potete acquistare o noleggiare The Lighthouse su Prime Video, CHILI e Apple tv.

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I Consigli della Redazione:
Qualora si via piaciuto, la redazione vi consiglia altri film che possono essere accomunati a The Lighthouse:

  • The Witch (2015)
  • Gli Uccelli (1963)
  • Eraserhead – La mente che cancella (1977)
  • The Shining (1980)

Trailer di The Lighthouse:

9

Robert Eggers mette in scena un vero e proprio film horror d'autore espressionista. L'utilizzo sapiente di strumenti cinematografici di un'altra epoca, la scelta del bianco e nero, una fotografia allucinante, il feeling strabiliante tra i due attori, sono gli ingredienti speciali per questo capolavoro, con cui il regista, dopo l'ottimo The Witch, riesce a sorprendere lo spettatore, terrorizzandolo attraverso un ambiente claustrofobico, lercio, oscuro che spezzerebbe il mondo interiore di chiunque.

  • Inquadrature degne di qualsiasi fotografia in bianco e nero
  • Un Willem Dafoe e un Robert Pattinson da Oscar
  • Fa molto riflettere sulla solitudine, sulla follia e sulla difficoltà di capire cosa sia a volte reale e cosa no
  • Non capibile da tutti nell'immediato (informatevi,ne vale la pena)

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