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Zombie: Top 10 dei migliori film

di Raphael Tonchia

Pubblicato il 2020-10-13

Il termine “Zombie” nasce ad Haiti dal linguaggio caratterizzante la religione del Vudù. Questa è composta da profonda cosmologia, stregoneria, magia nera, precetti morali e sociali.Secondo le credenze di queste popolazioni haitiane, alcuni stregoni avrebbero la capacità di rinchiudere un piccolo pezzo dell’anima della persona all’interno di una fiaschetta, rendendo così l’individuo una sorta di …

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Il termine “Zombie” nasce ad Haiti dal linguaggio caratterizzante la religione del Vudù. Questa è composta da profonda cosmologia, stregoneria, magia nera, precetti morali e sociali.
Secondo le credenze di queste popolazioni haitiane, alcuni stregoni avrebbero la capacità di rinchiudere un piccolo pezzo dell’anima della persona all’interno di una fiaschetta, rendendo così l’individuo una sorta di schiavo incapace di manifestare volontà proprie.

Se per il folklore haitiano la paura è insita nel diventare uno zombie piuttosto che nella creatura in sè e per sè, per la letteratura occidentale del passato i morti viventi consistevano in esseri privi di qualsiasi volontà a causa della dipendenza da droghe. Partendo da questi concetti, appare per la prima volta al cinema un film sugli zombie: si sta parlando de “L’Isola degli zombies”, in lingua originale “White Zombie”, del 1932 con protagonista l’icona horror per eccellenza Bela Lugosi (Dracula, Il figlio di Frankestein, L’uomo lupo).

Solo dal 1968, con George A. Romero e le sue pellicole, i morti viventi sembrano diventare un vero e proprio strumento di critica sociale verso il capitalismo, l’omologazione alle masse e alla società.
Di seguito verrà stilata una personale Top 10 dei migliori zombie movie apparsi sul grande schermo.

10. Planet Terror (2007)

Quentin Tarantino (Planet Terror)

Planet Terror è un film del 2007 diretto da Robert Rodriguez, autore di due pietre miliari del cinema come “Sin City” (2005) e “Dal tramonto all’alba” (1996).
Assieme a “A prova di morte” di Quentin Tarantino del 2007, Planet Terror fa parte dell’opera “Grindhouse“, chiaro omaggio ai cosiddetti doppi spettacoli che i cinema o i drive-in erano soliti a proiettare negli anni Settanta.

Tra le mani si ha una pellicola d’azione e horror che fa delle scene splatter e ironiche i suoi punti di forza.
Basti pensare al fatto che alla protagonista Cherry, interpretata dall’incantevole Rose McGowan, viene impiantato un fucile d’assalto M4 al posto della gamba (già monca) per fronteggiare la minaccia incombente.
Sparatorie, smembramenti, esplosioni, morti violente si susseguono all’interno di una cornice vintage e pulp tanto cara ai due registi.

Per quanto riguarda i mostri, si tratta di diversi individui che lentamente si trasformano in zombie cannibali, affamati e ricoperti di pustole, a causa del virus batteriologico DC-2 liberato accidentalmente dai militari americani. Nel film Rodriguez non risparmia la critica sociale per l’incoscienza delle modalità totalitarie e repressive utilizzate da essi per contrastare l’epidemia.

9. [REC] (2007)

[REC] (2007)

Un tocco iberico non poteva mancare in questa lista grazie a REC, mockumentary del 2007 diretto da Jaume Balaguerò (Darkness, REC 2) e da Paco Plaza (Veronica, REC 3).
Nonostante nel sequel la storia legata alle creature prenda un’altra piega, in questo primo capitolo si ha a che fare con degli zombie davvero spaventosi, che tra urla e scatti improvvisi guadagnano una posizione in questa classifica.
Basti pensare alla vecchia che, zitta zitta, ha provocato più di qualche infarto agli spettatori con il suo scatto felino verso la macchina da presa, o allo sguardo terrificante della bambina.

Questo falso documentario, che sarebbe da definire più correttamente come found-footage (tecnica cinematografica con cui si vuole rappresentare una registrazione video dal vivo), segue la fortuna di “The Blair Witch Project” (1999) portando in questo caso lo spettatore all’interno di una visita claustrofobica all’interno di un condominio.
Qui, l’irreprensibile protagonista Manuela Velasco, con cui è impossibile non empatizzare grazie anche probabilmente alle riprese camera a mano, si troverà ad affrontare qualcosa più grande di lei.
Il ritmo è serrato per tutti gli 85 minuti, durante i quali la fuga da questo condominio sarà l’unico obiettivo da perseguire per i protagonisti.

8. Day Of The Dead (1985)

Day of the Dead (1985)

Non poteva assolutamente mancare in questa lista uno dei film (e non sarà l’unico) di George A. Romero.
“Il giorno degli zombie” è l’ultima pellicola della trilogia del regista girata nel 1985, a cui seguiranno però altre due come “Diary of the dead” del 2008 (mockumentary anche questo) e “Survival of the dead” del 2009.
Come il titolo precedente, anche qui ci si immerge in un’ambientazione claustrofobica di un bunker sotterraneo, in cui gli ormai pochi sopravvissuti sulla terra dovranno fronteggiare la piaga zombie.

Pur essendo il peggiore dei tre film di Romero, aggiunge un pizzico di originalità agli zombie movie grazie all’introduzione di Bub, un morto vivente ammaestrato con una sorta, anche se minima, di umanità recuperata.
Inoltre, il regista utilizza questa pellicola come critica politico-sociale nei confronti delle politiche violente dell’allora governo Reagan attraverso i personaggi identificati nei militari prepotenti, autoritari, che non brillano di certo per acume.

Il punto di forza principale di Day of the Dead risiede negli ottimi effetti speciali, totalmente splatter e gore, prodotti dall’immortale artista del trucco Tom Savini (Venerdì 13, Nightmare – Dal profondo della notte, Creepshow).
Morsi sanguinolenti, budella che fuoriescono, mutilazioni e decapitazioni sono gli ingredienti perfetti che rendono questo film uno dei più ostici di Romero da digerire.

7. Train to Busan (2016)

Train to Busan (2016)

Questo Train to Busan (approfondimento qui) può essere considerato senza appello uno dei migliori film sui morti viventi degli ultimi 10 anni, riuscendo a portare una ventata d’aria fresca in un mare magnum zombie ormai saturo.
Ambientato quasi completamente all’interno dei vagoni di un treno diretto a Busan, in Corea del Sud, il film porta sul grande schermo zombie ciechi spaventosi e davvero affamati, che fanno della corsa instancabile e foga cannibale i loro punti di forza. La trasformazione in creatura, con i suoni delle ossa che si frantumano, è capace di dare un senso di disturbo anche agli spettatori più esperti.

Anche in questa pellicola non manca la critica sociale.
In questo caso il regista, Yeon Sang-ho, porta in scena le varie stratificazioni della società sudcoreana attraverso i diversi personaggi (l’uomo d’affari, il senza tetto, una squadra di baseball di ragazzini, ecc.), denunciando come il neocapitalismo in Corea abbia di fatto cancellato qualsiasi concetto di collettività e solidarietà in favore di un individualismo senza freni.
Ancora una volta, nonostante la lunghezza del film, il ritmo è talmente serrato che terrà incollato lo spettatore fino allo splendido finale tutto da godere.

6. Benvenuti a Zombieland (2009)

Benvenuti a Zombieland (2009)

Benvenuti a Zombieland è un film del 2009 diretto da Ruben Fleischer (Gangster Squad, Venom) che ha anche un sequel “Zombieland: Doppio Colpo” uscito nel 2019.
La storia è sorretta alla perfezione dai due protagonisti: Jesse Heisenberg nei panni di Columbus,un nerd meticoloso e ingenuo che ha stilato una serie di regole per sopravvivere in un’apocalisse zombie, e Woody Harrelson nelle vesti di Tallahassee un cowboy rude, virile, ma dal cuore tenero.

Non c’è niente da fare, tra le mani si ha una commedia horror perfettamente riuscita, da vedere e rivedere senza mai stufarsi. Gli scambi fra i due protagonisti sono davvero esilaranti e riescono a strappare più di qualche risata allo spettatore.
Ci sono alcuni momenti splatter degni di nota come quando Woody Harrelson, dopo aver suonato il banjo, inizia a trucidare degli zombie obesi all’interno di un supermercato, ma anche solo nei titoli di testa in cui al rallentatore si notano scene cruente e gore con protagonisti i morti viventi.
Inoltre, impossibile non citare il cameo di Bill Murray nel ruolo di se stesso che farà rimanere ciascuno di voi a bocca apertissima.

5. 28 Days Later (2002)

28 Giorni Dopo (2002)

28 Day Later è un film del 2002 diretto da Danny Boyle, regista affermato per “Trainspotting” del 1996 e “Steve Jobs” del 2015, inserito nella top 100 dei migliori film britannici di tutti i tempi.
Nel 2007 è stato girato anche un sequel denominato “28 settimane dopo”.
Danny Boyle può essere considerato l’ideatore degli zombie veloci e scattanti, nonostante i puristi del genere affermino che si tratta nello specifico di infetti più che di morti viventi. Senza soffermarsi troppo su questa perdita di tempo, il concetto è davvero molto interessante, poiché riesce ad aumentare il senso di terrore e il sentirsi braccato nella vittima, come se essa dovesse scappare per sempre.

L’apertura del film è iconica al punto giusto con il buon Cilian Murphy, il protagonista del film, che, dopo essersi svegliato dal coma, vaga per una Londra desolata in cui si celano pericoli in ogni angolo. Sicuramente l’inizio di questa pellicola ha ispirato l’incipit di The Walkind Dead, in cui Rick Grimes si ritrova nelle stesse identiche condizioni ma ad Atlanta, negli Stati Uniti.
Il regista vuole mettere in scena da un lato la minaccia derivante da questi infetti scatenati che non si fermano davanti a nulla, dall’altra il pericolo in relazione agli esseri umani, capaci in una condizione estrema di sopravvivenza di perdere qualsiasi tipo di morale e di etica.

4. Zombi 2 (1979)

Zombi 2 (1979)

Non poteva mancare in questa classifica un pizzico di Italia con Zombi 2 del 1979 di Lucio Fulci, uno dei maestri del cinema horror nostrano assieme a Dario Argento e Lamberto Bava.
Qui il regista elimina qualsiasi riferimento alle critiche sociali presenti nelle pellicole del collega Romero, concentrandosi sulle origini haitiane degli zombie legate alla stregoneria e alla magia nera.
Porta in scena, infatti, una epidemia su un’isola come risultato di una maledizione vudù con la quale i morti viventi vengono raffigurati in diversi stati di decomposizione, con vermi veri che escono da tutte le parti.

Iconiche in particolare due scene: la prima (definita “Video Nasty” dai comitati britannici di censura cinematografica negli anni ’80) in cui la testa di una donna viene trascinata da una mano zombiesca contro uno spuntone di legno che le perforerà il bulbo oculare; la seconda che vede uno scontro abbastanza surreale in cui uno zombie e uno squalo cercano di mangiarsi a vicenda.
Il vero punto di forza di questo film indimenticabile sono gli effetti speciali curatissimi e resi davvero crudi, violenti, splatter e ostici da digerire.

3. Dawn of The Dead (1978)

Dawn of The Dead (1978)

Il secondo film, e forse uno dei più apprezzati, della trilogia originale di George A. Romero, è uscito nelle sale nel lontano 1978.
La storia è incentrata su un gruppo di sopravvissuti all’ormai dilagante epidemia zombie che decide di trasferirsi all’interno di un centro commerciale, ritenuto il posto ideale per le ingenti quantità di risorse disponibili.
Si renderanno conto presto della scelta scellerata, basata su una speranza frivola di poter resistere all’apocalisse.

Gli zombie, infatti, memori dei gesti e delle attività che conducevano in vita, proveranno in tutti i modi ad entrare nel centro commerciale per dare la caccia agli esseri umani, che nel frattempo si stavano quasi prendendo gioco dell’intera situazione e delle creature stesse.
Ancora una volta Romero utilizza il cinema come arma critica nei confronti della società consumista e capitalista americana (il centro commerciale può essere considerato come un simbolo di tutto ciò), domandandosi chi sia in realtà il vero mostro, gli zombie o le persone?

Due curiosità di questa pellicola riguardano da una parte la collaborazione di Dario Argento per quanto riguarda la selezione delle musiche della band progressive rock italiana “Goblin”, dall’altra il lavoro dell’artista del make up Tom Savini, che interpreta anche il ruolo di Blades.
Nel 2004 esce il remake girato da Zack Snyder che non riuscirà ad avere la stessa fortuna dell’originale.

2. Shaun of The Dead (2004)

Shaun of The Dead (2004)

Appartenente alla cosiddetta “Trilogia del cornetto”, che comprende “Hot Fuzz” del 2007 e “La fine del mondo” del 2013, Shaun of The Dead è il primo lungometraggio diretto da Edgar Wright (Scott Pilgrim vs. the world, Baby Driver – Il genio della fuga) nel 2004.
Interpretati dagli amici Simon Pegg e Nick Frost (presenti nell’intera trilogia), Shaun e Ed sono sostanzialmente due accidiosi sulla soglia dei trent’anni che decidono di rifugiarsi al pub “Winchester”, durante il perseverare dell’apocalisse zombie, con la compagnia di altri personaggi come la fidanzata, la madre e il patrigno del protagonista.

Le vicende si susseguono a Londra con un ritmo frenetico dai risvolti particolarmente comici e parodistici che non possono fare altro che infatuare lo spettatore. Basti pensare alla scena ridicola in cui, con “Don’t stop me now” dei Queen di sottofondo, il gruppo inizia in cerchio a pestare uno zombie con delle stecche da biliardo senza causare alcun danno al mostro.

Questa intelligente pellicola che riesce a mischiare alla perfezione l’umorismo inglese con il genere horror, porta in scena degli zombie dai movimenti lenti, impacciati, ma al tempo stesso temibili e inarrestabili. Non solo: gli stessi personaggi umani risulteranno possedere quasi le stesse caratteristiche.
Un must imperdibile da vedere e rivedere che non stanca mai.

1. Night of The Living Dead (1968)

Può apparire scontato e banale questo primo posto, ma si fa davvero fatica a non riconoscere come Night of The Living Dead sia lo zombie movie per eccellenza.
“La notte dei morti viventi” è il primo film, uscito nel 1968, di George A. Romero, padre putativo degli zombie per come li conosciamo oggi.
Il regista si è occupato della direzione, fotografia, musica e montaggio.

Questa pellicola è un ottimo esempio di come con un budget limitato (114.000 dollari) e con delle idee innovative e originali si possa comunque realizzare un prodotto più che valido e che rimarrà negli annali della storia del cinema. All’uscita destò molto scalpore a causa delle scene splatter più cruente e realistiche e della trama terrificante quanto claustrofobica.

Successivamente nel 1999 venne addirittura inserita nella Library of Congress per la sua conservazione presso il National Film Registry, il quale contiene film del calibro di “Via col vento” (1939), “Gioventù Bruciata” (1955), “Psycho” (1960), “2001: Odissea nello spazio” (1968) e altri capisaldi della settiman arte.

Il film poggia le basi canoniche per tutte le pellicole successive in tema zombie: un gruppo di disperati intrappolati in un luogo (una fattoria) che tentano di resistere all’assalto di queste creature cannibali.
Uno degli aspetti più interessanti è che si tratta del primo lungometraggio ad avere un afroamericano come protagonista, fatto per nulla scontato all’epoca in cui è uscito nelle sale cinematografiche. Inoltre è interessante e indimenticabile la scena in cui si nota una ragazzina, ormai tramutatasi in zombie, cibarsi dei resti dei propri genitori.

Il bianco e nero, gli effetti speciali splatter eccelsi, la progressiva tensione e disperazione che accompagna i personaggi, i rimandi al romanzo horror di fantascienza “Io sono leggenda” di Richard Matheson e la critica sociale al capitalismo e all’utilizzo delle armi negli Stati Unit, rendono questo film un cult indimenticabile e uno dei migliori horror di sempre.

Romero con Night of Living Dead, oltre ad avere inventato un vero e proprio genere, ha ispirato non solo il mondo del cinema, ma anche quello videoludico se si pensa a titoli come Resident Evil o Dead Rising, quello musicale, tenendo conto di band punk come The Misfits (una canzone si intitola proprio “Night of The Living Dead” presente nell’album “Walk among us”) o heavy metal finlandese come i Lordi e anche quello fumettistico pensando ovviamente a “The Walking Dead” da cui ha preso forma la celebre serie tv.

Night of The Living Dead (1968)

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