The Game Awards ’22: God of War Ragnarök merita di vincere il GOTY?
Nella notte dell’8 dicembre si terranno i The Game Awards, dove verrà assegnato il Game of the Year (GOTY). Vincerà God of War Ragnarök?
Nella notte dell'8 dicembre si terranno a Los Angeles i The Game Awards; uno degli eventi più attesi nell’industria videoludica in cui verranno assegnati tantissimi premi, tra cui l’ambitissimo GOTY.
I videogiochi di quest'anno fanno parte di diverse categorie, un JRPG come Xenoblade Chronicles 3, un souls come Elden Ring, un action-adventure in terza persona come Horizon Forbidden West, un indie come Stray, un action stealth come A Plague Tale Requiem e l'ultima esclusiva Sony God of War Ragnarök. Noi di Hynerd.it abbiamo deciso di scrivere un approfondimento per i candidati, per presentarli al meglio al pubblico videoludico.
A contendersi sicuramente il tanto desiderato titolo di Game of the Year (GOTY), insieme all’altro favorito Elden Ring, è God of War Ragnarök, l’ultima esclusiva firmata da Santa Monica Studio ed esclusiva per PlayStation 4 e PlayStation 5.
Sequel del fortunato titolo pubblicato nel 2018 e vincitore del GOTY, il videogioco è stato apprezzato enormemente dalle testate videoludiche ed anche dal pubblico, diventando in pochissimo tempo l’esclusiva PlayStation che ha venduto più copie nella prima settimana di pubblicazione.
God of War: Ragnarök
Il primo God of War riguardava il viaggio di Kratos ed Atreus: Laufey (o Faye) è morta ed il giovane, insieme a suo padre, vuole compiere il suo ultimo volere e gettare le ceneri dal punto più alto di tutti i sette regni conosciuti. Quest’avventura nasconderà tantissime insidie e i due protagonisti, sul loro cammino, troveranno tanti ostacoli, tra cui il dio Baldur che fin dall’inizio del videogioco si rivelerà essere il vero e proprio antagonista del titolo di Santa Monica Studio.
Un viaggio burrascoso che ritroverà Kratos ed Atreus a rivalutare completamente il loro rapporto padre-figlio e permetterà al videogiocatore di conoscere un nuovo lato del dio della guerra: quello più umano.
Il primo God of War era piaciuto soprattutto per il tipo di rivoluzione che apportava alla saga. Nei titoli precedenti, i protagonisti principali erano soprattutto la violenza e la ferocia con cui Kratos affrontava ogni sfida per vendicare la morte della sua famiglia; in God of War, grazie anche all’egregia scrittura di Cory Balrog, è il rapporto umano che si viene a creare tra il dio della guerra Kratos e suo figlio Atreus ad essere al centro della narrazione.
Quest’ultimo dovrà affrontare, lungo il suo viaggio, la realtà che lo vede come il figlio di un dio ed anche il figlio di una gigantessa, rendendolo effettivamente l’ultimo gigante in vita a Midgard.
God of War Ragnarök supera, in un certo senso, il rapporto padre-figlio: il gioco non è più incentrato su come Kratos affronta la sua paternità o su come Atreus dovrà affrontare l’essere un dio adolescente che deve ancora scoprire del tutto i suoi poteri ed al tempo stesso comprendere il peso del destino che lo attende.
Non è una vera propria rivoluzione, ma è un passo avanti che non fa storcere il naso. Il videogiocatore vedrà in God of War Ragnarök un sequel che non dimentica il passato di ciò che è stato, ma che non ha paura di sviluppare una storia intrigante con personaggi vecchi (visti sotto una nuova luce) e nuovi ben scritti e sfaccettati.
La scrittura, infatti, resta ancora la chiave di vittoria dell'esclusiva PlayStation: un gioco che con la sua trama avvincente riesce a tenere incollato il videogiocatore fino all’ultimo secondo.
Sicuramente, però, per vincere il GOTY non basta soltanto una buona storia.
Un gameplay degno del GOTY?
God of War Ragnarök rappresenta il degno sequel del capitolo predecessore del 2018 anche dal punto di vista del gameplay.
Il primo titolo aveva rivoluzionato completamente lo stile di combattimento di Kratos aggiungendo un’arma, l’ascia Leviatano.
Nel secondo, il gameplay si amplierà andando ad aggiungere altre mosse allo stile già consolidato di Kratos, ma anche con qualcosa che sorprenderà il videogiocatore.
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God of war Ragnarök ha un ritmo molto più dinamico rispetto al suo predecessore ed anche i vari combattimenti sono molto più crudi volendo quasi dimostrare che il dio della guerra non ha più remore davanti a suo figlio ed è disposto a tutto pur di proteggerlo.
Il primo era stato criticato per la sua mancanza di boss importanti da fronteggiare durante il viaggio dei due protagonisti, ma nel secondo capitolo questa lacuna è stata colmata. Kratos ed Atreus affronteranno nemici più variegati ed alcuni boss daranno davvero il filo da torcere ai due dèi.
Ripresentando la formula del primo, God of War Ragnarök vuole dare libertà al videogiocatore rendendolo capace di vivere l’avventura di Kratos in un modo del tutto soggettivo: si avrà la possibilità di completare soltanto la storia principale, oppure di esplorare Midgard e gli altri regni per portare al termine le missioni secondarie.
Queste, infatti, non sono soltanto un modo per riempire il videogioco e di aumentare così la sua longevità; non sono ripetitive e sono inserite in modo tale da approfondire la conoscenza di determinati personaggi, facendoci comprendere appieno la loro prospettiva sul Ragnarök.
Anche verso la fine del videogioco, dopo quasi 30 ore, si potrà notare come in realtà l'esclusiva PlayStation non risulta per niente pesante o lenta, ma sempre divertente ed avvincente in ogni sua missione, caratteristica che forse risulterà determinante per una possibile vittoria al GOTY.
L'arte di God of War Ragnarök
Anche dal punto di vista visivo e sonoro, il gioco candidato per il GOTY è senza ombra di dubbio uno dei videogiochi meglio riusciti di quest’anno.
Santa Monica Studios è stata in grado di presentare i sette mondi in una chiave del tutto nuova, sebbene questi fossero già stati visti durante il primo capitolo. Sicuramente è anche grazie all’espediente narrativo del Fimbulwinter, ovvero dell’inverno che segna l’arrivo del Ragnarök nella mitologia norrena.
Le ambientazioni sono molto ricche e particolarmente dettagliate passando da una Midgard grigia e opaca a causa dell’inverno perenne a altri mondi che presentano una vegetazione ricca e colori molto vivaci, poiché il Filmbulwinter non colpisce tutti i luoghi allo stesso modo.
Il tempo che è passato rispetto al primo gioco si manifesta anche sul volto dei nostri protagonisti con un Kratos più provato, quasi invecchiato (segno di un tempo di un dio che forse sta per volgere al termine); Atreus, invece, è diventato un adolescente allontanandosi quindi dalle fattezze fisiche del primo capitolo e venendo rappresentato in una maniera più longilinea e forte.
La direzione artistica del videogioco esclusiva PlayStation ha, però, anche ricevuto delle critiche per la sua rappresentazione del dio del tuono, Thor. Abituati forse a vederlo nei cinecomic Marvel come il dio da una possanza fisica ben muscolosa, i videogiocatori sono rimasti spiazzati nel vedere come sia stato rappresentato in God of War Ragnarök.
In realtà, Thor sembra un personaggio ben riuscito sia nella sua caratterizzazione fisica che in quella più caratteriale; Santa Monica Studio è riuscita a confezionare un dio irascibile, vendicativo, ma al tempo stesso divertente ed accattivante.
Il comparto sonoro, inoltre, si conferma uno dei migliori di tutta la schiera di PlayStation. Le musiche di God of War Ragnarök riescono ad accompagnare il videogiocatore in questo viaggio nella mitologia norrena, quasi traghettando le sue emozioni e facendolo sentire parte integrante della narrazione.
God of War Ragnarök vincerà il GOTY?
Stasera scopriremo se God of War Ragnarök vincerà o meno il Game of the Year (GOTY) come fece il suo predecessore del 2018. Questa volta, forse, il favorito è Elden Ring; il capolavoro di From Software ha ottenuto un notevole successo sia da parte del pubblico che dalla critica videoludica e forse fino all’uscita del titolo di Santa Monica era sicuramente il netto vincitore di quest’anno.
God of War Ragnarök è sicuramente riuscito nell’impresa di distogliere le attenzioni dal titolo souls e chissà se sarà anche in grado di sottrargli il GOTY di quest’anno. Secondo chi scrive quest'articolo, il titolo di Santa Monica Studio ha tutte le carte in regola per essere premiato come il gioco migliore di quest'anno.