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Priscilla, Recensione: la versione intima e pop di Sofia Coppola

di Martina Bellantuono

Pubblicato il 2023-09-07

Priscilla è un delicato e sofferto biopic sulla moglie del Re del Rock

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Priscilla è la nuova pellicola di Sofia Coppola, presentata in concorso al Festival di Venezia. Dopo aver vinto il Leone d’Oro per Somewhere nel 2010, la regista torna al Lido per raccontare una storia di grande amore e sofferenza attraverso il suo sguardo pop, la sua estetica glamour e la sua inconfondibile dialettica.

Priscilla è tratto dal libro Elvis and me, raccolta di memorie scritte da Priscilla Presley in persona e pubblicato nel 1985. Questo adattamento cinematografico racconta una versione più intima e oscura della relazione tra la donna e il Re del Rock. Sofia Coppola cerca di concentrarsi, come da consuetudine ormai, sul punto di vista femminile e, con il suo sguardo delicato e casto, sceglie volutamente di evitare tutto quello sfarzo che ruota attorno alla figura di Elvis.

Non aspettatevi un film alla Baz Luhrmann, nè performance fastose o ancheggiamenti continui. L’occhio della Coppola è rivolto solo alla fragilità di Priscilla, plasmata da Elvis e rinchiusa da quest’ultimo nella gabbia d’oro di Graceland. L’opera, prodotta e distribuita anche da A24 e MUBI, arriverà nelle sale italiane a fine ottobre.

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Priscilla: “Elvis and me”

Priscilla è divisa in due sezioni: una prima e graduale parte di corteggiamento, seguita da una più frenetica sezione atta a ripercorrere i momenti più significativi della relazione tra Priscilla (Cailee Spaeny) ed Elvis (Jacob Elordi), dal matrimonio alla separazione.

La protagonista, Priscilla Beaulieu ha appena 14 anni quando un ufficiale le propone di partecipare ad una delle feste a casa di Elvis. Così, dopo il lasciapassare dei genitori, seguono altri incontri tra il divo e la ragazza. Difficile immaginare che non si tratti di una semplice infatuazione: lui l’idolo di tutte le ragazze e lei una fan tra tutte. Era poi impossibile per i genitori di Priscilla comprendere che l’interesse nutrito da Elvis fosse diverso. D’altronde lui poteva avere chiunque, eppure ha scelto proprio Priscilla.

Da lì a Graceland il passo è breve. E così Priscilla si trova rinchiusa in questa gabbia, una prigione dorata (un po’ come la Maria Antonietta di Kirsten Dunst a Versailles) ed inizia a scoprire i fantasmi che si celano dietro questa decisione, il sacrificio di essere sempre un passo dietro a lui e le sofferenze che derivano dall’aver sposato il Mito.

La firma della Coppola

Sofia Coppola realizza un biopic sofferto, equilibrato ma a tratti evanescente. Intere sequenze sono l’apoteosi di quella sua peculiare firma plasmata in questi anni: Priscilla che cammina su un tappeto rosa con lo smalto rosso, mette l’eyeliner, prende le ciglia finte e spruzza un po’ di lacca qua e là. È tutto così pop, con un’estetica anni 2000, volutamente glamour. La sua cifra inconfondibile non si perde poi nelle scene successive, a partire dagli scatti con l’analogica che i due si scambiano.

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Ma questa tranquillità edulcorata e raccontata con una fotografia delicata, è poi intramezzata dagli scatti d’ira del protagonista. Una favola, quella di Priscilla, senza un lieto fine. Così Sofia Coppola ci descrive anche i dolori subiti e sopportati dalla protagonista, la violenza senza filtri del Re del Rock’n roll, e lo fa con una semplicità e una sobrietà commovente.

Elvis & Priscilla: un amore incondizionato

Cailee Spaeny con i suoi occhi da cerbiatta e la sua statura minuta assomiglia realmente a Priscilla e con la sua performance riesce a farci percepire la paralisi della protagonista. D’altra parte Jacob Elordi sfoggia il suo charm alla Elvis, dovendosi confrontare con l’esibizione di Austin Butler. Ma volutamente la sua figura è lasciata in secondo piano: mai una sua canzone e solo una pacata inquadratura della Leggenda, di spalle, in controluce, sul palcoscenico.

Il racconto di Priscilla non poteva che essere raccontato da una femminista come Sofia Coppola che chiude con un messaggio di emancipazione. Ma la storia di Priscilla Presley rimane comunque una storia di amore che non potrà morire mai e come detto da Jacob Elordi in conferenza, “non è importante essere presenti fisicamente, si tratta di un legame che unisce due persone e che dura per sempre.

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Priscilla è un racconto delicato che si concentra anche sui lati oscuri della relazione tra la donna e il Re del Rock. Lo sguardo è rivolto alla figura femminile, al suo amore incondizionato e alla sua paralizzante vita a Graceland. Mai un eccesso, né un ancheggiamento o un minimo sfarzo. La pellicola è sobria ed edulcorata tant'è che a tratti può sembrare evanescente. Chi non è fan della Coppola farà forse fatica ad apprezzare la sua cifra pop e glamour.

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