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5 videogiochi che affrontano il tema della salute mentale

di Francesca Massari

Pubblicato il 2022-09-16

Questi cinque videogiochi ci hanno fatto comprendere quanto sia importante e delicato affrontare un tema come la salute mentale

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Nel mondo videoludico capita spesso di doverci immedesimare nel protagonista o nelle vicende che girano intorno ad esso, ma è sempre stato così facile? Eppure si sa, la mente umana è difficile da comprendere, anche per i più esperti nel settore.

Oggi, dunque, tratteremo di cinque dei videogiochi che, a parer nostro, approfondiscono a pieno questo argomento senza ridicolizzarlo, ma piuttosto aiutando il giocatore a comprendere meglio tutto ciò che riguarda la salute mentale e di quanto sia importante non prenderla sotto gamba.

1) Celeste e l’ansia di Madeline

salute mentale

If you’re Part of Me, why do you want to hurt me?

Celeste è un videogioco platform a scorrimento realizzato da Maddy Thorson e Noel Berry con lo studio MiniBoss. Il tema del videogioco è focalizzato sulla salute mentale, in particolare sull’ansia di cui Madeline soffre, la protagonista del titolo. La ragazza decide di voler scalare la montagna Celeste, situata in Canada (luogo di cui è originaria), in quanto pensava l’avrebbe aiutata a superare il suo attuale stato mentale. Madeline viene descritta dagli altri personaggi come una ragazza determinata e coraggiosa.

WARNING: Spoiler su Celeste

Madeline si imbatte in un grande specchio e, passandoci accanto, vede in esso un riflesso di se stessa. Questa versione di sé, però, ha i capelli viola, la pelle bianca e gli occhi rossi. La ragazza si ferma per un secondo e decide di specchiarsi di nuovo, e anche stavolta vede questo suo riflesso distorto, che riesce poi a scappare.

Si scopre successivamente che tale figura è Badeline, definita anche come “la parte oscura” della protagonista, infatti si presume che la magia della montagna Celeste abbia portato Badeline fuori da Madeline per farle affrontare le sue paure a testa alta. La rabbia di Badeline viene spesso provocata prima che lei e Madeline facciano ammenda, cosa che si nota all’inizio del capitolo 6, quando la protagonista si avvicina alla cima della montagna.

Badeline rappresenta la parte insicura di Madeline, incarnando, tra le altre cose, le sue paure: solitudine, inadeguatezza, disperazione e tante altre. A differenza di Madeline che segue il suo cuore, lei preferisce pensare in modo razionale. Nel corso della sua scalata, la ragazza avrà spesso problemi di salute mentale, tra cui brutti attacchi di panico causati dalle pericolose situazioni in cui si troverà. Dopo aver sistemato le cose con Madeline, Badeline decide di fondersi con lei, fungendole così da supporto morale per il raggiungimento della vetta.

2) Life is Strange e la depressione di Kate

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It sucks to be dragged into the spotlight.

Life is Strange è una delle avventure grafiche più conosciute, spopolata in rete grazie anche ai diversi personaggi che la caratterizzano, tra cui la protagonista Max Caulfield. Quando parliamo di salute mentale non possiamo non pensare a uno dei personaggi che più ne mostrava i segni, ovvero Kate Marsh.

Amica e compagna di classe di Max, è una devota cristiana educata dalla sua famiglia secondo tali principi. Viene descritta come una ragazza dal carattere mite e poco socievole, preferisce infatti non essere al centro dell’attenzione. Non le piace bere alcolici, se non qualche sorso di vino quando va in chiesa.

WARNING: Spoiler su Life is Strange

Kate è traumatizzata da un’esperienza che ha avuto ad una festa del Vortex Club, in cui Nathan Prescott ha drogato il suo drink a sua insaputa, promettendole invano che l’avrebbe portata in ospedale per chiedere aiuto. È stata successivamente ripresa da una telecamera mentre baciava diversi sconosciuti, ma lei non ricorda nulla di tutto ciò a causa delle droghe. Dopo aver ripreso conoscenza nota di trovarsi fuori dalla sua stanza e con una sensazione di “sporco” addosso (il che implica che Nathan l’ha aggredita sessualmente). 

Victoria Chase, per divertimento, ha pubblicato il video online e ne ha diffuso notizia. In seguito all’incidente, Kate ha consultato l’infermiera della scuola che, preoccupata per l’attuale stato mentale in cui si trovava la ragazza, ha contattato il preside Wells per tenerla d’occhio. Quando la notizia del video è arrivata alla sua famiglia, sua madre era profondamente delusa del suo comportamento, incolpandola di aver perso la fede. Tale delusione, combinata con il bullismo persistente da parte dei membri del Vortex Club e il comportamento vizioso dei suoi coetanei, la porta ad un precario stato di salute mentale che comprende depressione e istinti suicidi.

Kate, ormai sempre più disperata per la mancanza di aiuto da parte dei suoi professori (in particolare il signor Jefferson) decide che era arrivato il momento di farla finita. Max riesce a notarla sopra il tetto del dormitorio, intenta a volersi buttare. Se il giocatore riesce a convincerla con i giusti dialoghi, alla fine dell’episodio la vedremo riprendersi in un letto d’ospedale. Se invece il giocatore fallisce, verrà mostrato un suo memoriale sui gradini di fronte al dormitorio.

3) American McGee’s Alice e il disturbo da stress post-traumatico di Alice

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You’ve used me and abused me, but you will NOT destroy me!

American McGee, sviluppatore della serie azione-avventura di Alice, presenta un universo grottesco al limite dell’immaginario. La protagonista, Alice Liddell, è la figlia più giovane di Arthur e della signora Liddell (di cui non si conosce il nome), sorella minore di Elizabeth (detta Lizzie) e l’unica sopravvissuta all’incendio che ha ucciso la sua famiglia.

L’incendio è scoppiato quando Alice era solo una bambina, causando in lei un forte trauma capace d’influenzare la sua realtà, così come il suo mondo immaginario e chi ne fa parte. Alice è descritta come una ragazza psicologicamente tormentata, oltre ad avere uno stato di salute mentale instabile

WARNING: Spoiler su American McGee’s Alice e Alice: Madness Returns

Durante la notte del 5 novembre 1863, un incendio fu misteriosamente appiccato all’interno dell’abitazione Liddell. Prima di ciò, la stessa notte, Alice vide entrare in casa una figura a lei sconosciuta. Tuttavia, si convinse di aver visto invece un centauro e che i rumori provenienti dalla stanza di sua sorella fossero invece Lizzie che parlava nel sonno. Purtroppo, la realtà era ben diversa. La figura era riuscita a sgattaiolare nella camera di Lizzie, violentandola. Chiuse poi a chiave la stanza, riuscendo così a fuggire. 

Alice aveva sentito l’odore del fumo disperdersi nella casa, ma in quel momento era totalmente immersa nei suoi sogni a occhi aperti, cosa che in seguito le avrebbe causato un forte senso di colpa. La polizia indagò sull’incendio, arrivando alla conclusione che fosse stato appiccato a causa della goffaggine di Dinah (il gatto di famiglia) e di una lampada a olio ancora accesa nella biblioteca al piano di sotto.

L’umore di Alice è quasi costantemente apatico, triste, infelice o arrabbiato. Inoltre, è spesso perseguitata dai ricordi dell’incendio a causa del disturbo da stress post-traumatico di cui soffre, con conseguenti “sensi di colpa del sopravvissuto“, che le fanno manifestare un estremo disprezzo verso di sé e tendenze suicide, le quali minano la propria salute mentale.

Nel Paese delle Meraviglie, Alice si rende conto che il “centauro” che aveva violentato Lizzie e ucciso la sua famiglia era in realtà Angus Bumby, e che le sue sessioni di ipnosi erano soltanto un tentativo per coprire le sue tracce. Scopre, inoltre, che Bumby aveva usato Houndsditch Home (l’orfanotrofio) come copertura per trasformare i suoi bambini in schiavi sessuali, strappando via i loro ricordi e corrompendo la loro mente. Alla fine della boss fight contro il Dollmaker (Bumby), i due si ritrovano alla stazione di Moorgate. Alice riesce a spingerlo davanti a un treno in arrivo, uccidendolo all’istante e vendicando la sua famiglia, oltre che a porre fine ai suoi crimini atroci.

4) Layers of Fear e la schizofrenia del Pittore

salute mentale

Now a tiny bit to the left… Yes! Just like that!

Layers of Fear è un horror psicologico indie sviluppato da Bloober Team e pubblicato da Aspyr. The Painter (il Pittore) è il protagonista principale e anche colui che controlleremo per tutta la durata del gioco, è sposato con la Moglie ed è il padre della Figlia. Nel corso della storia non ci sarà mai dato sapere i veri nomi dei personaggi.

La storia è ambientata a partire dagli anni ’20 negli Stati Uniti. Il Pittore è un uomo fin troppo determinato, definito da tutti come un artista di grande talento, ma una delle cose che caratterizzano in modo drastico la salute mentale di questo personaggio è la sua schizofrenia.

WARNING: Spoiler su Layers of Fear

Durante il corso della storia sarà difficile non notare le diverse allucinazioni visive e uditive di cui il Pittore soffre, è infatti abbastanza chiaro che lui soffri di schizofrenia. Ma chi è davvero, il Pittore? L’uomo era un giovane ambizioso che fin da subito fu ben accolto dal pubblico per le sue eccezionali opere. Un giorno incontra una pianista di talento, di cui si innamora perdutamente.

I due si sposano e si trasferiscono nella casa dove il gioco prende luogo, la donna rimane poi incinta di una bambina (la Figlia) e adottano un cane. Il pittore decide di dedicare più tempo alle sue opere, ma viene spesso disturbato dai rumori che provenivano dal piano di sopra, che con il tempo gli causano stress e problemi nel bere. Per placare i rumori mette una museruola al cane, ma la cosa non migliora a causa della presenza di topi. Questi ultimi, tuttavia, potevano essere uno dei primi sintomi della sua schizofrenia e della sua instabile salute mentale.

Tutto iniziò a prendere una brutta piega quando sua moglie rimase gravemente ferita in un incendio che l’aveva parzialmente sfigurata. Questo incidente devastò entrambi, ma il Pittore divenne sempre più ossessionato dal “cercare di aggiustare” sua moglie. Ben presto diventò un alcolizzato che trascurava la famiglia, in quanto preferiva restare rinchiuso nel suo studio per giorni.

La sua schizofrenia cominciava a peggiorare ogni giorno sempre di più, mentre le sue opere non venivano più ben accolte dalla critica. La cosa scatena in lui una vera e propria frustrazione, che avrebbe scaricato poi ripetutamente sulla sua famiglia. La Moglie, sentendosi totalmente abbandonata dal Pittore che sembrava preferire le sue opere a lei, decide di suicidarsi. La Figlia, invece, viene affidata ai servizi sociali.

Il titolo presenta tre possibili finali:

Nel finale “infinito” viene mostrato che il Pittore stava lavorando ad un ritratto di sua moglie e che, dopo averlo terminato, lo ammira solo per poterla rivedere, ma l’opera si trasforma in una figura inguardabile che procede a provocarlo. Il Pittore, spaventato, lancia il dipinto in una stanza piena degli stessi dipinti, che iniziano a ridere di lui.

Si scopre così che lui ha trascorso anni a lavorare sullo stesso quadro, provando in tutti i modi a perfezionarlo, ma la cosa gli ha solamente causato un vero e proprio deterioramento della salute mentale. Entrando nella stanza in cui l’artista ha gettato il dipinto, vediamo che tutti i ritratti assomigliano alla Moglie dell’artista. Rientrato nel suo studio, inizia a lavorare al prossimo dipinto, continuando così il suo loop autodistruttivo.

Nel finale “egoista lo vediamo dipingere sé stesso. Il Pittore non riconosce le sue malefatte, credendo che tutte le sofferenze che ha subito erano necessarie per raggiungere la vera perfezione della sua arte. Soddisfatto della sua opera, decide così di appenderla nella stanza al piano di sopra. Il suo dipinto viene poi mostrato in un museo tra altri famosi artisti vittoriani.

Il finale “famiglia è simile a infinito, ma questa volta dipinge sia sua moglie che sua figlia. Il Pittore si rende conto che è stato tutto inutile e che il dipinto non riporterà indietro la sua famiglia. Pieno di rammarico, porta il suo ultimo lavoro in una stanza piena di ritratti di sua moglie e dà loro fuoco, bruciando la sua casa e sé stesso nel processo.

5) Downfall e il disturbo alimentare di Ivy Davis

salute mentale

What is happening to me, Joe? I know something’s been wrong for a long time but… I used to be able to control it. And now… I don’t even know who I am anymore.

Downfall (o Downfall: Redux) è un horror psicologico sviluppato da Remigiusz Michalski sotto il nome di Harvester Games. Il gioco fa parte della trilogia Devil Came Through Here, di cui fanno parte anche i titoli The Cat Lady e Lorelai.

In Downfall interpretiamo Joe Davis, un uomo dalla salute mentale instabile in cerca della propria redenzione. Dopo essere fuggito al Quiet Haven Hotel con sua moglie Ivy Davis per provare a salvare il loro matrimonio, Ivy scompare. L’unico modo per scoprire che fine abbia fatto è attraverso l’enigmatica direttrice dell’albergo e quattro donne di nome Sophie.

WARNING: Spoiler su Downfall: Redux

Ivy è una donna sensibile che, fin da bambina, soffre di un disturbo alimentare. All’inizio della sua relazione con Joe, i due sembravano essere felici. Suo marito, infatti, ha cercato di aiutarla con il suo disturbo, anche adottando un gatto che potesse diventare una felice distrazione per entrambi, in particolare per Ivy. Con il passare del tempo, il loro matrimonio sembrava iniziare a deteriorarsi lentamente, al tal punto che Joe tenta di salvarlo portando Ivy in vacanza in un hotel di campagna, luogo in cui pensava avrebbero potuto risolvere le cose. Nonostante i litigi che ha con suo marito e il trattamento che le riserva, lei lo ama ancora. 

Nel corso della storia si riesce ad intuire come Ivy percepisse il suo corpo, definendosi un vero e proprio mostro e presentando i gravi segni di una persona che soffre di anoressia e di un precario stato di salute mentale. Le quattro Sophie sono in realtà una personificazione della schizofrenia di Joe, incluso il modo in cui il disturbo alimentare di Ivy abbia influenzato lui e il loro matrimonio. Il più tremendo incubo di Ivy è quello di guardarsi allo specchio, oppure quello di sentirsi osservata da dei “mostri orrendi e grassi”. Diversi indizi suggeriscono che Joe avesse tentato di aiutare sua moglie a mangiare, ma che abbia finito per torturarla e farla ammalare inconsapevolmente.

Il titolo offre tre finali diversi in base alle scelte fatte e al comportamento avuto nei confronti di Ivy:

Finale A – In fuga“: Joe fulmina il corpo di Ivy perché l’energia elettrica sprigionata risulta eccessiva ed il contatore va in cortocircuito, tutto questo prima che Susan intervenga. L’uomo riesce a scappare con il cadavere di Ivy colpendo Susan alla spalle, che era intenta a chiamare la polizia. Joe, con Ivy in braccio, riesce a fuggire dall’albergo ormai in fiamme, mentre ci viene mostrato il volto in decomposizione di Ivy, rivelando il fatto che lei fosse effettivamente morta da tempo a causa delle torture di Joe.

Finale B – L’impossibile“: Mentre Joe sta tentando di far rivivere Ivy, Susan cerca di ucciderlo, sperando di salvarla dalle torture di Joe. Il cuore di Ivy torna a battere, la quale si alza dal tavolo operatorio e colpisce Susan alla schiena con un’ascia, prima di cadere sul pavimento accanto a Joe, accendendo per sbaglio il macchinario e dando fuoco all’edificio. Ivy e Joe riescono a uscire dall’hotel in fiamme e, mentre si abbracciano, Ivy afferma: “stiamo bene“.

Finale C – Il sesto parassita“: Joe viene ucciso da Susan, in quanto definito dalla Queen of Maggots come il sesto parassita (gli antagonisti di The Cat Lady). Quando scoppia l’incendio, Joe viene posto sul tavolo operatorio insieme ad Ivy, in balia delle fiamme.

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