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Spider-Man: Across the Spider-Verse, Recensione – Sfidare il destino

di Francesco Schinea

Pubblicato il 2023-06-01

Spider-Man: Across the Spider-Verse è il sequel del premio Oscar come miglior film d’animazione: ecco la nostra recensione senza spoiler.

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“Mi chiamo Miles Morales”. Una semplice frase che siamo pronti a risentire sul grande schermo. Sulla scia del successo di Spider-Man: Un nuovo universo, arriva finalmente in sala Spider-Man: Across the Spider-Verse.

Sequel del premio Oscar per il miglior film d’animazione, Across the Spider-Verse riporta al cinema Miles Morales, protagonista di una nuova avventura che coinvolge, ancora una volta, gli Spider-Man dell’intero multiverso.

Caos nel multiverso

Spider-Man: Across the Spider-Verse affronta le conseguenze degli eventi del primo film. La distruzione dell’acceleratore di particelle di Kingpin ha avuto, infatti, ripercussioni sul multiverso, a cui tentano di porre rimedio Miguel O’Hara (Spider-Man 2099) e la sua squadra di spider-persone, fra le quali troviamo Gwen Stacy, Spider-Woman, Spider-Punk e Spider-India. Dall’esplosione dell’acceleratore ha avuto origine anche La Macchia, villain ideato appositamente per il film. Proprio per indagare sulla nemesi di Miles, Gwen finisce così per ritrovarsi nello stesso universo del protagonista.

Non diremo altro sulla trama principale della pellicola, per non rovinare le tante sorprese presenti. Basti sapere che il film, inizialmente annunciato come Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part One), è in tutto e per tutto una “prima parte”.

Così come era stato per Dune, questo dettaglio scontenterà molti. Tuttavia, la scelta di Phil Lord e Chris Miller di suddividere la pellicola in due film è dettata dalla volontà di raccontare questa storia senza omettere nulla. Si poteva tagliare qualche scena d’azione? Probabilmente sì, ma nulla da recriminare, perché il risultato finale è qualcosa di mai visto prima.

Spider-Man: Across the Spider-Verse può contare, oltre che su un’animazione eccezionale, anche su un’efficace narrazione. Il ritmo incalzante e l’umorismo ben dosato contribuiscono a non appesantire in nessun momento la visione, ed elevano una trama non particolarmente originale ma ben messa in scena.

Spider-Man: Across the Spider-Verse

L’essenza di Spider-Man

Nel corso degli anni abbiamo visto diverse ottime trasposizioni cinematografiche del personaggio, ma poche volte un film su Spider-Man era riuscito a catturare così bene l’essenza stessa dell’Uomo Ragno, o per meglio dire degli Spider-Man. Eroi che devono soffrire per potersi rialzare, non importa in quale universo. Un’intricata tela di dolore a cui nessuna spider-persona può sfuggire.

Il fulcro narrativo di Spider-Man: Across the Spider-Verse risiede proprio in una sfida contro il fato, in un dilemma esistenziale: lasciarsi travolgere dal destino od operare delle scelte, per quanto pericolose queste possano essere? Farsi guidare dai sentimenti o dalla razionalità?

Così come lo era stato per Into The Spider-Verse, anche in questo sequel il multiverso non è solo un espediente per inserire il maggior numero possibile di personaggi. Esso è, oltre che semplice da comprendere, anche funzionale alla narrazione. Non si tratta, infatti, di un film sul multiverso, ma di un film che usa sapientemente il multiverso per far risaltare Spider-Man, visto attraverso le più svariate sfaccettature.

Tutti gli Spider-Man sono accomunati dallo stesso destino, ma contemporaneamente si tratta di eroi ben diversi fra loro: dall’anarchico Spider-Punk al divertentissimo Spider-Man: India, passando per i volti noti e per la spropositata quantità di sorprese che rendono Across The Spider-Verse una meravigliosa caccia agli innumerevoli easter-eggs disseminati nella pellicola.

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Scrivere la propria storia

Spider-Man: Across the Spider-Verse è sì la storia di Spider-Man, ma prima ancora quella di uno Spider-Man in particolare: Miles Morales. Una stessa storia vista attraverso gli occhi del protagonista, ma anche dei suoi genitori. Due distinte focalizzazioni che fanno di Across the Spider-Verse un toccante racconto di formazione ed una profonda riflessione sull’essere genitori.

Miles è, infatti, solo un adolescente, chiamato a convivere sia con le responsabilità del costume che indossa che con le pressioni dei suoi genitori, ai quali non riesce a raccontare la verità. Nel mentre, le uniche persone in grado di capirlo, Gwen in primis, si trovano ad universi di distanza.

Miles si sente così soffocare, in grado di prendere le proprie decisioni ma incapace di agire, sia che queste riguardino la scelta del suo futuro college che il proprio operato come Spider-Man. “Tutti non fanno altro che dirmi come dovrebbe andare la mia storia”, dice in una delle frasi più significative del film. Un punto di vista, quello di Miles, che si contrappone a quello dei suoi genitori, per cui diventa difficile accettare che il loro ragazzo sia maturato e pronto a spiccare il volo.

È qui che emerge quel rapporto figli-genitori che è tra gli aspetti più riusciti di Spider-Man: Across the Spider-Verse, non solo per quanto riguarda Miles. Anche Gwen affronta un rapporto complesso con il padre, mentre Peter B. Parker vuole cercare di essere un buon padre. A tutto ciò si aggiungono i sentimenti tra Miles e Gwen.

Una serie di archi narrativi che si intrecciano tra loro e contribuiscono ad accentuare la componente emotiva della pellicola. Se Un nuovo universo era stato realizzato con tanto cuore, questo secondo capitolo lo supera, almeno per quanto riguarda la capacità di emozionare. Per il resto non serve paragonare i due film della saga, a loro modo due opere d’arte sia come cinecomic che come film d’animazione: Into the Spider-Verse aveva fissato l’asticella in alto, ma Spider-Man: Across the Spider-Verse ha saputo reggere le aspettative e alzare ulteriormente il livello.

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Spider-Man: Across the Spider-Verse è un capolavoro visivo

Spider-Man: Across the Spider-Verse prende tutto ciò che aveva funzionato nel primo film e lo eleva, non solo dal punto di vista narrativo. Ciò che più aveva stupito di Into the Spider-Verse era lo stile d’animazione, che con i suoi tratti fumettosi rappresentava una riuscitissima novità.

In Across the Spider-Verse non ci si è limitati a riproporre la medesima animazione. Si tratta invece un prodotto che ha avuto il coraggio di sperimentare ulteriormente e portare in sala qualcosa di unico nel suo genere, un’opera visivamente strabiliante.

Ogni universo ha una sua caratterizzazione estetica, nulla viene lasciato al caso. Qualunque scena ambientata nell’universo di Gwen, ad esempio, è un dipinto impressionista mozzafiato, che riflette lo stato d’animo del personaggio. Una sfida, quella di alternare design tra loro molto diversi, che è stata vinta alla grande, per quanto questa potrebbe non essere accolta positivamente da una parte del pubblico mainstream (anche per alcuni combattimenti in cui l’animazione è meno facile da seguire).

Dal punto di vista tecnico, Spider-Man: Across the Spider-Verse potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione per il genere dei film d’animazione. Un film maestoso, che fonde la maestria tecnica con una splendida narrazione, da ammirare sullo schermo più grande possibile.

A questo punto non resta che attendere marzo 2024 per scoprire se in casa Sony riusciranno a superarsi ancora una volta con Spider-Man: Beyond the Spider-Verse. Di certo, dopo due film così, non possiamo che essere fiduciosi.

9

Across the Spider-Verse eleva tutto ciò che aveva funzionato nel primo film. Visivamente formidabile, un’opera tecnicamente maestosa ma che non sacrifica la narrazione. Il rapporto fra Miles e Gwen, così come quello con i rispettivi genitori, riesce ad aggiungere una componente che fa da contorno ad una trama non particolarmente originale ma efficace. Un grande film d’animazione ed una delle storie che meglio racchiude l’essenza di Spider-Man.

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