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Drive-Away Dolls, Recensione: il ritorno da solista di Ethan Coen

di Violeta Fidanza

Pubblicato il 2024-03-17

Dal 7 marzo è arrivato nelle sale italiane Drive-Away Dolls, un road movie al femminile diretto da Ethan Coen. Un’operazione non riuscita?

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Dal 7 marzo è arrivato nelle sale italiane Drive-Away Dolls, un road movie al femminile diretto da Ethan Coen e sceneggiato assieme a sua moglie Tricia Cooke che aveva questo racconto “in cantiere” dal 2000.

Il famoso regista, produttore e sceneggiatore statunitense ritorna così sul grande schermo con il suo primo lungometraggio da solista, dopo una lunga e proficua carriera in coppia con suo fratello Joel Coen che gli ha fruttato anche ben quattro premi Oscar.

Da alcuni anni, i fratelli Coen hanno intrapreso due percorsi cinematografici distinti. Il loro ultimo film girato insieme è La ballata di Buster Scruggs, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2018.

Joel Coen ha successivamente diretto da solo Macbeth (2021), un adattamento in bianco e nero dell’opera di Shakespeare, con Denzel Washington e Frances McDormand come protagonisti, mentre Ethan Coen prima di questo film ha girato il documentario Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind (2022).

Drive-Away Dolls, arriva al cinema portando con se anche una novità, un esperimento, per la pellicola distribuita in Italia da Universal Picture non c’è stato alcun doppiaggio ed è disponibile per la visione solo in lingua originale, sottotitolata.

La trama e i protagonisti di questo folle viaggio

Siamo nel 1999 e Drive-Away Dolls si apre con un uomo misterioso, visibilmente agitato seduto al tavolo di un diner in possesso di una valigetta altrettanto misteriosa. L’uomo, interpretato da Pedro Pascal fa velocemente la sua uscita di scena e poco dopo ci vengono presentate le vere protagoniste di questa storia: Jamie (Margaret Qualley) e Marian (Geraldine Viswanathan).

Le ragazze sono due amiche dalla personalità completamente opposta, Jamie è spigliata, estroversa, impulsiva mentre Marian è pacata, timida e razionale. A causa di un tradimento Jamie è costretta a lasciare la casa che condivideva con la sua fidanzata Sukie (Beanie Feldstein) e per svagarsi, cambiare aria e decide di trascinare Marian in un viaggio, un vero road trip verso Tallahassee, città della Florida dove abita la zia di Marian.

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Pedro Pascal in Drive-Away Dolls

La storia entra davvero nel vivo quando le due ragazze per sbaglio, entrano in possesso di un’auto a noleggio che non era destinata a loro. Nell’auto scopriamo esserci la famosa valigetta in possesso del personaggio interpretato da Pedro Pascal che sarebbe dovuta essere in possesso di un gruppo di tre criminali, Arliss (Joey Slotnick), Flint (C.J. Wilson) e il loro capo Chief (Colman Domingo) anch’essi diretti a Tallahassee.

Questo è il plot che da vita un road movie, divertente, sboccato, esplicito e folle, in cui tra continui fraintendimenti e simpatici siparietti tra “coppie”, questo perchè vediamo principalmente le dinamiche che si innescano tra Jamie e Marion durante il loro viaggio e quelle tra Arliss e Flint che le seguono.

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Joey Slotnick e C.J. Wilson in Drive-Away Dolls

Ci sono elementi che riportano alla commedia degli equivoci, condita da un’ironia brillante e un uso della violenza ben calibrata ma che si rifà al genere pulp.

L’inseguimento, la caccia alla valigetta e l’elemento stesso della valigetta misteriosa ricordano altri film firmati da Ethan Coen in particolare in alcune sequenze, torna subito alla mente Il grande Lebowski , una delle pellicole più iconografiche della filmografia di Ethan e Joel Coen.

Critica sociale, intelligente e irriverente ma abbastanza incisiva

Una volta scoperto il contenuto della valigetta si fa luce sull’intenzione reale della pellicola, una storia spensierata sulla libertà che ci mostra anche l’indipendenza e alcuni spazzi della comunità LGTQ+ (dei cui le due protagoniste fanno parte) della fine degli anni 90 usando un linguaggio volgare ed esplicito e la violenza con tratti comici, diventa un racconto che attraverso sempre gli stessi mezzi appena citati porta lo spettatore a riflettere su alcuni lati della società americana.

Il senatore Channel, interpretato da Matt Damon, che seppur in un piccolissimo ruolo dà il suo apporto pieno alla pellicola, è il personaggio emblema della critica sociale apparentemente insospettabile contenuta all’interno di Drive-Away Dolls. Un politico, conservatore, bigotto in piena campagna elettorale nella quale si mette in bella mostra la sua famiglia perfetta (ci viene mostrata però solo tramite un cartellone pubblicitario) ma con un passato per lui disonorevole che vuole tenere nascosto a tutti i costi dai media altrimenti tutto il suo lavoro andrebbe in fumo.

Il suo segreto è sicuramente imbarazzante ma decisamente meno sconvolgente rispetto a tutta la macchina di omicidi, inseguimenti e torture che ha messo in modo per poterlo preservare.

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Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan in Drive-Away Dolls

Ed è qui l’ipocrisia viene fuori, la censura, il controllo, l’apparenza perfetta dietro la quale si cela ben altro, del film di Ethan Coen e Tricia Cooke tutto questo viene messo in luce attraverso il senatore Channel ma in realtà è una critica rivolta agli Stati Uniti e alla società più in generale, dell’epoca, dell’oggi e del domani.

Questa denuncia sociale così come l’aspetto delle difficoltà e della libertà della comunità Queer non sono però mai approfondite, la scrittura, i dialoghi danno degli spunti ma non allargano mai il discorso forse per non gravare sulla leggerezza della pellicola.

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Matt Damon in Drive-Away Dolls

Drive-Away Dolls è un road movie piacevole, intelligente, irriverente e sicuramente fuori dalle righe, il road-movie poi tra l’altro è un genere che se ben diretto riesce a coinvolgere lo spettatore anche grazie alla fotografia e alla scenografia ma non tutto funziona. Il cast svolge un ottimo lavoro comprese le guest star: Pedro Pascal, Matt Damon e Miley Cyrus, i personaggi sono tutti ben caratterizzati, eppure nessuno riesce ad essere incisivo. Si tratta di una pellicola, ben diretta, infatti, la regia di Ethan Coen si nota e non è nulla statica anche senza particolari guizzi. Per quanto riguarda la scrittura, la storia è scorrevole, i dialoghi sono intelligenti così come la critica alla società sottile ma ben costruita eppure il film non decolla mai del tutto lasciando lo spettatore, divertito ma soddisfatto a metà.

6.5
Drive-Away Dolls è una pellicola disponibile al cinema a partire dal 7 marzo, distribuita in Italia da Universal solamente in lingua originale, sottotitolata. Si tratta del primo lungometraggio da solista del regista, sceneggiatore e produttore Ethan Coen, che per moltisimi anni ha condiviso una proficua carriera cinematografica in coppia con suo fratello Joel Coen. Drive-Away Dolls è un road movie piacevole, intelligente, irriverente e sicuramente fuori dalle righe, il road-movie poi tra l'altro è un genere che se ben diretto riesce a coinvolgere lo spettatore anche grazie alla fotografia e alla scenografia ma non tutto funziona. Nel cast troviamo la sempre più lanciata Margaret Qualley, Geraldine Viswanathan, Joey Slotnick, C.J. Wilson, Beanie Feldstein e le guest star: Pedro Pascal, Matt Damon e Miley Cyrus svolgono tutti un ottimo lavoro, i personaggi sono simpatici e ben scritti ma non di forte impatto. La regia di Ethan Coen si nota e non è nulla statica anche senza particolari guizzi. Per quanto riguarda la scrittura a due mani con Tricia Cooke (sua moglie), la storia è scorrevole, i dialoghi sono intelligenti così come la critica alla società sottile ma ben costruita eppure il film non decolla mai del tutto lasciando lo spettatore, divertito ma soddisfatto a metà.

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