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Il Processo ai Chicago 7 #RoadToOscars

di Giacomo Borri

Pubblicato il 2021-03-29

Film del 2020 scritto e diretto da Aaron Sorkin, noto per aver già lavorato a capolavori del calibro di Codice D’onore, Nemico Pubblico e The Social Network, ha esordito alla regia nel 2017 con Molly’s Game.REGIA E SCENEGGIATURA SQUADRA VINCENTECONCLUSIONI Il Processo ai Chicago 7 è disponibile alla visione su Netflix ed è attualmente in corsa …

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Film del 2020 scritto e diretto da Aaron Sorkin, noto per aver già lavorato a capolavori del calibro di Codice D’onore, Nemico Pubblico e The Social Network, ha esordito alla regia nel 2017 con Molly’s Game.

Il Processo ai Chicago 7 è disponibile alla visione su Netflix ed è attualmente in corsa per gli Academy Awards 2021 con ben 5 nomination tra cui miglior film, migliore sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista.

Il Processo ai Chicago 7 rappresenta il film di “critica” contemporanea che ogni anno Hollywood propone e che raramente manca di essere un grande successo – al di là di nomination e premi vinti. Pensiamo a Il Caso Spotlight o Cattive Acque

In questo caso la critica mette la lente d’ingrandimento su uno dei più famosi processi della recente storia contemporanea, quello appunto fatto ai Chicago 7, che altri non erano che diversi attivisti, leader di differenti gruppi di protesta, che ritrovatisi a Chicago per manifestare pacificamente contro la Guerra in Vietnam finiscono nell’occhio del ciclone degli scontri con le forze dell’ordine.

Parte del ben nutrito cast de Il Processo ai Chicago 7

REGIA E SCENEGGIATURA 

Ne Il Processo ai Chicago 7, Aaron Sorkin mette a frutto tutta la sua trentennale esperienza come sceneggiatore coadiuvandola con le sue, seppur giovani, grandi doti registiche. 

Il risultato è una storia lunga poco più di due ore, mai noiosa, sempre attiva e in funzione di una narrazione molto esplicativa nei confronti dello spettatore, che dona un quadro generale di cosa stia succedendo con un notevole scambio continuo di flashback e flashforward intrecciati alla perfezione grazie alla sapiente esperienza di Sorkin. 

Le ricostruzioni delle scene degli scontri realmente avvenuti con la polizia non mancheranno di essere fedeli e piene di dettagli

Il Processo ai Chicago 7 risulta essere quindi scritto e diretto da una mano molto esperta, capace di rendere le due ore di pellicola per nulla pesanti e anzi molto interessanti da seguire, il tutto grazie anche a un cast perfettamente all’altezza del compito.

Il compito di Sorkin non era facile: dover riuscire a dare il giusto spazio a tutto il numeroso cast senza tralasciare la caratterizzazione di nessun personaggio principale e non. Oltre ai sette di Chicago abbiamo i due legali difensori del gruppo, e un ottavo membro, che ha storicamente rappresentato le minoranze nere, in questo caso specifico in qualità di leader delle storiche e famosissime Pantere Nere. Oltre a loro abbiamo anche numerose altre figure di spicco tra cui i legali dell’accusa e ovviamente il giudice del processo, avendo egli giocato un ruolo pivotale.

Non era quindi facile riuscire a gestire un film corale con così tante figure, riuscendo a raccontarne le storie senza risultare né noiosi né superficiali. Infatti tali personaggi vengono sapientemente introdotti in media res, mentre stanno quindi per partecipare alle manifestazioni incriminate.

Allo spettatore però non vengono dati tutti i tasselli del puzzle ma anzi il quadro completo del reale svolgimento degli eventi arriva per gradi, caratterrizzando tutti i personaggi, portando più che una mera rappresentazione delle loro azioni su schermo, ma delineandone piuttosto anche il profilo psicologico e morale.

Questo avviene per i personaggi di entrambe le parti del processo e anche per coloro che vengono introdotti super partes, delineando il grande talento e esperienza come sceneggiatore di Sorkins.

Talento che viene espresso anche nelle sue doti registiche, ottenendo nel complesso una narrazione che nonostante la mole di contenuti da portare allo spettatore riesce sempre ad essere molto chiara ma, nonostante questo, riesce anche ad avanzare a ritmi sostenuti, raggiungendo quindi un perfetto equilibrio narrativo.

SQUADRA VINCENTE

Il cast de Il Processo ai Chicago 7 risulta composto da una squadra molto eterogenea e quadrata in ogni suo elemento, in grado di creare una sinfonia di strumenti perfettamente allineati tra loro.

Abbiamo Eddie Redmayne (The Danish Girl, Animali Fantastici e dove trovarli) nei panni del famoso attivista Tom Hayden, che in Il Processo ai Chicago 7 è rappresentato al meglio cercando anche di uscire da i canoni del personaggio “tipo” che Redmayne ci aveva abituati a vedere su schermo, dimostrandosi degno della fama che porta e di quella statuetta dorata vinta nel 2015 per La Teoria del Tutto.

Eddie Redmayne nei panni di Tom Hayden

Ad accompagnarlo nel corposo cast è doveroso menzionare Sacha Baron Cohen (Il Dittatore, Borat), nominato per “miglior attore non protagonista”,  che anche stavolta interpreta il “comic relief” del gruppo ma che non manca, grazie a una sapiente sceneggiatura, di portare profondità all’hyppie (in apparenza) sempliciotto che rappresenta. 

Jeremy Strong (a sinistra) e Sacha Baron Cohen (a destra), i due hyppie del gruppo dei Chicago 7. Dietro di loro (al centro) John Carroll Lynch, altro membro del gruppo

Tra i “Chicago 7” figura anche un ottimo John Carroll Lynch (Zodiac, The Founder) che eccelle nel ruolo di gigante buono cercando e riuscendo a fare da collante e freno inibitore del gruppo mostrando spesso il lato più umano delle persone. 

La lista sarebbe lunga ma al di fuori dei Chicago 7 figurano altre stelle d’eccezione, tra cui Mark Rylance (Il Ponte delle Spie, Dunkirk) nel ruolo di uno dei due legali difensori dei “Seven”, che ormai ci ha abituati a rappresentare un personaggio memorabile sia che esso abbia piccoli o grandi ruoli, dimostrando l’enorme talento interpretativo che possiede.

Mark Rylance impersona alla perfezione uno dei due legali dei Chicago 7

A proposito di legali, dalla parte opposta del tribunale a guidare l’accusa ne Il Processo ai Chicago 7 abbiamo invece Joseph Gordon-Levitt (Inception, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno) che riesce a dare spessore e umanità all’accusa, rendendo credibile quello che era il suo schieramento in aula. 

Joseph Gordon-Levitt nei panni dell’accusa

Per ultimo, nonostante la breve apparizione, bisogna menzionare Michael Keaton (Birdman, The Founder) che anche stavolta riesce a dare spessore al suo personaggio, rendendo incisiva la sua entrata in scena grazie all’immensa capacità comunicativa ed espressiva dell’attore.

Michael Keaton ha una presenza scenica fortissima nonostante il poco minutaggio a sua disposizione

CONCLUSIONI

Il processo ai Chicago 7 è e sarà sicuramente uno dei grossi protagonisti per gli Oscar 2021, sarà interessante vedere se il film riuscirà infine a coronare l’ottimo lavoro svolto del suo ideatore, per quanto riguarda “Miglior Film” e “Miglior Sceneggiatura Originale”. Consigliato sia a coloro che hanno intrapreso il percorso del #RoadToOscars sia a coloro che cercano solo una serata in compagnia di un ottimo film. 

8

Il Processo ai Chicago 7 è uno dei protagonisti degli Oscar 2021 e l'ennesimo ottimo lavoro di Aaron Sorkin.

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