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La zona d’interesse sorprenderà agli Oscar, ecco perché

di Francesco Schinea

Pubblicato il 2024-02-22

Il nuovo film di Glazer potrebbe dire la sua anche nella corsa agli Oscar

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“La zona d’interesse è probabilmente il film più importante di questo secolo, sia dal punto di vista dell’approccio cinematografico che per la complessità del tema trattato”

Con queste parole Alfonso Cuarón (Roma, Gravity) ha descritto il nuovo film di Jonathan Glazer. Il regista di Under the Skin torna in sala con un’opera cinematografica straziante e lacerante, capace di far riflettere come poche altre.

Non sempre pellicole così profonde e complesse si trasformano in grandi protagoniste della stagione dei premi. Eppure le dichiarazioni di Cuarón dimostrano che Glazer è riuscito ad arrivare ai membri dell’Academy di Hollywood in tutta la sua potenza. Perché La zona d’interesse è in grado di toccare le corde giuste, facendo scaturire un senso di angoscia incommensurabile. Una riflessione di 1 ora e 45 minuti sulla banalità del male, meritevole di tutti i riconoscimenti che ha ricevuto e riceverà.

The Zone of Interest

La zona d’interesse: per quali premi è in corsa?

La zona d’interesse è stato tra i grandi protagonisti durante la cerimonia dei premi BAFTA. Qui si è aggiudicato 3 premi: Miglior sonoroMiglior film internazionale e Miglior film britannico.

In quanto rappresentante britannico, concorrerà nella categoria del miglior film straniero anche agli Oscar. Nonostante la concorrenza sia di tutto rispetto, compresa l’Italia con Matteo Garrone, The Zone of Interest parte con tutti i favori del pronostico. Solo Anatomia di una caduta avrebbe potuto impensierire Glazer per il premio. Peccato che la Francia abbia deciso di non candidarlo, consegnando di fatto la statuetta al Regno Unito.

Ma come sempre più spesso capita, La zona d’interesse è riuscito a sconfinare i limiti geografici, rientrando nelle principali categorie degli Oscar. Tra queste, le due principali: miglior film e miglior regia. Quasi certamente non ci saranno ribaltoni, con le due statuette che sembrano già da mesi in mano a Christopher Nolan per Oppenheimer. Eppure, se proprio dovessimo avere delle sorprese, meglio tenere d’occhio La zona d’interesse.

Non bisogna pensare che si tratti di un film opportunista, che sfrutti il tema trattato per accaparrarsi i riconoscimenti. Anzi si tratta di una pellicola estremamente rischiosa. Pur raccontando l’orrore dell’olocausto, questo non viene mai sbattuto in faccia allo spettatore. Si può solo percepire, assistendo alla vita della famiglia del comandante di Auschwitz, Rudolf Höss (Christian Friedel). Tale scelta rende La zona di interesse un film ancor più urgente e complesso.

Per quanto riguarda la candidatura di Glazer a miglior regista, non c’è bisogno di alcun commento. Con buona pace dei sostenitori di Barbie, il lavoro di Glazer in un’opera di questo genere è sublime.

The Zone of Interest

Quando il sonoro è parte integrante del film

Ciò di cui si parla troppo poco, invece, è la bellezza del comparto sonoro della pellicola. La colonna sonora di Mica Levi, seppur estremamente minimalista, è straordinaria nell’alimentare il senso di angoscia e dolore nello spettatore. Nonostante non abbia ricevuto la candidatura, resta una delle colonne sonore migliori dell’anno. Così come Sandra Huller, nominata nella categoria di miglior attrice protagonista per Anatomia di una caduta, avrebbe meritato anche quella da non protagonista per la sua interpretazione di Hedwig, moglie di Höss.

È arrivata invece la candidatura per il miglior suono. Ed è qui che ci aspetteremo un premio, per gli stessi motivi della colonna sonora. Più difficile invece la vittoria come miglior sceneggiatura non originale. Non è questo il punto di forza del film, grandioso nella sua visione d’insieme piuttosto che nei singoli dettagli. Ma anche qui, meglio non escludere delle sorprese.

Di certo però possiamo assicurarvi che i premi sono l’ultima cosa a cui pensare guardando La zona d’interesse. I riconoscimenti (per giunta discutibili nella maggior parte dei casi) non hanno il minimo significato rispetto alla potenza dirompente di un film tanto impeccabile dal punto di vista cinematografico quanto sconvolgente da quello dei temi trattati.

Se volete leggere il nostro parere più approfondito sul film di Glazer, vi rimandiamo alla nostra recensione dalla Festa del Cinema di Roma.

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