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War Hospital, Recensione: il gestionale ha nuove frontiere

di Vincenza Navarra

Pubblicato il 2024-01-23

Ad aprire le frontiere videoludiche del nuovo anno, ecco un lancio da parte della Brave Lamb Studio. Giovedì 11 gennaio 2024, il team di sviluppatori polacco ha annunciato l’arrivo del loro secondo titolo. Si tratta di War Hospital, un gioco di simulazione strategica in modalità single player a tema bellico, che ha stabilito nuovi record …

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Ad aprire le frontiere videoludiche del nuovo anno, ecco un lancio da parte della Brave Lamb Studio. Giovedì 11 gennaio 2024, il team di sviluppatori polacco ha annunciato l’arrivo del loro secondo titolo. Si tratta di War Hospital, un gioco di simulazione strategica in modalità single player a tema bellico, che ha stabilito nuovi record qualitativi per il genere gestionale narrativo. Attualmente è disponibile all’acquisto per PC, Playstation 5 e Xbox Series X/S. Ufficiale la collaborazione con l’Imperial war Museum di Londra, al fine di raffinare maggiormente il livello di realismo contenutistico.

Il gioco è successore di un’altra creazione della Brave Lamb Studio: Enemy of the State. Uno sparatutto in modalità cooperativa e single player, olezzo della polvere da sparo che ha infestato gli anni Venti con le guerre di mafia. Proprio da questo si deduce come i giochi studio di produzione polacco siano affezionati ad esaltare il conflitto della morale umana col turbinio del contesto bellicoso.

Trama

Siamo nel 1918, nel buio pesto della sanguinolenta Prima Guerra Mondiale. Il giocatore si ritrova nei panni di un medico di guerra britannico, il maggiore Henry Wells. Nonostante sia ormai in pensione, la sua esperienza sul campo del dottore viene nuovamente richiesta in soccorso di un campo ospedaliero bellico sul fronte francese, che lui è chiamato a coordinare in tutti i suoi aspetti. Gli orrori e le conseguenze distruttive del conflitto si avvertono sin dall’inizio. Una citazione di Émile Zola apre il sipario a quello che è lo scenario di confine tra la vita e la morte.

Gameplay e mappa

L’obbiettivo principale è quello di salvare quanti più feriti possibili residui dalle trincee francesi. A questo scopo è necessario, oltre che curare gli ammalati, migliorare le strutture ospedaliere, garantire costantemente una scorta di provviste, comprare medicine. Dunque, è responsabilità del maggiore anche assumere personale medico e tecnico in vista di queste migliorie. Inoltre, per non perdere terreno e cedere ai nemici, le linee difensive vanno continuamente rinforzate. Un buon lavoro mantiene alto il morale generale dell’esercito. Pena la sconfitta e la fine della partita.

Il giocatore affronta perciò la sfida nei panni di soldato, generale, medico e coordinatore sanitario allo stesso tempo, col cuore e l’umanità di un qualunque concittadino. Può gestire il campo di cura da una mappa, monitorando l’andamento di ogni attività in tempo reale. Dal cimitero al centro operazioni, dalla farmacia al treno per il trasporto, tutto va tenuto d’occhio. Qui la precisione e la meticolosità del giocatore incontrano pane per i loro denti. Un piccolo margine di errore può bastare a sconvolgere il delicato equilibrio di un complesso sistema di ingranaggi che si va costruendo a poco a poco.

Tecnica di gioco e longevità

Il titolo è giocabile tramite mouse, tastiera e altri due strumenti fondamentali. Sangue freddo da duro comandante per prendere le giuste decisioni al momento giusto. Coraggio morale per sacrificare risorse ormai irrecuperabili. Tutto questo è War Hospital. Sicuramente un gestionale interessante e dinamico, ma tragico e crudele allo stesso tempo. L’aria di guerra si respira intensamente, a maggior ragione con le attese, in tempi reali, dei vari progressi di gioco. Operazioni, rifornimenti, riposo del personale, il tutto in una realtà virtuale che però di virtuale vuole avere ben poco. Proprio anche per questa ragione, la longevità del gioco varia da un giocatore all’altro, in base allo stile di approccio personale. Ogni capitolo potrebbe richiedere un arco di tempo che in media va dalle 6 alle 10 ore circa, con ampio margine di variabilità.

Grafica, inquadratura e suoni

In quanto a qualità video, il gioco non rientra sicuramente tra i concorrenti più temibili del mondo videoludico. Non per questo non manca certo di valenza. Il realismo è reso molto bene, la precisione dei dettagli è davvero interessante. Le ombre sono curate quanto basta per una discreta resa del 3D senza comunque complesse sfumature cromatiche. Riguardo le superfici, gli effetti materici sono resi piuttosto al minimo essenziale, così come anche la resa dei movimenti. Il fumo che esce dai camini, la pioggia costantemente cadente, personaggi in cammino. Movenze dall’andamento poco preciso, con assenza di qualunque effetto motion blur. La telecamera inquadra costantemente l’intera scena dall’alto, permettendo spostamenti laterali, leggere inclinazioni oblique e zoom sulla mappa per i dettagli.

Il comparto musicale risulta semplice, ma efficace. Effetti sonori realistici che accompagnano l’andamento delle missioni, gli avvisi e le eventuali cutscene di guerra. Il tutto poggiato su una colonna musicale di sottofondo che asserisce ad un’apparente quiete nascosta dietro la tempesta della guerra.

7.5

La semplicità tecnica, grafica e sonora di War Hospital lo rendono un titolo che sicuramente agevola il lavoro di qualsiasi scheda video. Tenendo comunque conto della qualità visiva che questo genere videoludico in genere richiede, il gioco della Brave Lamb Studio rientra sicuramente tra i piani alti della categoria. Una dinamica di gioco interessante che però, a mio parere, presenta qualche lacuna. In particolare, sulle attese dei processi in tempo reale, che sì rendono lo schema di gioco sicuramente più realistico, ma a volte intaccano la linearità del gioco con eccessive interruzioni. Un sistema di regole, inoltre, coinvolgente ma inizialmente non così immediato, rendendo il gameplay di apertura del titolo spesso troppo lento.

  • approccio del tutto nuovo
  • avventura immersiva e particolarmente realistica
  • vario e mai scontato
  • tecnicamente migliorabile
  • poco spazio alla narrazione

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