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Terrifier, Recensione: la violenza non è mai abbastanza

di Raphael Tonchia

Pubblicato il 2020-10-29

Terrifier è uno slasher movie del 2016, scritto e diretto da Damien Leone, realizzato con un budget esiguo di 800.000 dollari. Come altre pellicole (per esempio 31 di Rob Zombie, di cui leggere l’approfondimento qui), è stato finanziato attraverso il crowdfunding sulla piattaforma indiegogo. Il film segue le attività sadiche di Art il Clown, già …

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Terrifier è uno slasher movie del 2016, scritto e diretto da Damien Leone, realizzato con un budget esiguo di 800.000 dollari. Come altre pellicole (per esempio 31 di Rob Zombie, di cui leggere l’approfondimento qui), è stato finanziato attraverso il crowdfunding sulla piattaforma indiegogo. Il film segue le attività sadiche di Art il Clown, già apparso nei due cortometraggi The 9th Circle (2008) e Terrifier (2011) e nel film All Hallow’s Eve (2013) sempre diretti dallo stesso regista.

Terrifier: la violenza non è mai abbastanza
Terrifier

La Trama (Spoiler):

É la notte di Halloween e due ragazze, Dawn e Tara, fanno ritorno a casa dopo essere state a una festa. Lungo il tragitto si fermano in una pizzeria dove si imbattono in un personaggio alquanto ambiguo, vestito da pagliaccio in bianco e nero. Inizialmente sembra essere tutto un divertente e al tempo stesso agghiacciante scherzo, ma le due protagoniste si renderanno conto ben presto che quel clown non si trova lì per farle sorridere.

Un omaggio agli Horror anni Ottanta

Si può pensare a Terrifier come a un frullato di diversi ingredienti derivanti dagli slasher movie degli anni Ottanta.
Anche in questa pellicola non è presente una trama particolarmente originale e complicata, poiché il regista ha deciso di puntare tutto sul villain (di cui si discuterà successivamente) e sugli effetti speciali in vecchio stile, senza l’utilizzo di CGI.
Grazie a questi elementi, lo spettatore assiste a una violenza esageratamente portata all’estremo, a volte persino gratuita, venendo catapultato in un mondo splatter, dove non c’è spazio per l’empatia e i sentimenti.

Tutto sommato, la buona riuscita degli effetti visivi vintage delle sequenze più gore è dovuta al lavoro del regista, nato come artista del make up e degli effetti meccanici.
Le scene di omicidio sono accompagnate da una colonna sonora caratterizzata da musica elettronica inquietante e con un ritmo sostenuto, che contribuisce a dare forma alle uccisioni e, al tempo stesso, a fare immergere lo spettatore nell’ansia di trovarsi di fronte a un serial killer di questo tipo.

Un punto a favore di Terrifier riguarda l’assenza di quella sottile ironia che solitamente contraddistingue il genere slasher (basti pensare ad alcuni Nightmare in cui Freddy è più un cabarettista che un serial killer, approfondimento qui), in quanto lungo tutto il film difficilmente si riesce a sorridere, sebbene comunque non si provi nemmeno un po’ di terrore.
La pellicola tenta di introdurre elementi contemporanei per stare al passo coi tempi, come nella scena in cui il pagliaccio si scatta un selfie con litri di sangue addosso.

Un nuovo personaggio iconico?

Bisogna dirlo, senza questo tipo di villain, il film sarebbe altamente discutibile e difficile da mandare giù. La figura del clown è da sempre in grado di suscitare un senso di inquietudine, vedi IT di Andy Muschietti, e Terrifier non fa eccezione.
Art il Clown, di cui non viene raccontata l’origine, può benissimo diventare l’ennesima icona del genere slasher.
La caratterizzazione del personaggio e l’aspetto estetico sono sorprendenti: il fatto di essere muto, il bianco e nero del costume, l’efferatezza degli omicidi, le espressioni e i ghigni demoniaci.
Il personaggio deve ringraziare l’ottima mimica di David Howard Thornton (noto per la serie tv Gotham) che riesce a inquietare il pubblico con i suoi atteggiamenti e movenze alquanto strane e impacciate.

Art il Clown (Terrifier)

La sceneggiatura a tratti sconclusionata e la recitazione non convincente delle protagoniste rischiano di sabotare l’intero film, che comunque viene salvato dall’ottimo serial killer, nonostante il finale davvero scontato.
Trattandosi di un b-movie, non ci si può aspettare chissà che qualità nel suo complesso, ma sicuramente i fan dell’horror anni Ottanta riusciranno ad apprezzare questa opera.
Nel 2021 uscirà anche un sequel dal titolo Terrifier 2. Vedremo se Damien Leone farà il salto di qualità.

Il film lo potete noleggiare o acquistare su Google Play, Youtube e Apple Tv.
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I Consigli della Redazione:

Se vi piace il genere slasher, potrete sicuramente apprezzare anche le seguenti pellicole:

  • IT (2017) e IT – Capitolo Due (2019)
  • The Bye Bye Man (2017)
  • Laid to Rest (2009)
  • 31 (2016)

Il trailer di Terrifier:

Terrifier

6.5

Nonostante l'assenza di originalità e la grossolana interpretazione delle attrici, Terrifier riesce a salvarsi grazie allo splendido Art il Clown che da solo regge l'intero film. La pellicola è stata creata da un amante del genere horror anni Ottanta per i fan dello stesso, intrattenendoli con una violenza smisurata, messa in scena in modo discreto. Un film tutto sommato leggero, non pesante, sicuramente non indimenticabile ma neanche tutto da buttare. Consigliato per chi non ha tempo e voglia di guardare film complicati e intricati.

  • Un villain carimastico ed esteticamente efficace nel rimanere impresso nella memoria dello spettatore
  • Effetti speciali tutto sommato validi visto il budget non eccessivo
  • Colonna sonora inquietante al punto giusto
  • La recitazione degli altri interpreti non così convincente
  • Non aggiunge nulla di nuovo al genere
  • Finale fin troppo scontato

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