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Wonder Woman 1984: ritorno al passato

di Nicola Artusi

Pubblicato il 2021-01-08

Il nuovo film DC sull’eroina più iconica dell’universo fumettistico e cinematografico del secolo. Wonder Woman torna con una nuova avventura ambientata a 70 anni di distanza dal primo film del 2017.Trama e personaggiEppure, non funziona.Eppure, non funziona. Perché manca un vero cattivo.Ah, l’amore non ha limiti! Dopo il grande successo di critica e di pubblico …

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Il nuovo film DC sull’eroina più iconica dell’universo fumettistico e cinematografico del secolo. Wonder Woman torna con una nuova avventura ambientata a 70 anni di distanza dal primo film del 2017.

Dopo il grande successo di critica e di pubblico della prima pellicola e il completo sbaragliamento del mondo cinematografico DCEU con flop come Aquaman e Justice League, come sarà andato questo nuovo progetto?

Proviamo a capirlo con questa recensione, CON SPOILER.

Trama e personaggi

1984. Dopo una rapina a una gioielleria, viene ritrovato un antico manufatto, un cristallo di quarzo citrino che può esaudire il più grande desiderio di chi lo tiene in mano. Si occupa della sua perizia Barbara Minerva, collega di Wonder Woman, al secolo Diana Prince, presso lo Smithsonian Museum di Washington.

Gal Godot nei panni di Diana Prince, analizza il quarzo citrino.
Gal Godot nei panni di Diana Prince, analizza il quarzo citrino.

Ovviamente, il cristallo di quazo citrino finirà nelle sbagliatissime mani dell’avido Maxwell Lord, truffaldino petroliere italoamericano in bancarotta che cercherà in tutti i modi di acquisire fama, denaro e potere assoluto, gettando il mondo nel caos.

Pedro Pascal nei panni di Max Lord
Pedro Pascal nei panni di Max Lord

Toccherà a Wonder Woman, con l’aiuto di un redivivo Steve Trevor, recuperare il manufatto e ristabilire l’ordine, appellandosi all’umanità e alla solidarietà della popolazione mondiale.

A ostacolarla sarà proprio la collega Barbara che rappresenterà per Wonder Woman una complessa avversaria da superare, avendo espresso il desiderio di voler essere come Diana, con tutte le possibili implicazioni che questo desiderio comporta.

WW contro Cheetah
WW contro Cheetah

Eppure, non funziona.

Il film inizia con una eterna scena di pseudoOlimpiadi amazzoniche in cui le più promettenti guerriere di Themyscira, tra cui una Diana undicenne, si scontrano in una specie di triathlon. Una scena che sembra un taglia-incolla dal primo Wonder Woman, forse addirittura un refuso di girato, che mai più si connetterà con il restante film. Una scena che, peraltro, contraddice il primo film stesso: Diana non era destinata a diventare un’eroina e, anzi, la figlia della Regina delle Amazzoni veniva addestrata in segreto. La scena serve solo a far presentare l’armatura di Asteria, mitica guerriera amazzone, che poi ritroveremo a fine film.

Wonder Woman
Una piccola Diana corre per 20, interminabili, minuti.

Già da questa prima scena si intravede nuovamente il “peccato originale” degli ultimi film DC: la prevalenza degli effetti visivi sugli effetti speciali. Il tutto è innaturalmente luminoso e sgargiante e in palese contrasto con la fisica elementare cui, evidentemente, le amazzoni non sono sottoposte. I personaggi si muovono in un vuoto ambientale, in cui la gravità sembra esistere solo al bisogno.

Certo, nella primissima sequenza questo è ancora comprensibile, se si sospende il giudizio: stiamo parlando dopotutto di mitologiche guerriere che vivono su una mistica isola avvolta da una magica barriera. Seguendo il finto inizio di cui sopra, in realtà il film comincia con una scena super gasante in pieno stile anni ’80 con colori sgargianti, capelli pomposi e effetti speciali e visivi dichiaratamente di bassissima qualità che richiamano alla vecchia serie TV di fine anni ’70. E che vanno benissimo, in un montaggio originale, divertente e accattivante che richiama in qualche modo Thor: Ragnarok.

Il potere della CGI
Il potere della CGI

Tuttavia, la cosa persiste e peggiora lungo tutto il film rendendone la visione non solo fastidiosa ma, oserei, esasperante. Capelli perfettamente pettinati in volo, armature metalliche che si muovono con la fluidità di un mantello, lotte in caduta libera alla Black Panther, fuochi d’artificio che non proiettano ombre, un lazo-ragnatela di Spiderman che evidentemente PUO’ LEGARSI ANCHE AI FULMINI (so che l’ha fatto nei fumetti, ma a mani nude e con un botto di poteri in più – ndr) e sopratutto tanto, tanto, tanto schermo verde.

wonder woman
Wonder Woman che si attacca a un fulmine per prendere velocità.

Non è solo questo a non andare. Che Gal Godot fosse brava l’avevamo già capito in Dawn of Justice, come avevamo già ben chiaro come Wonder Woman fosse il personaggio più interessante che la DC sia riuscita a proporre recentemente al cinema, in tutti i film in cui compare.

Eppure, non funziona. Perché manca un vero cattivo.

Il problema dell’antagonista credibile è da sempre l’aspetto cruciale in un film d’azione, tanto più in film di supereroi. Magneto, Lex Luthor, Thanos sono esempi gloriosi di antagonisti con un movente. Anche lo stesso Ares del primo Wonder Woman era un cattivo credibile e complesso, e sopratutto coerente con il personaggio di Wonder Woman. In questo film, al contrario, il villain principale è Max Lord, tycoon decaduto, un abile truffatore che cerca ricchezza, gloria e fama; una volta raggiunti, a che pro proseguire con la tiritera dell’uomo affamato di potere? Fa apparire la seconda metà del film pretestuosa.

Lo scontro alla Casa Bianca
Lo scontro alla Casa Bianca

Purtroppo, lo stesso vale per l’altra antagonista, Barbara Minerva, Cheetah nei fumetti. Per quanto possano essere comprensibili le sue motivazioni iniziali, esse non spiegano l’evoluzione finale del personaggio, facendola sembrare solo instabile e pazza.

Lo scontro alla Casa Bianca
Lo scontro alla Casa Bianca

Un’altra domanda che sorge spontanea è questa: in più di settant’anni nel mondo dei mortali, davvero Diana non ha mai incontrato un’altra persona di cui innamorarsi? Sopratutto, perché Wonder Woman ha bisogno dell’amore?

Ah, l’amore non ha limiti!

La grandezza del personaggio di Wonder Woman sta nell’essere una donna intelligente, indipendente, in carriera, potente e formidabile in ogni senso; eppure in questo film non si riesce a superare lo scalino della necessità della storia romantica per completare il quadro della protagonista soddisfatta della propria vita. Certamente, la presenza di Steve Trevor in questo episodio del DCEU spiega perché in Justice League Diana parli ancora di lui come l’unico amore della sua vita. Tuttavia, boh, sarò sociopatico io, ma è sembrata una scelta un po’ banale e di facile scrittura.

Steve e Diana
Steve e Diana

Lo stesso vale per il finale. Tanto è intenso il discorso di Wonder Woman al pianeta, complice una sapiente regia, quanto è stucchevole la sequenza di chiusura, in cui padre e figlio si ricongiungono in un nuovo giorno di speranza colorato di un improbabile verde speranza acceso. Ah, l’amore (per lo schermo verde, apparentemente – ndr) non ha limiti.

Divertente il cammeo di Linda Carter, la Wonder Woman classica della serie del ’76, nella scena post credits; non brilla per originalità, ma, essendo alla fine fine, è più che altro un regalo innocente ai veri fan dell’eroina.

Nel complesso, quindi, pur con degli ottimi presupposti dati dal pregresso lavoro sul personaggio di Wonder Woman, e dei grandi nomi sia nel cast (Chris Pine, Pedro Pascal, Robin Wright) che alla regia e produzione (Patty Jenkins, Deborah e Zack Snyder), Wonder Woman 1984 sembra più una origin story che un sequel, e soprattutto una origin story DC, con tutti i difetti che già si erano visti in Aquaman (ok, non così male – ndr) e, pensando ad altri importanti, magici, franchise, in altre produzioni Warner Bros.

6

Nonostante l'ottima interpretazione di Gal Godot, l'abuso di CGI e di effetti visivi rendono la visione del film molto pesante. Anche l'assenza di un antagonista carismatico, potente e motivato contro cui scatenare le capacità dell'eroina, ma anche il suo percorso di crescita personale. Nel complesso, quindi, una storia deludente rispetto al grande lavoro fatto nel precedente episodio.

  • Finalmente Wonder Woman torna a volare
  • Abbiamo un assaggio dei suoi veri poteri, al di là dei bracciali
  • Alcune scene veramente ben costruite
  • Troppi effetti visivi, troppo intrusivi
  • Antagonisti privi di scopo
  • Una storia d'amore superflua

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