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Tre protagoniste PlayStation che hanno segnato la storia del videogioco

di Riccardo Retez

Pubblicato il 2021-03-08

Chi sono le migliori protagoniste della storia di PlayStation? È inevitabile notare come il videogioco, nei suoi sistemi, nelle meccaniche e nel mercato, si sia evoluto con un’ottica e un punto di vista prevalentemente maschili. Basta pensare a come storicamente sia possibile contare sulle dita di una mano le protagoniste di videogiochi e come invece …

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Chi sono le migliori protagoniste della storia di PlayStation? È inevitabile notare come il videogioco, nei suoi sistemi, nelle meccaniche e nel mercato, si sia evoluto con un’ottica e un punto di vista prevalentemente maschili. Basta pensare a come storicamente sia possibile contare sulle dita di una mano le protagoniste di videogiochi e come invece sia divenuto uno standard impersonare eroi il cui compito è affrontare peripezie per salvare una damigella in (costante) pericolo. In questo modo la figura femminile è stata relegata a un secondo posto, a un ruolo secondario e marginalizzato.

Alcune delle più note protagoniste e co-protagoniste della recente industria videoludica

Recentemente, l’industria videoludica ha guardato fuori dalla finestra, ha percepito e assorbito i grandi movimenti per i diritti delle donne come hanno fatto il cinema e la televisione. Oggi, nella Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, sono numerosi gli sviluppatori e le case di produzione che omaggiano il sesso femminile attraverso i social media. Un’occasione per ricordare quali sono i personaggi femminili di maggior impatto dell’industria videoludica recente.

Ecco quindi un brevissimo elenco che riporta solo tre delle tante protagoniste che stanno guadagnando spazio in uno scenario di intrattenimento prevalentemente (troppo) maschile.

Top 3 protagoniste PlayStation 

Per circoscrivere meglio l’ambiente considerato per questa selezione, è stato scelto di indagare unicamente le esclusive PlayStation, approfondendo quanto più possibile tre donne che hanno segnato indelebilmente la storia raccontata nel videogioco di riferimento e hanno avuto un impatto più o meno importante al di fuori dello schermo videoludico. Le tre protagoniste hanno in comune molti fattori tra cui uno determinante: trattasi di tre donne immaginate e rappresentate secondo modalità distanti dagli standard rappresentativi della donna nel videogioco, che spesso tendono a sessualizzarla – grazie a un abbigliamento e un atteggiamento provocanti e provocatori.

Kara – Detroit: Become Human

La prima delle tre protagoniste da menzionare è Kara, donna-automa che muove i suoi primi passi all’interno di Detroit: Become Human. Il gioco è una delle narrazioni più interessanti prodotte negli ultimi anni. La storia è caratterizzata dalle vicende che segnano la vita dei tre androidi Kara, Connor e Markus che, in una Detroit del 2038, rompono le barriere della propria programmazione per “liberarsi”.

Copertina di Detroit: Become Human

Il gioco si configura come un’avventura dinamica in cui le scelte del giocatore hanno un impatto diretto sui protagonisti, spesso anche catastrofico, senza possibilità di riavvolgere il tempo o ripartire da capo. Un titolo con poca azione ma le cui sessioni di dialogo impostano l’intera struttura narrativa. Una volta immedesimati nei personaggi protagonisti e nelle loro vite, sarà difficile dimenticarli.

Ecco che quindi sin dalle prime ore di gioco è possibile interfacciarsi con Kara. Introdotta come un comune androide domestico, la prima delle tre protagoniste di questo articolo, presta servizio all’interno della casa di Todd Williams, un uomo fallito che affoga i suoi problemi nell’alcool e nella violenza verbale e fisica contro Kara. Tra le sue mansioni domestiche è prevista la cura di Alice, giovane figlia di Todd.

Kara in Detroit: Become Human

La connessione tra Kara e la giovane Alice innescherà una serie di eventi che la porteranno a liberarsi del suo stato di domestica e a fuggire dalla casa di Todd. L’androide donna è motivata principalmente dal desiderio di essere genitore. Il suo unico e primario scopo, anche dopo essersi liberata, è quello di proteggere Alice e renderla di nuovo felice, non importa a quale costo. 

A seconda delle scelte del giocatore, Kara può essere estremamente fedele ad Alice, fino al punto di negare la sua natura di macchina, oppure può sviluppare dubbi sul comportamento di Alice, arrivando a negare l’identità di Alice in quanto essere umano e membro della sua nuova famiglia.

Kara e Alice in Detroit Become Human

In ogni caso, a prescindere dalle decisioni del giocatore, il personaggio di Kara entra di diritto tra le migliori protagoniste della storia recente dei videogiochi. Il merito ovviamente è di chi ha saputo scrivere e strutturare così bene personaggio femminile che, come menzionato, non ha bisogno di attirare il giocatore di sesso maschile con estetismi e cosmetici, ma che sceglie la strada delle emozioni per costruire un legame avatar-giocatore presto indissolubile.

Aloy – Horizon Zero Dawn

Per molti potrebbe essere scontato trovare in un elenco delle migliori protagoniste di esclusive PlayStation i prossimi due personaggi. Ma non deve essere così. Le due protagoniste delle prossime righe riescono a superare in modo eccellente gli stereotipi di genere, così come i videogiochi di cui sono protagoniste.

Nel mondo dei videogiochi esistono fin troppe terre desolate, senza vita e post-apocalittiche, al punto che sono diventate tristi come i mondi fatiscenti che ritraggono. Ma Horizon Zero Dawn osa spingersi oltre la caduta della società moderna per darci uno sguardo a un nuovo capitolo dell’umanità, dove tribù primitive hanno lentamente iniziato a ricostruire la civiltà tra specie uniche di fauna selvatica senziente e robotica che vagano tra le rovine del passato metropolitano. 

Copertina di Horizon Zero Dawn

Questo mondo ossimorico, a metà tra il calore della natura incontaminata e il freddo metallo, è esplorato orizzontalmente e verticalmente dal giocatore attraverso gli occhi di Aloy, la protagonista. Appartenente a una tribù matriarcale, Aloy non possiede una madre, cresce con un uomo che lei considera suo padre e che le insegna tutto ciò che sa, portandola a divenire presto un’abile cacciatrice

Aloy in Horizon Zero Dawn

A seguito di una scoperta sul passato dell’umanità, Aloy abbandona la propria tribù, sfida il proprio popolo e parte da sola per un lungo viaggio alla ricerca della verità sulla distruzione del mondo così come lo conosciamo. Horizon Zero Dawn sfida le convenzioni di genere sin dalle prime ore di gioco, normalizzando le azioni della protagonista, per cui nessun componente della sua tribù mostra stupore per il fatto che imprese come quelle di Aloy siano compiute da una donna.

Il confronto tra Aloy e la natura contaminata in un’immagine promozionale di Horizon Zero Dawn

La sua ricerca della verità la porterà a scoprire il suo stesso passato, le sue vere origini. In una storia come quella di Horizon Zero Dawn non ci sono donne o uomini da salvare, c’è da costruire il rapporto tra essere umano e natura. Il titolo infatti pone riflessioni determinanti non solo circa il ruolo della donna ma anche nell’ottica dell’antropocene, scardinandosi completamente da storie videoludiche analoghe. Un rapporto che sarà approfondito nel secondo capitolo in uscita alla fine di quest’anno.

Ellie – The Last of Us e The Last of Us Parte 2

Infine, è inevitabile menzionare tra le migliori protagoniste di videogiochi targati PlayStation, Ellie. Introdotta come co-protagonista di The Last of Us, Ellie è una giovane adolescente che, in un futuro post-pandemico e post-apocalittico, divide la scena con Joel, uomo sopravvissuto alla catastrofe perdendo la propria figlia. Elemento che contraddistingue Ellie sia in The Last of Us che in The Last of Us Parte 2 è l’essere l’unica portatrice sana del parassita cordyceps, un fungo in grado di trasformare gli esseri umani in una sorta di zombi.

Copertina di The Last of Us Parte 2

Nel primo capitolo della serie, il compito di Joel è consegnare Ellie a un’organizzazione in grado di creare un vaccino dal suo sangue. Nel corso della storia tra i due si crea un rapporto genitore-figlio imprevedibile e che porterà a drammatiche conseguenze per entrambi. Naughty Dog (casa di produzione dei due giochi) si dimostra estremamente abile e sapiente nella scrittura e caratterizzazione dei personaggi, portando Ellie a divenire protagonista della seconda metà del primo gioco e di (quasi) tutto il secondo.

Ellie in The Last of Us Parte 2

Se nel primo capitolo emerge una prima parte del carattere di Ellie, è solo in The Last of Us Parte 2 che si mostra totalmente per quello che è. Di fatto, Ellie è cresciuta, è più matura e inizia a scoprire se stessa e le persone che le stanno intorno. Il giocatore si trova a interpretare una delle migliori protagoniste della storia dei videogiochi. Naughty Dog osa ancora di più rispetto al primo videogioco, caratterizzando il personaggio di Ellie in modi mai visti prima in un’industria estremamente maschilista. Infatti, Ellie è omosessuale e all’interno del gioco sarà possibile vederla crescere affianco di Dina, sua compagna, tra effusioni e avventure

Ellie e Dina in The Last of Us Parte 2

Non sorprende che The Last of Us Part 2 abbia ricevuto forti critiche da parte dei giocatori di sesso maschile, abituati a impersonare uomini forzuti e armati fino ai denti. Sin da prima della sua distribuzione il gioco è stato condannato dalle community più malsane, portando al leaking di informazioni prima della data di uscita. Nonostante questo, recentemente The Last of Us Part 2 si è affermato come videogioco con più premi della storia videoludica. Non è solo un’avventura emozionante, ma anche una splendida e sfumata esplorazione della forza e della fragilità dello spirito umano. Inoltre, è possibile affermare, senza alcuna riserva, che Ellie sia una delle migliori protagoniste dei videogiochi mai scritta e rappresentata fino ad oggi. 

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