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La maturità dei videogiochi: il valore educativo

di Giulia Arcoraci

Pubblicato il 2023-10-24

I videogiochi hanno oggi un valore educativo importante: migliorano le abilità cognitive e aiutano i più piccoli, vediamo come!

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I videogiochi nascono come medium dedicato all’intrattenimento dei più giovani, ma anche degli adulti.

Tuttavia, l’evoluzione del videogioco oggi è andata ben oltre. I videogiochi sono più complessi, i costi di sviluppo superano persino quelli dell’industria cinematografica.

Il videogioco si sta intrecciando con il cinema, a partire da Assassin’s Creed, Spider-Man e, soprattutto, con il caso di grande successo di The Last of Us

In tanti ormai si sono accorti che l’industria videoludica ha subìto un’evoluzione su larga scala, diventando un business di primaria importanza, persino l’Italia (un po’ in ritardo) ha preso provvedimenti fiscali in merito.

Tuttavia, vi è ancora molta confusione in merito, specie da chi non conosce e non pratica il videogioco, sia come intrattenimento sia come industria.

In questo articolo si affronteranno alcuni importanti temi. Come i videogiochi migliorano alcune abilità cognitive e aiutano l’educazione dei più piccoli. Infine perché è importante sottolineare il valore culturale del medium videoludico.

La speranza è quella di aiutare a capire meglio questo mondo e le sue potenzialità, soprattutto per chi non lo conosce, così da sradicare i pregiudizi in merito.

Le abilità cognitive: come gli studi scientifici dimostrano l’importanza dell’elemento videoludico

Alcuni studi dimostrano come chi gioca ai videogiochi riesca a migliorare delle abilità cognitive, dall’orientamento spaziale alla reattività, di seguito ve li illustriamo.

Il National Institute on Drug Abuse ha pubblicato uno studio intitolato “Association of Video Gaming With Cognitive Performance Among Children“.

Lo studio coinvolse 2217 bambini di età compresa tra i 9 e i 10 anni. Lo studio ha dimostrato come coloro che giocano ai videogiochi per 3 o più ore al giorno, reagiscano più velocemente di 0,8 millisecondi rispetto agli altri, avendo quindi potenziato le abilità cognitive.

videogiochi

La conclusione della ricerca spiega:

“L’uso dei videogiochi si può associare a prestazioni migliori nei test cognitivi che implicano l’inibizione della risposta, la memoria e un segnale BOLD alterato [dipendenza dal livello di ossigeno nel sangue]”

Citando altri studi, per esempio, lo studio di Green & Bavelier (2012), attestano che i videogiochi migliorano l’attenzione spaziale.

Si individuano più velocemente dei bersagli in un campo di distrattori (da applicare alla capacità di guida). 

Altri studi sui videogiochi: potenzialità infinite!

Problem-solving e multitasking, altre due abilità che i videogiochi possono migliorare.

Dagli studi di Chiappi e colleghi (2013): si è utilizzato un joystick per mantenere un bersaglio al centro di uno schermo, gestire le spie e controllare livelli di carburante.

Punteggi alti nel test appena spiegato corrispondono a reali prestazioni nel pilotaggio degli aerei.

Inoltre, vi è un rallentamento del declino delle funzioni cognitive che accompagna l’invecchiamento. 

Non solo bambini, quindi, ma anche anziani. Il videogioco stimola l’attività cerebrale portando ad una maggiore reattività e una migliore qualità di vita (Torres, 2011). 

Attenzione, però, tutti questi studi non vogliono assolutamente sottolineare che è giusto passare giornate intere sui videogiochi.

L’abuso è sempre sbagliato, che sia un videogioco, un cellulare o, più banalmente, cibi poco sani. 

L’uso del videogioco con i più piccoli va controllato e guidato, ma può portare al miglioramento di tante abilità e anche di tanti aspetti della vita.

Invitiamo i lettori che sono genitori a non negarlo, ma incoraggiarlo con le giuste dosi. 

Imparare giocando: la gamification nell’educazione

assassin's creed

Infine, perché non imparare divertendosi? Il valore educativo dei videogiochi è fondamentale: attraverso l’elemento ludico è più facile memorizzare nozioni o concetti.

Su alcuni manuali di letteratura è stato nominato Assassin’s Creed, e i tour storici dei titoli della saga aiutano l’insegnamento.

Da tempo il concetto di gamification si fa sempre più importante. Inserire elementi ludici dove il gioco non è necessariamente l’elemento centrale.

Il termine nasce nel 2010 da un game-designer americano, Jesse Schell.
In quali campi si applica la gamification? Nell’educazione, nelle imprese, nella ricerca o nell’apprendimento digitale.

Utilizzare quiz, un sistema di livelli e premi, utilizzare quindi le regole dei videogiochi nell’insegnamento può essere un ottimo incentivo.

Possiamo solo sperare che questi strumenti vengano utilizzati sempre di più nelle scuole, e voi, che cosa avete imparato grazie ai videogiochi?

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