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Chloé Zhao – Chi è la vincitrice degli Oscar 2021

di Nicole Colleoni

Pubblicato il 2021-05-01

Seconda donna e prima asiatica a vincere l’Oscar alla miglior regia: ecco chi è Chloé Zhao

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Donna, asiatica, struccata, con le treccine, in abiti semplici: Chloé Zhao, volontariamente o meno, ha segnato la storia degli Academy in questa 93ª edizione, Oscar che solo da poco hanno aperto le proprie linee guida ad una maggior inclusione e rappresentatività.

Zhao è la seconda donna ad aggiudicarsi l’Oscar alla miglior regia (dopo Kathryn Bigelow che lo ha vinto nel 2010 con il film The Hurt Locker) e la prima donna in assoluto di origine non caucasica (di fatto, asiatica).

Vincitrice del Leone d’oro al miglior film nella Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2020, premiata con due Golden Globes alla 78ª edizione dell’evento (per miglior film drammatico e miglior regista), trionfante nella categoria principale dei Directors Guild Award, grazie a Nomadland si è affermata agli Oscar con quattro nomination e due vittorie (senza contare il successo di Frances McDormand come miglior attrice protagonista), aggiudicandosi il successo internazionale e conquistando il pubblico.

Ma chi è Chloé Zhao, regista, sceneggiatrice e montatrice di cui tanto si parla (e che tanto scandalo ha suscitato) in questi ultimi giorni?

LA VITA

Chloé Zhao, in realtà pseudonimo di Zhao Ting, nasce il 31 marzo 1982 a Pechino, in Cina.

È cresciuta con il padre, che ha avuto successo presso la società siderurgica del gruppo Shougang e in seguito come sviluppatore immobiliare e manager azionario, e la madre, infermiera in un ospedale.

All’età di 14 anni i genitori le permettono di trasferirsi nel Regno Unito, dove studierà in un collegio a Londra, imparando l’inglese. Gli studi superiori li completa a Los Angeles, risiedendo da sola a Koreatown, per poi trasferirsi nel Massachussets per studiare scienze politiche all’Università di arti liberali di Mount Holyoke.

I probably have a little bit of bias favouring the British, because from when I was 14 until I was 18, those are very definitive years. I was looking around on the stone beach of Brighton and being very emo! A lot of teenage angst in those cloudy days, but those are some very creative years I had.  (fonte)

Dopo essersi impegnata in disparati lavori saltuari, per “rendersi conto cosa fare nella vita” e dove ha scoperto che le interessava “incontrare persone e conoscere le loro storie”, nel 2010 Chloé Zhao inizia gli studi di cinema alla Tisch School of the Arts presso l’Università di New York, studiando sotto la guida di Spike Lee.

What I like about Spike is that he doesn’t really sugarcoat things, Spike will just tell you as it is and I really needed that. We used to have very heated discussions, where his assistant would come in and say, ‘Everything OK?’ But (it was) a lot of fun. It was always a great time. (fonte)

Attualmente Zhao vive in California, a Ojai, in compagnia del suo partner e direttore della fotografia Joshua James Richards, conosciuto proprio tra i banchi universitari.

I CORTOMETRAGGI

È tra il 2008 e il 2011 che Chloé Zhao scrive, dirige, produce e monta i suoi primi lavori, nella forma del cortometraggio: Post (2008), The Atlas Mountains (2009), Daughters (2010) e Benachin (2011).

Grazie a Daughters la giovane studentessa si impone alla critica, ottenendo il premio come miglior cortometraggio live action studentesco al Palm Springs International ShortFest 2010 e il Premio speciale della giuria al Cinequest Film Festival 2020.

Protagonista del corto è Maple, una ragazza di 14 anni che vive nella Cina rurale in una famiglia disperatamente desiderosa di concepire un figlio maschio: per avere il bambino, però, devono prima disfarsi di una delle due figlie femmine, e così combinano per la giovane un matrimonio con un uomo ben più anziano di lei. Per sottrarsi da questa condizione, Maple intraprenderà un percorso per lei pericoloso.

Daughters - Cortometraggio di Chloé Zhao
Daughters – Cortometraggio di Chloé Zhao

I LUNGOMETRAGGI

Nel 2015 Chloé Zhao esordisce a tutti gli effetti con il lungometraggio Songs My Brothers Taught Me, (di recente reso disponibile dalla piattaforma Mubi) in realtà realizzato come tesi finale per l’Università. La pellicola, ambientata nella riserva indiana di Pine Ridge nel Sud Dakota, esplora il legame tra un fratello e sua sorella minore, entrambi Lakota Sioux, ed è stata largamente elogiata dalla critica per il ritratto onesto che delinea della vita dei giovani nelle riserve. Il film ha ricevuto tre nomination agli Independent Spirit Awards 2016, di cui una per la miglior opera prima, dopo essere stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival e alla Quinzaine des Réalisateurs del 68° Festival di Cannes.

Il secondo lavoro di Zhao risale al 2017, quando scrive, dirige e co-produce The Rider – Il sogno di un cowboy (disponibile per l’acquisto su Chili): western contemporaneo girato nelle Badlands del South Dakota e interpretato da Brady Jandreau, Lilly Jandreau, Tim Jandreau, Lane Scott e Cat Clifford, racconta la storia di un giovane mandriano rimasto vittima di un incidente che lo costringe a rivalutare la propria vita e la propria carriera nei rodei. Come nell’opera precedente, anche qui i personaggi sono Lakota Sioux della riserva indiana di Pine Ridge. Il film è stato presentato in anteprima nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2017, dove ha vinto l’Art Cinema Award, e ha ottenuto quattro candidature agli Independent Spirit Awards 2018.

Nel 2020 dà vita a Nomadland, pellicola basata sul libro Nomadland: surviving America in the Twenty-First Century (2017) e con protagonista Frances McDormand nelle vesti di una nomade vandwelling in viaggio per gli Stati Uniti, che la pone definitivamente tra le registe più influenti di tutti i tempi, non solo dal punto di vista artistico ma anche per lo scalpore suscitato e per il valore culturale da lei rappresentato.

Allontanandosi dal cinema indipendente, Chloé Zhao ha in programma per il 2021 Eternals, film di supereroi prodotto da Marvel Studios e distribuito da Walt Disney Studios, la prima pellicola della Marvel a presentare un supereroe asiatico (Nanjiani), un supereroe sordo (Lauren Ridloff) e un supereroe omosessuale (Brian Tyree Henry) e per il quale la donna si occuperà unicamente della regia.

The Rider - Il sogno di un cowboy - Film di Chloé Zhao
The Rider – Il sogno di un cowboy – Film di Chloé Zhao

LA SUA VISIONE

Stretta in un ambiente troppo caotico e irrequieto, durante gli studi universitari Chloé Zhao inizia a viaggiare: è in questo periodo che scopre il South Dakota ed esplora la riserva indiana di Pine Ridge, che incontreremo nei suoi film.

Le sue pellicole precedenti a Nomadland, ma in parte anche quest’ultima, spiccano per la presenza di attori non professionisti, uomini e donne appartenenti alla tribù dei Lakota Sioux o nomadi in giro per l’America, che altro non fanno se non interpretare sé stessi, persone in lotta con la vita o con il proprio Io.

As storytellers, we’re in the business, anyway, of recording things; of recording time and recording people. And, for me, I’m interested in those things that are about to go away, like the town of Empire. Maybe that’s where the romanticism comes in, because I don’t go in thinking I want to examine an issue or make a statement; I’m always trying to look through the perspective of someone who loves a place like this, and this way of life.  (fonte)

La volontà di Chloé Zhao è di raccontare storie dimenticate e misconosciute, catturare scorci di realtà non tradizionale e commemorare luoghi destinati a rimanere intrappolati nel passato e a scomparire. In modo semplice e pieno d’amore. E si spera lo farà per ancora molti film.

Wherever I’ ve gone in life, I ’ve always felt like an outsider. So I’m naturally drawn towards other people who live on the periphery, or don’t live mainstream lifestyles. (fonte)

Chloé Zhao insieme a Frances McDormand
Chloé Zhao insieme a Frances McDormand

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