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Come vendere droga online (in fretta) – Recensione

di Filippo Naldi

Pubblicato il 2019-10-15

Due ragazzi con un progetto nato per agevolare gli acquisti online di pacchetti per videogiochi, modellano la loro piattaforma di vendita in un vero e proprio mercato di sostanze stupefacenti…

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Già dal titolo è possibile intuire che questa serie si baserà sul mondo meno conosciuto che riguarda il darknet e ad esso il mondo dello spaccio.

Trama

Questi due ragazzi Mortiz Zimmermann ed il suo amico Lenny Sander, erano riusciti a creare una piattaforma online in grado di agevolare gli acquisti online di contenuti aggiuntivi per i videogiochi come potenziamenti per i propri personaggi virtuali oppure espansioni per titoli videoludici Mortiz però, dopo esser stato lasciato dalla propria ragazza decide di rimettere in sesto la loro relazione vendendo droga ad una festa che lei aveva organizzato.
Tutto ciò porta Mortiz a fare numerose ricerche in internet sui vari motivi per vendere svariati tipi di sostanze stupefacenti (in questo caso parliamo di MDMA una tipologia di ecstasy).


Il progetto nasce proprio all’interno della camera da letto di Mortiz il quale decide di riconquistare la propria ragazza (che si stava innamorando dello spacciatore della scuola) giocando “sporco”. Inizialmente i due ragazzi lo avevano intitolato “mytems” termine che verrà poi cambiato in “mydrugs” dallo stesso Mortiz.


Sostanzialmente i due soci ottengono un’inaspettatissimo successo che li spinge ad aumentare i loro orizzonti vendendo sempre di più e più tipologie di droghe all’interno del loro mercato online.


Inizialmente la loro attività viene aperta nel darknet proprio per non dare nell’occhio ma successivamente si rendono conto che esportare il loro dominio sul web avrebbe fruttato loro molti più soldi di quanti ne stessero guadagnando nel mercato nero.

Aspetti tecnici della serie

La serie si concentra su tre aspetti fondamentali ovvero: lo spaccio, dinamica molto frequente al giorno d’oggi; l’uso di sostanze stupefacenti e il mercato nero.

La dinamica sulla quale mi concentrerò di più sarà proprio la terza ovvero il mercato nero.
Al giorno d’oggi spesso si sente parlare del mercato nero, del dark web, del deep web e così via, e in genere di conseguenza, vengono associati a questo lato oscuro di internet molti altri termini alquanto tenebrosi e oscuri.

Il dark web è infatti il posto oscuro per eccellenza di internet, dove i controllo non arrivano (e qualora arrivassero, non sono sufficienti) e i dati personali, la privacy e molto altro diventano alla portata di tutti. E’ una sorta di luogo d’incontro, un punto di ritrovo dei cracker (attenzione, non le gallette, bensì coloro che amano intrufolarsi in reti di computer senza autorizzazione).

Perchè ho detto prima “dove i controlli non arrivano”? Proprio per il fatto che i due ragazzi (Mortiz e Lenny) sono riusciti a crearsi un mercato virtuale e persino a vendere droga (nonostante Mortiz fosse il figlio di un poliziotto).

Tornando ad analizzare il darknet però, c’è da dire che non vi ci si può accedere come ad un browser qualsiasi, bensì sono richiesti determinati indirizzi ip e soprattutto una protezione o meglio, anti tracciante chiamato Tor (The Onion Router) oltre ad un efficace antivirus.

Perchè sono necessarie queste cose?

Partiamo dalla fine, l’efficace antivirus serve contro tutti gli attacchi pirata che vengono esercitati da coloro che non hanno di meglio da fare nella loro vita che hackerarvi il computer ed in gergo tecnico queste persone vengono definite crackers; inoltre l’anti tracciante serve a “nascondere” l’indirizzo ip a tutti coloro che sono intenzionati a controllare da che dispositivo state tentando di entrare in questo “mondo” e soprattutto connettersi al vostro apparecchio.

Perchè ho utilizzato il termine “nascondere”? Perchè in realtà il suo lavoro (quello dell’anti tracciante) è di far rimbalzare il vostro indirizzo ip da un server ad un altro, proprio come una pallina da ping pong ogni 5 secondi. Infatti si definisce connessione quando un indirizzo ip si trova su un determinato server da almeno 5 secondi (funzionano in questo modo anche le pubblicità che trovate sui siti online oppure nei video di YouTube).

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