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La geografia de L’Attacco dei Giganti [SPOILER]

di Riccardo Retez

Pubblicato il 2021-03-19

Uno dei più grandi enigmi – non considerando la componente narrativa – de L’Attacco dei Giganti riguarda la geografia del mondo disegnato e raccontato da Hajime Isayama. I territori all’interno dei quali sono messi in scena gli eventi che caratterizzano l’intera storia de L’Attacco dei Giganti sono strettamente legati alla struttura narrativa. Di fatto, per …

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Uno dei più grandi enigmi – non considerando la componente narrativa – de L’Attacco dei Giganti riguarda la geografia del mondo disegnato e raccontato da Hajime Isayama. I territori all’interno dei quali sono messi in scena gli eventi che caratterizzano l’intera storia de L’Attacco dei Giganti sono strettamente legati alla struttura narrativa. Di fatto, per una migliore conoscenza del mondo di Isayama è necessario avvertirvi che da qui in avanti questo articolo contiene IMPORTANTI SPOILER riguardanti sia l’anime che il manga.

L'Attacco dei Giganti mappa
Le prime immagini del mondo all’interno delle Mura nell’anime de L’Attacco dei Giganti

Si è sempre saputo poco della geografia de L’Attacco dei Giganti prima del capitolo 86 del manga e del 56esimo episodio della serie animata intitolato “La cantina”. Di fatto, grazie alle memorie trascritte da Grisha Jaeger, i nove soldati rimasti del Corpo di Ricerca scoprono che il territorio che hanno esplorato e conosciuto fino a quel momento era solo una piccola parte di un mondo estremamente più vasto. Ma prima un passo indietro.

Le Mura

Prima di leggere i libri lasciati da Grisha, sia i protagonisti che lo spettatore sanno che l’intera umanità vive all’interno di tre linee di Mura concentriche, il Wall Maria, il Wall Rose e il Wall Sina. Da circa cento anni, in seguito alla Grande Guerra dei Giganti, l’umanità è stata quindi costretta in una gabbia.

Immagine delle Mura e degli eventi che hanno caratterizzato la narrazione al loro interno.

Nonostante la conoscenza della Mura sia universale tra gli abitanti al loro interno, Isayama non ha mai dichiarato correttamente le dimensioni della barriere in termini di diametro e circonferenza così come il numero esatto delle persone che vi risiedono – una cifra che si aggira intorno al milione di esseri umani. Inoltre, la popolazione risiede sia in agglomerati urbani ampi – i distretti – sia nelle campagne e sulle montagne che dipingono l’ambiente interno alle Mura.

Non avendo una percezione reale delle loro dimensioni, molti fan de L’Attacco dei Giganti hanno pensato di carpire ogni singolo riferimento alla grandezza delle Mura e provare a rimodellarle sul nostro mondo, in modo tale da avere un’idea più o meno concreta delle proporzioni effettive. Ecco cosa è emerso.

Ogni evento, ogni battaglia e ogni inseguimento che caratterizza la prima parte della storia de L’Attacco dei Giganti avviene all’interno delle Mura, fino alla riconquista del Distretto di Shiganshina. Qui, nella cantina della famiglia Jaeger si scopre la verità. Il complesso di Mura creato dal Re Fritz cento anni fa, è situato su un’isola in mezzo al mare, lontana dalla terraferma, da un continente noto come Marley.

Una ricostruzione del mondo ideato da Hajime Isayama

Il mondo fuori dalle Mura

Fino a quel momento nessuno – ne i protagonisti ne lo spettatore – sapevano di aver vissuto sull’isola di Paradis – o Paradiso. Stando alle cartine mostrate nei vari capitoli successivi dai personaggi dell’esercito marleyano, il mondo de L’Attacco dei Giganti è sostanzialmente come il nostro, ma alla rovescia e specchiato.

L’isola di Paradis è abitata dagli eldiani, una razza antica il cui sangue possiede la possibilità di ospitare il “potere dei giganti”. Qui il Re Fritz si è ritirato e ha costruito le Mura per rifugiarsi in seguito alla Grande Guerra dei Giganti.

Ponendo un paragone con il mondo fuori dalle pagine del manga, l’isola di Paradis de L’Attacco dei Giganti corrisponde al Madagascar, che nei disegni di Isayama è situato a Nord. L’impero di Marley è stanziato in Africa e si estende fino all’intera Europa e oltreoceano all’America Latina. Non a caso, il porto più importante di Marley è “Porto di Acirfa”, ovvero “Africa” scritto al contrario – anche in giapponese è scritto come il kanji per “Africa” rovesciato.

Una delle tavole in cui appare chiaro il riferimento al nostro mondo nella geografia de L’Attacco dei Giganti

Oltre Marley e Paradis

Marley ha conquistato territori in lungo e largo attraverso guerre contro altre nazioni. Tra queste, la più recente – raccontata nel capitolo 91 del manga e nel primo episodio della quarta stagione dell’anime – è stata condotta contro “L’unione degli Stati Orientali”, una confederazione di nazioni creata con l’unico scopo di fermare l’espansione di Marley. “L’unione degli Stati Orientali” occupa la parte mediorientale del mondo di Isayama.

Oltre a questi popoli, è nota al lettore l’esistenza della nazione di Hizuru, stato di origine di Mikasa e di sua madre, oltre che di Kiyomi Azumabito. Il Regno di Hizuru prende il suo nome dal giapponese “Hiizuru-Kuni”, ovvero “Regno del Sole Nascente“, nome poetico con cui ci si riferisce al Giappone. Le popolazioni “orientali” di Hizuru abitano una terra dell’est circondata dal mare, e sono gli unici a mantenere la loro origine reale: indicativamente l’Asia, il Giappone e la Korea.

Ecco come apparirebbe il mondo de L’Attacco dei Giganti adattato alla realtà

È da considerarsi scontata l’esistenza di altri popoli e altre nazioni, come confermato nel capitolo 134 del manga (non ancora rivelato nella serie anime) in cui vediamo molte popolazioni differenti essere calpestate dalla marcia dei giganti, ma di nessuna abbiamo informazioni.

Di fatto, il mondo de L’Attacco dei Giganti, la cui storia è ormai arrivata alla sua conclusione, si apre a ulteriori analisi geografiche, considerando che ci sono continenti di cui non si sa nulla come il Nord America e l’Oceania – tassativamente capovolti e specchiati. Non è da escludere che in un futuro sarà possibile leggere storie spin-off ambientate nel resto del mondo de L’Attacco dei Giganti modellato, disegnato e raccontato da Hajime Isayama.

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