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Pokémon Scarlatto e Violetto: Maschera Turchese, Recensione DLC

di Andrea De Panfilis

Pubblicato il 2023-10-03

A distanza di circa dieci mesi dal suo debutto sugli scaffali, Pokemon Scarlatto e Violetto si aggiorna (potete trovare la nostra recensione cliccando qui), come il suo predecessore Spada e Scudo, con un pacchetto aggiuntivo. Il DLC “Il tesoro dell’area zero” conta due macro capitoli: la Maschera Turchese ed il Disco Indaco. Nel DLC Maschera …

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A distanza di circa dieci mesi dal suo debutto sugli scaffali, Pokemon Scarlatto e Violetto si aggiorna (potete trovare la nostra recensione cliccando qui), come il suo predecessore Spada e Scudo, con un pacchetto aggiuntivo. Il DLC “Il tesoro dell’area zero” conta due macro capitoli: la Maschera Turchese ed il Disco Indaco. Nel DLC Maschera Turchese il protagonista avrà la possibilità di partire alla volta di Nordivia per uno scambio studentesco.

Ma senza perderci in ulteriori chiacchiere, lanciamoci subito nella recensione del primo pacchetto di DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto. Un pacchetto sicuramente non privo di difetti, ma nei quali è pur sempre possibile trovare qualche bagliore.

Pokemon Scarlatto e Violetto DLC

Una narrativa profonda, ma interrotta nei punti sbagliati

Il fortunato studente di Pokemon scarlatto e violetto potrà quindi esplorare una nuova terra ricca di una fauna di Pokemon molto diversa da quella presente a Paldea, ma che non presenta chissà quanti nuovi mostriciattoli tascabili. La presenza di creature note ai fan più navigati è sicuramente gradita, ampliando non solo lo spirito del Monster collector, ma aprendo anche strade a nuove strategie competitive per le stagioni a venire.

Il Pokédex di Nordivia è composto da circa 200 Pokemon. 192 mostriciattoli tascabili saranno creature già note, di cui ben 90 catturabili nella versione base del titolo. Nonostante questo, le creature inedite di Nordivia presentano una personalità ed un design forti, che li rendono quantomeno memorabili.

La storia raccontata male della Maschera Turchese

Le premesse narrative di questo DLC sono molto semplici. Lo studente protagonista avrà la possibilità di vivere un’avventura a Nordivia, isola lontana e caratterizzata per i suoi paesaggi rurali. All’interno di questa regione, tre team di studenti (composti anche dai neo introdotti riben e rubra) dovranno addentrarsi nel folklore nordiviano, cercando tre cartelli commemorativi ed immortalando il momento con un selfie. Questi cartelli ci narrano della storia di Ogerpon e dei tre beniamici, Pokemon unici che hanno scacciato l’orco cattivo dalla città.

La narrativa prende la sua ispirazione dalla leggenda nipponica di Momotaro. Un bambino nato da una pesca, il quale scacció gli orchi cattivi con l’aiuto di un cane, una scimmia e un fagiano (le sembianze che assumono i tre Pokemon beniamici). A discapito di un’iniziale lentezza narrativa, la storia raccontata dal DLC si fa giocare in relativa serenità. Tra fasi di concitato dinamismo e momenti toccanti in cui stringiamo rapporti empatici, sono però presenti molti buchi narrativi.

Pokémon Scarlatto e Violetto

SPOILER di trama

Primo tra tutti, l’apparizione dei tre beniamici. Sconfitto Riben, colpirà col pugno il tempio dedicato ai tre Pokemon, sotto il quale riposano proprio le loro spoglie. Di lì a poco un fascio di luce apparirà dalle fondamenta delle statue e i tre Pokemon saranno magicamente ricomparsi.

Quali siano realmente i motivi alla base della loro rinascita è ancora un mistero. Il tutto perde poi ancora più di pathos dall’assenza di qualsivoglia animazione che narri il ritorno dei beniamici. Un momento cruciale della storia viene oscurato da una mera e semplicistica transizione a nero-transizione a gioco. Stesso problema affligge un altro dei momenti più importanti del DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto.

Venuti a conoscenza della reale natura di Ogerpon e dei tre beniamici, Pokemon connotati dalla loro natura maligna e violenta, ci lanceremo nella ricerca di questi tre farabutti. Una volta battuti, ci dirigeremo presso Verdegiada assieme al Pokemon orco ed i nostri due compagni Riben e Rubra.

Pokemon Scarlatto e Violetto DLC Ogerpon

Ogerpon è molto diffidente a riguardo, in quanto è ormai radicata nel villaggio la credenza per cui sia il cattivo. Raccontandoci la vera leggenda, anche il nonno di Riben sa bene che l’opinione pubblica non cambierà facilmente.

Una volta entrati nel villaggio però, il responsabile comunale si scuserà con Ogerpon. Ammetterà di aver creduto al falso e ringrazierà il giovane Riben. Il popolo accetta Ogerpon ed anni di emarginazione e odio vengono quindi cancellati con una facilità disarmante (because reasons).

Se tutto ciò non facesse già storcere il naso arriva però la parte peggiore. Le gesta di Riben avvengono tutte off camera, non lasciando la minima testimonianza delle dinamiche sull’accaduto. Il tutto finisce per risultare soltanto uno schiaffo per il giocatore.

Pokémon Scarlatto e Violetto: Un gameplay che non accenna a cambiare

Non ci si aspetta da Pokémon Scarlatto e Violetto di essere un hardcore game, ma quanto mento che il livello di sfida sia rispettoso dell’esperienza del giocatore. Per prepararmi al meglio al DLC ho esiliato nel box i membri della squadra che mi hanno accompagnato nell’avventura principale. Ci si sarebbe aspettati che, con creature di livello 70 la sfida sarebbe stata almeno impegnativa, ed invece così non è stato.

Seppur il level scaling provi a presentare una challenge al giocatore, è umiliante trovare come primi avversari dei trainer con Pokémon allo stadio base al livello 65. Creature già di per sé lente sono state in grado di superare la velocità del Poochyena di Rubra, come di tanti altri allenatori. Le sfide più importanti della storia si riducono a rematch contro i soliti due personaggi, che dovranno essere risfidati più volte per avere squadre almeno dignitose e contro cui attivare i neuroni.

Pokemon Scarlatto e Violetto DLC

Se tutto ciò non bastasse, il titolo presenta quest secondarie tanto inutili quanto vuote. La ricerca di Nab e Abby, ad esempio, non aggiunge nulla all’esperienza di gioco se non una banale parodia della classe abbiente. Rispetto a quest’ultima, invece, brilla la quest di Litha. Una sfida che premia il giocatore e lo intrattiene con un minigioco fotografico divertente. Plus la presenza di un remix della OST del Bosco Evopoli (per la quale ammetto di aver alzato al massimo il volume della TV).

L’esperienza di gioco è poi afflitta dagli stessi problemi tecnici di Pokémon Scarlatto e Violetto. Cali di frame rate improvvisi, caricamenti di mappa problematici e stuttering dei Pokémon selvatici la fanno da padrona. Anche considerando l’alto livello delle colonne sonore che accompagnano La Maschera Turchese, l’immersività di gioco non ne risulta stabile.

Esplora il…festival?

Uno degli elementi che mi ha lasciato più il malcontento è stato proprio il festival di Nordivia. La festa nazionale che si tiene in onore dei beniamici.

Se l’intera campagna pubblicitaria della Maschera Turchese possa aver strizzato molto l’occhio alle atmosfere del sol levante, quello che si trova in game è una riduzione all’osso del contenuto pubblicitario. Il “festival” di Nordivia è composto da una manciata di bancarelle. Quattro di queste risultano tra loro identiche e le restanti offrono solo flavour text. Le pietanze offerte dai commercianti sono identiche nella metà delle bancarelle. Identico poi anche il design di queste ultime, concentrate tutte sulla stessa via.

Saranno presenti NPC vestiti con abiti tradizionali e Pokémon che si godono il clima festivo. Emergerà comunque una povertà al livello stilistico di non poco conto. Il tempio posto al centro della città altro non è che un’opera di mero design, non esplorabile e vuota al suo interno.

Va però fatto un plauso al minigioco della Caccia all’Orco. Si erge senza dubbio a miglior minigioco presente grazie alla sua difficoltà e la richiesta di coordinazione al giocatore.

Pokemon Scarlatto e Violetto DLC

Traiamo le conclusioni: un primo sguardo sul DLC di Pokémon Scarlatto e Violetto

Pokémon Scarlatto e Violetto: La Maschera Turchese è la prima fase di una storia profonda e promettente. I guizzi narrativi e la possibile veste di antagonista di Riben affascinano il giocatore nella narrativa, spingendolo a giocare anche Il Disco Indaco. L’immersione totale del racconto viene però ostacolata da fastidiosi problemi tecnici e scelte di trama veloci e per nulla travolgenti.

In conclusione, La Maschera Turchese getta le basi per una solida narrativa, ma oltre questo non riesce a fregiarsi di chissà quali meriti. La quantità di Pokémon, quest e aree esplorabili è sicuramente maggiore della qualità prestata al prodotto. Aspettiamo quindi l’arrivo del secondo DLC, per tirare le somme su ciò che è stato Pokémon Scarlatto e Violetto.

5.5
Pokémon Scarlatto e Violetto: La Maschera Turchese è la prima parte di un DLC che getta le fondamenta per una storia profonda ed elaborata. Seppur non sia corretto giudicare il DLC solo sulla base di questo capitolo, a malincuore bisogna riconoscere gli evidenti problemi tecnici e gli inciampi narrativi che il titolo presenta. Una storia sensibile ed un plot twist inaspettati risultano inficiati da pretesti narrativi incoerenti e continui cali di frame. La Maschera Turchese, tra quest più o meno riuscite ed un world building non eccelso si fa comunque giocare, aumentando la longevità del titolo.
  • una storia lineare e capace di suscitare empatia per i personaggi coinvolti
  • ottime premesse narrative per la seconda parte del DLC
  • la missione secondaria di Litha soddisfacente ed inaspettata
  • permangono problemi tecnici imbarazzanti
  • la narrativa non è incalzante, almeno nelle sue prime fasi
  • molti eventi chiave sono raccontati con fretta o semplicità
  • un world building che fa acqua da tutte le parti
  • Level scaling sproporzionato che rende il DLC troppo facile per un team post lega

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