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Pokémon Scarlatto e Violetto, Recensione di un gioco acerbo

di Andrea De Panfilis

Pubblicato il 2022-11-26

Pokémon Scarlatto e Violetto propone una rivoluzione per i giocatori, ma inciampa dalla partenza.

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A distanza di tre anni dai suoi predecessori, Pokémon Scarlatto e Violetto fanno il loro trionfale ingresso nella scena videoludica, proponendo una formula open world all’insegna della libertà, ma qualcosa non va secondo i piani…

La campagna pubblicitaria della nona generazione ha sicuramente saputo ingolosire i palati degli allenatori di tutto il mondo. Certo, chi non si esalterebbe di fronte ad una nuova regione sconfinata, senza blocchi di sorta dovuti alla progressione nella trama ed a nuove meccaniche all’insegna dell’estesi luminescente? Quello che però i giocatori si sono ritrovati tra le mani al dì 18 novembre, appare come un prodotto non finito, una build promettente ma che allo stesso tempo è ancora grezza, ruvida, acerba.

Uno schiaffo dalla realtà

Affrontiamo fin da subito l’elefante nella stanza. Pokémon Scarlatto e Violetto hanno un comparto tecnico che fa acqua da tutte le parti. Ad oggi non sappiamo (e mai lo sapremo) se ciò sia dovuto ad imperizia del reparto quality check oppure a scadenze opprimenti fatte gravare sui programmatori come una spada di Damocle.

Pokémon Scarlatto e Violetto
Pokémon Scarlatto e Violetto

Sta di fatto che l’esperienza di gioco risulta continuamente interrotta e punzecchiata da cali di frame-rate drastici o da bug grafici di ogni genere (dalla sparizione dei propri mostriciattoli tascabili durante una battaglia, alla sparizione di interi specchi d’acqua nella fase di cattura di un Pokémon marino). Pokémon Scarlatto e Violetto sono continui schiaffi della realtà sulle guance dei giocatori, che per quanto provino ad immedesimarsi in questo mondo fantastico, si ritrovano costretti a tornare coi piedi per terra a causa di queste imperfezioni. L’esperienza di gioco non è e non riesce ad essere immersiva poiché interrotta continuamente dopo pochi minuti di gameplay.

La regione di Paldea è una terra abitata da androidi, che si muovono perpetuamente a scatti (stuttering), e solo i poteri ultra-terreni del nostro protagonista sono capaci di donare la vita al mondo che lo circonda. Solo avvicinandoci ad un mulino, ad un Pokémon o ad un NPC è possibile permettere loro di muoversi in modo fluido e vivo. Ma questa magia svanisce dopo una manciata di passi, e gli FPS tornando subito al di sotto dei 30.

Pokémon Scarlatto e Violetto
Pokémon Scarlatto e Violetto

Evitando inutili convenevoli: Game Freak non ha mai brillato per un uso eccelso delle texture di gioco, che anche qui risultano di una definizione bassissima. A questo va però aggiunto il continuo pop-up di elementi di gioco ed un sistema di illuminazione quanto più imbarazzante. Le ombre sono ridotte a cartonato neri quanto più lontani dalla sagoma del corpo, ed il sistema di lightning subisce dei cambiamenti radicali e immotivati alla sola interazione con un Pokémon.

Il lavoro tecnico dietro lo sviluppo di Pokémon Scarlatto e Violetto sembra ai minimi storici. Sembra ieri che il web accendeva le torce ed affilava i forconi, alimentati dalla scarsa risoluzione degli alberi in Leggende Pokémon Arceus. Oggi invece rimpiango quella superficialità, che quantomeno finiva per non intaccare l’esperienza di gioco.

Pokémon Scarlatto e Violetto: una regione, tre avventure

La tripartizione di esperienze che possiamo vivere nella regione di Paldea promette al giocatore assoluta libertà di esplorazione. Abbiamo la possibilità affrontare palestre, battere dominanti o spodestare le basi del team Star seguendo l’ordine che più ci aggrada.

Mi dispiace però dire , ancora una volta, che non è così. L’assenza di un level scaling adeguato crea scenari in cui il nostro personaggio si trova a sbattere contro un team di anche dieci o quindici livelli sopra il nostro, oppure ancora nella situazione speculare dove il gap di livelli tra la nostra squadra e l’avversario è imbarazzante, permettendoci di concludere lo scontro in poche mosse. Questo è un vero peccato.

Pokémon Scarlatto e Violetto
Pokémon Scarlatto e Violetto

Paldea è una regione esplorabile in ogni angolo e dotata di biomi tra di loro molto diversi. Questo permette una caratterizzazione degli ambienti che risulterà molto più comoda nelle fasi di back-tracking. Il world building alterna però grotte e sentieri montani accattivanti (nei quali è possibile più di una volta perdersi e dover consultare la mappa di gioco) con pianure spoglie di flora e popolate da un numero non esiguo di Pokémon selvatici, collocati senza un ordine logico ben studiato ed anzi apparentemente randomico.

L’intero mondo di Pokémon Scarlatto e Violetto costituisce un’unica mappa esplorabile senza soluzione di continuità, fatta eccezione per la città centrale: Mesapoli. Questa, oltre che essere la sede della nostra accademia, rappresenta anche l’unica “mappa dentro la mappa“, accessibile solo tramite i cancelli perimetrali ad essa, necessitanti di un caricamento. Questo potrebbe sembrare un elemento negativo, e invece rappresenta un compromesso accettabile per esplorare l’unica città di gioco che mi sento di chiamare tale.

Pokémon Scarlatto e Violetto
Pokémon Scarlatto e Violetto

Al contrario di Mesapoli infatti, tutte le altre “città” in game sono ridotte a piccoli cortili presso le quali affrontare il capopalestra di turno. Non una casa esplorabile dall’ingresso, non una cinta di mura, non una linea di dialogo da un NPC che possa aggiungere flavour all’esperienza di gioco. Le case sono bunker dove la porta d’ingresso è un dipinto creato da qualche burlone. I negozi (sempre gli stessi in giro per tutta Paldea) sono stati declassati a meri menù accessibili al giocatore, non gratificandone l’esplorazione e facendomi credere di aver perso tempo prezioso nell’esplorazione di ogni città.

Pokémon Scarlatto e Violetto
Pokémon Scarlatto e Violetto

L’esplorazione della mappa di Paldea appare, dal canto suo, molto convincente. Spetterà a noi sbloccare i power-up della nostra cavalcatura (il leggendario Koraidon o Miraidon a seconda della versione di gioco scelta), e la presenza di questi non sarà requisito essenziale per arrivare presso alcuna posizione. Tuttavia i potenziamenti saranno solo una facilitazione: Spetterà a noi studiare la conformazione geografica dell’area scelta, scartando le vie di accesso più ostili e cercando da noi il sentiero che ci permetterà di raggiungere il prossimo punto di interesse.

Dal canto suo però, la narrativa appare solida. Due dei tre percorsi affrontati nella mia esperienza di gioco mi hanno stimolato a raggiungere sempre il prossimo step, portando a colpi di scena più o meno eclatanti ed analisi di temi di tutto rilievo (come ad esempio il bullismo). La narrazione segue uno schema che è ancora ben lontano dall’apice di Game Freak (ricordiamo gli ormai immortali Bianco e Nero), ma se si riuscisse a rimuovere quel lieve strato di superficialità che aleggia ancora nell’aria, ci staremo spostando nella direzione giusta!

Gameplay e Teracristallizzazione

Novità caratterizzante l’identità di Pokémon Scarlatto e Violetto è la Teracristallizzazione. Attraverso un’apposita sfera potremo cambiare il tipo di un Pokémon nel suo Tera Tipo. In questo modo il nostro mostriciattolo tascabile perderà le debolezze che avrebbe con il suo tipo originale.

La Teracristallizzazione fornirà il Pokémon di boost di potenza alle mosse di tipo corrispondente al suo Tera Tipo (facciamo un esempio: Houndoom Tera Tipo Spettro adesso riceverà un “same type attack boost” sulla mossa “Palla Ombra“, il tutto non rinunciando al boost di potenza sulle mosse del suo tipo originale).

Pokémon Scarlatto e Violetto
La Teracristallizzazione in Pokémon Scarlatto e Violetto

La nuova meccanica della Teracristallizzazione viene introdotta fin dalle prime battute di gioco e non appare così game changing (altresì detta “rotta”) come magari poteva sembrare una Mossa Z o una Mega-evoluzione. Il suo utilizzo rimane ancora un mistero nel mondo competitivo, ma la community internazionale appare fin da subito molto contenta. Meccaniche come questa permettono un continuo aggiornarsi del meta-game, garantendo ciclicamente l’ingresso in scena di Pokémon fino ad ora ingiocabili, reputati troppo fragili a causa del loro typing.

Secondo il mio personale gusto estetico poi, la rappresentazione di questa meccanica appare a metà tra il pomposo ed il fanciullesco. Non riesco ancora, dopo quasi una cinquantina di ore di gioco, a concepire i miei mostriciattoli tascabili con cappelli in dosso così stereotipati, ma comprendendo come il target di Nintendo e TPCI (non solo con Pokémon Scarlatto e Violetto) siano i giovani, accetto questa scelta stilistica senza ulteriori polemiche.

6.8

Un concept interessante, costretto da una release date inderogabile. Pokémon Scarlatto e Violetto non era un gioco pronto al lancio.

  • Il primo mondo Pokémon come ce lo sognavamo da piccoli
  • La Teracristallizzazione promette interessanti novità in competitivo
  • I Pokémon hanno design coraggiosi ed interessanti
  • Una trama interessante, seppur scontata
  • Comparto Tecnico disastroso
  • Stuttering e cali di FPS non permettono l'immersione nel gioco
  • Assenza di Level scaling
  • L'esplorazione non premia molto il giocatore
  • Post game limitato e spoglio

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