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Raffa, Recensione: quando un’icona è per sempre

di Mattia Loiacono

Pubblicato il 2023-12-30

Raffa, la docuserie su Raffaella Carrà disponibile su Disney+, è un dolce omaggio ad un’icona immortale, impossibile da contenere.

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Dal 27 dicembre è disponibile su Disney+ Raffa, la docuserie che racconta la storia di una delle icone più importanti che la televisione italiana abbia mai vissuto, Raffaella Carrà. La serie, diretta da Daniele Luchetti, è composta da tre episodi di circa un’ora ciascuno e provano a contenere, per poi sprigionare, tutta la forza e l’energia non solo di Raffaella Carrà, ma anche di Raffaella Pelloni, la persona dietro il personaggio.

I tre episodi vengono suddivisi in ordine cronologico, nonché in tre fasi della vita di Raffaella: il primo ci racconta le sue origini, la sua passione per la danza, le sue prime prove attoriali e il suo esordio nel 1970 a Canzonissima, ma anche alcune mancanze che da bambina l’hanno segnata, come l’abbandono del padre; Nel secondo episodio, invece, Raffaella matura ed esplode in un successo da vera star internazionale, con tour impressionanti in America Latina ed in Spagna, che poi diventerà come la sua seconda casa, oltre a diventare un’icona LGBT; Infine, nel terzo episodio, vengono affrontati gli anni Ottanta e Novanta, l’incredibile successo di Pronto, Raffaella? e la trasformazione dell’energia in sensibilità.

raffa docuserie

Tanto cuore, poco tempo

Raffa è indubbiamente una docuserie riuscita, che onora con dolcezza e giustizia la figura della Carrà, rendendole omaggio da tutti i punti di vista, ma paradossalmente anche questo, che in genere basterebbe per soddisfare a pieno, sta un po’ stretto al mito attorno a persona e personaggio. Le tre ore complessive funzionano davvero bene, e proprio per questo ne avremmo volute di più, sapendo quanto ancora si sarebbe potuto esplorare.

Questo pensiero arriva soprattutto a conclusione del terzo episodio, che si arresta agli anni Novanta e che non può, per mancanza di tempo, toccare altre tematiche interessanti degli anni Duemila, come Sanremo ed Eurovision. Del resto, però, capiamo anche che forse il materiale non sarebbe mai finito per un’artista del genere e che una scrematura andava pur fatta.

raffa docuserie

Pura energia (e sensibilità)

Oltre questa voglia, data più che altro dalla curiosità che dalla non riuscita della serie, c’è ben poco da poter criticare a Raffa. Le interviste, alcune più importanti di altre, sono tutte rilevanti e aiutano a comprendere il mito della Carrà dalle generazioni più disparate. Anche qui, a dire la verità, ne avremmo volute di più, ma ritorniamo al discorso di prima. Tanti sono i momenti che ci hanno emozionato, come ad esempio il montaggio fatto su Pronto, Raffaella? nel momento in cui la showgirl diventa molto più che una semplice diva, caricandosi sulle spalle il dolore di un Paese intero.

Non sono sempre riuscite le sequenze di fiction inserite nella serie, dove ad esempio vediamo una Pelloni da bambina al cinema con la madre o una ragazzina che si isola dai problemi familiari per guardare la Carrà in televisione, ma rendono l’idea e sono utili alla serie per spezzare il ritmo quando ne ha bisogno.

In definitiva potremmo dire che Raffa è un’ottima docuserie, ma che forse una serie (di tre episodi) non basta per contenere una leggenda come Raffaella Carrà.

7.5
Raffa è indubbiamente una docuserie riuscita, che onora con dolcezza e giustizia la figura della Carrà, rendendole omaggio da tutti i punti di vista. Le tre ore complessive funzionano davvero bene, e proprio per questo ne avremmo volute di più, sapendo quanto ancora si sarebbe potuto esplorare. Le interviste, alcune più importanti di altre, sono tutte rilevanti e aiutano a comprendere il mito della Carrà dalle generazioni più disparate. Non sono sempre riuscite le sequenze di fiction inserite nella serie, ma rendono l'idea e sono utili alla serie per spezzare il ritmo. In definitiva potremmo dire che Raffa è un'ottima docuserie, ma che forse una serie (di tre episodi) non basta per contenere una leggenda come Raffaella Carrà.

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