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Cristóbal Balenciaga, Recensione della serie tv Disney+

di Mattia Loiacono

Pubblicato il 2024-01-19

Cristóbal Balenciaga, la nuova serie tv disponibile su Disney+, ripercorre le orme del famoso stilista spagnolo, tra vita personale e arte.

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Debutta il 19 gennaio 2024 su Disney+ Cristóbal Balenciaga, la serie tv che omaggia il grande stilista spagnolo. Gli episodi, tutti disponibili da subito, si ispirano alla vita di Balenciaga, in particolare dal suo trasferimento a Parigi. La serie è stata creata da Lourdes Iglesias ed è stata diretta da Aitor Arregi, Jon Garaño e Jose Mari Goenaga, con Alberto San Juan nei panni del protagonista.

Cristóbal Balenciaga: le orme di un maestro

La serie inizia con la presentazione della prima collezione firmata Balenciaga di Haute Couture a Parigi nel 1937. Lo stilista non è nuovo al mondo della moda e viene da atelier di successo in Spagna, a Madrid e San Sebastien. Il trasferimento porta con sé degli effetti a catena sul suo modo di vestire, ideare e pensare, con differenze culturali e stilistiche tra i due Paesi da assorbire e metabolizzare.

Lungo il suo percorso, tanto umano quanto artistico, lo stilista spagnolo incontra personalità di spessore dell’alta moda che, tra alti e bassi, influenzano la sua carriera: da Coco Chanel, regina dello stile parigino, fino a Dior e Givenchy. Il primo rivale di Cristóbal, però, è sé stesso e trovare un equilibrio tra manie di controllo e introversione non è di certo semplice in un momento di costante cambiamento come quello della seconda guerra mondiale, soprattutto se il tuo cognome è Balenciaga.

Cristóbal Balenciaga

Più artista o stilista?

Cristóbal Balenciaga è una serie che parte con dei presupposti interessanti, non solo considerando la personalità al centro della narrazione, ma anche il periodo che essa deve attraversare. Vengono affrontate tematiche importanti, sfaccettature politiche, limiti imposti sulla persona e di riflesso sulla moda. Non puoi essere omosessuale e non puoi fare cappelli troppo larghi, non puoi esporti troppo, ma non puoi neanche rimanere in un angolino, mettendo da parte idee e genio. Due lati della stessa medaglia quelli dello stilista e dell’artista, dell’affare e dell’arte.

A complicare il racconto c’è anche il personaggio in sé, enigmatico, introverso, silenzioso in una sfera in cui saper comunicare è di vitale importanza. Tutto questo viene reso bene, seppur qualche approfondimento in più non avrebbe guastato, grazie anche ad un’ottima interpretazione di Alberto San Juan.

Un bicchiere mezzo pieno

I problemi arrivano dando un’occhiata alla serie dall’alto, nel suo complesso: la struttura, formata da sei episodi di circa 50 minuti ciascuno, risulta sfilacciata, fin troppo “episodica”. Alcuni rapporti e alcuni personaggi svaniscono nel nulla, da una puntata all’altra, così come alcuni avvenimenti che non sembrano avere un diretto collegamento con il prosieguo della serie. Una sensazione forse dovuta anche all’incipit della serie, che dovrebbe essere una maxi intervista esclusiva (accaduta realmente) a Balenciaga.

Alcune sequenze godono di una delicatissima fotografia e, non a caso, tra le migliori spiccano quelle delle sfilate con gli abiti Balenciaga, che vengono messi ottimamente in risalto.

I dialoghi non sempre centrano il punto e più di qualche volta non riescono a catturare l’attenzione dello spettatore. Anche per questo, esclusa l’ottima interpretazione di Alberto San Juan, il resto del cast non si esalta, rimanendo spesso nell’anonimato.

6.5
Cristóbal Balenciaga è una serie che parte con dei presupposti interessanti, non solo considerando la personalità al centro della narrazione, ma anche il periodo che essa deve attraversare. A complicare il racconto c'è anche il personaggio in sé, enigmatico, introverso, silenzioso in una sfera in cui saper comunicare è di vitale importanza. Tutto questo viene reso bene, grazie anche ad un'ottima interpretazione di Alberto San Juan. La struttura, formata da sei episodi di circa 50 minuti ciascuno, risulta sfilacciata, fin troppo "episodica". Alcune sequenze godono di una delicatissima fotografia. I dialoghi non sempre centrano il punto e più di qualche volta non riescono a catturare l'attenzione dello spettatore. Anche per questo, esclusa l'ottima interpretazione di Alberto San Juan, il resto del cast non si esalta, rimanendo spesso nell'anonimato.

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