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Daymare: 1994 Sandcastle, Recensione: solo un clone di Resident Evil?

di Daniele Dituri

Pubblicato il 2023-09-19

Daymare: 1994 Sandcastle è un titolo survival horror sviluppato dall’italiana Invader Studios e che prsende molto in prestito dalla saga di Resident Evil.

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Daymare: 1994 Sandcastle è un titolo survival horror sviluppato da Invader Studios, software house indipendente italiana. A un primo sguardo del videogioco si può subito notare la fortissima ispirazione alla saga di Resident Evil. Ispirazione che ogni tanto si avvicina fin troppo alla soglia tra copia e citazione. Nonostante ciò, riesce comunque nell’intento di creare un buon titolo con una sua personalità. Da far notare poi le presenze nel ruolo di Vips collaborators & advisor di Kazuhiro Aoyama e Satoshi Nakai, director e designer dei nemici di alcuni titoli della saga di Resident Evil.

Un aneddoto interessante sugli sviluppatori è che uno dei loro primi lavori era proprio un fan remake di Resident Evil 2. Ovviamente prima che Capcom decise di riportare su PS4 e Xbox One il capolavoro di fine anni Novanta. Dalle ceneri del remake nacque proprio la saga di Daymare con il capitolo 1998 uscito nel 2020.

Trama

Vesti i panni dell’agente speciale Dalila Reyes, ex spia governativa ora al servizio dell’unità H.A.D.E.S. (Hexacore Advanced Division for Extraction and Search) e preparati ad entrare nel più avanzato centro di ricerca sperimentale degli Stati Uniti d’America. Attento però, nel buio dei desolati quanto labirintici sotterranei della struttura ci sarà qualcosa di agghiacciante e letale che ti attende!

Descrizione Daymare: 1994 Sandcastle di Steam

La trama di Daymare 1994 è buona. Non vi troverete sicuramente davanti a una storia innovativa o stupefacente, risulta anzi banale in certi momenti. Il gioco riesce però a intrattenervi il giusto per farvi proseguire, portando anche a diversi colpi di scena certamente di impatto. Il tempo per completare la trama sarà di circa 8 ore.

Gameplay

Il gameplay è purtroppo uno dei punti più deboli di Daymare: 1994 Sandcastle. Le meccaniche sono principalmente lo shooting e il Frost Grip, oltre a meccaniche basilari del survival horror come raccogliere medicinali e munizioni.

Il fucile a pompa in Daymare: 1994 Sandcastle

Shooting

Nel titolo avrete a disposizione due armi, un fucile a pompa e una mitraglietta. Sarà possibile potenziarle nel corso del gioco aprendo degli armadietti nascosti, tramite l’ausilio dell’hacking, un minigioco in cui dovrete formare una parola su un terminale. Il fucile a pompa, almeno per noi, è stata la nostra compagna principale. Si tratta di un’arma molto potente capace di uccidere con facilità i nemici più deboli. Il feeling dei colpi di quest’arma è sicuramente buono. I problemi iniziano con la mitraglietta. È ovviamente più debole, avendo però una disponibilità di colpi sicuramente più elevata. Il feeling è però molto strano, sparando ai nemici sembrerà quasi che essi non vengano nemmeno colpiti, per poi accasciarsi a terra dopo qualche raffica di colpi.

Frost Grip

Molto interessante invece il Frost Grip, una specie di bombola con un guanto attaccato che permette di usufruire del ghiaccio come arma. Inizialmente sarà possibile solamente congelare i nemici vicini sparando un getto di ghiaccio contro di loro. Proseguendo il gioco troverete però diversi power up che vi permetteranno di sparare palle di ghiaccio, creare uno scudo e fare una specie di contrattacco ghiacciando i nemici vicini. Il Frost Grip presenta una barra di caricamento, che scenderà molto rapidamente con l’utilizzo delle abilità. Quando la barra sarà completamente esaurita dovrete o aspettare che si carichi molto lentamente da sola o utilizzare delle ricariche consumabili che troverete in giro.

Se quindi il Frost Grip risulta molto interessante e divertente e lo shooting risulta invece sufficiente ma rivedibile, il problema più grosso di Daymare sono i movimenti. Il personaggio è troppo lento, rendendo quasi impossibile la fuga quando vi troverete con due o più nemici alle calcagna. Il gioco è poi orfano della schivata, che in certi momenti risultava quasi essenziale.

Da lodare invece il level design del titolo. Il gioco si sviluppa su binari dandovi solo la possibilità di proseguire. Saranno però molti i casi in cui dovrete esplorare stanze secondarie o dover tornare indietro per poter proseguire nella trama. Tutte queste situazioni sono state studiate in modo ottimo non facendovi mai perdere o comunque non capire come proseguire.

Grafica

Il gioco tecnicamente è più che sufficiente. Non ha una grafica spacca mascella ma, per essere un titolo cross-gen, è visivamente appagante. Artisticamente risulta bello ma leggermente troppo ispirato ad altri titoli horror. Le texture sono di ottima qualità e l’impatto visivo nel buio è scenico. L’unico dettaglio che stona sono i capelli della protagonista che sono troppo lucidi e con una fisica non esattamente realistica. L’impatto durante le cutscene è invece molto bello, migliorando la qualità grafica rispetto a quando in gioco.

La buona grafica di Daymare: 1994 Sandcastle

L’ottimizzazione del titolo è buona. Con una configurazione PC non esattamente nuovissima non abbiamo avuto problemi far girare il titolo con il preset alto in 1440p abbondantemente sopra i 60 fps. Può invece capitare qualche calo di frame durante lo spawn dei nemici, per fortuna non troppo di frequente e comunque sopportabile. Plauso invece per la presenza del DLSS di Nvidia, l’Intel XeSS e dell’FSR di AMD.

Altro dettaglio da non sottovalutare sono poi i caricamenti. Utilizzando un SSD M2, non dei più veloci, ci siamo trovati comunque davanti a caricamenti rapidissimi, spesso non più lunghi di un paio di secondi.

Da far presente che è uscito un major update che promette di risolvere numerosi problemi. La nostra recensione è stata però completata prima dell’uscita di quest’ultimo. Non possiamo quindi assicurarvi eventuali miglioramenti o peggioramenti del titolo. Siamo però certi che il nostro verdetto sarebbe rimasto pressoché il medesimo.

6.5

Daymare: 1994 Sandcastle è sicuramente un buon titolo indie che prova ad approcciarsi con i tripla A del settore, non riuscendo però a mantenere il confronto sotto molti aspetti. Il gioco presenta grandi intuizioni come il Frost Grip o il level design, cade però sui movimenti del personaggio e sullo shooting. Consigliamo ampiamente il titolo a chi fosse piaciuto il precedente capitolo Daymare: 1998. Ci sentiamo invece di consigliare il titolo ai fan del genre survival horror solo tramite l'ausilio di sconti.

  • Frost Grip divertente e funzionale
  • Graficamente buono e ben ottimizzato
  • Ottimo level design
  • Fin troppo ispirato a Resident Evil
  • Movimenti troppo lenti
  • Shooting rivedibile

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