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Good Omens 2, Recensione – Un ritorno divino

di Violeta Fidanza

Pubblicato il 2023-08-09

Vale la pena guardare Good Omens 2? Scopriamolo insieme.

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Dopo ben quattro anni dall’uscita della prima stagione, l’angelo e il demone più carismatici della televisione sono tornati.

Dal 28 luglio è finalmente disponibile in streaming su Prime video la seconda stagione di Good Omens, serie originale della piattaforma proprietà di Amazon diretta da Douglas Mackinnon, nata come trasposizione del romanzo del 1990 di Neil Gaiman e Terry Pratchett: Buona Apocalisse a tutti!

I protagonisti Aziraphale e Crowely, interpretati rispettivamente in modo memorabile da Michael Sheen e David Tennant, ci riportano in questi sei nuovi episodi nella loro incasinata vita, in bilico perenne tra le abitudini acquisite vivendo in una Londra contemporanea e i meccanismi complessi e folli dell’aldilà, il loro vero luogo d’origine.

Per un ex angelo e un ex demone non c’è pace, nemmeno sulla Terra.

Questa seconda stagione ha senso di esistere?

L’annuncio che sarebbe arrivata Good Omens 2 ai tempi stupì molto il pubblico, in particolare gli spettatori che avevano letto il romanzo di Gaiman e Pratchett. La prima stagione, infatti ripercorre interamente i fatti narrati in Buona Apocalisse a tutti! Senza lasciare spazio a stratagemmi narrativi che potevano far presupporre in un continuo della storia che sembrava essere per questo autoconclusiva.

Nonostante gli eventi che abbiamo visto svolgersi nella serie nel 2019 si sono effettivamente conclusi, così come nel libro, questa seconda stagione nasce e prende vita grazie ai suoi protagonisti che senza dubbio formano una coppia sensazionale sullo schermo, una coppia insolita formata dall’unione di due personalità per natura opposte e così ben caratterizzata e peculiare che continuare ad esplorarla tramite nuove situazioni e dinamiche non poteva che essere la scelta giusta da fare.

Per quanto la prima stagione sia un prodotto eccellente preso singolarmente, dire addio ad Aziraphale e Crowely non sarebbe stato affatto facile, specialmente se mettendo da parte il romanzo e concentrandosi solo sulla loro trasposizione televisiva ci si rende conto di quanto altro ancora sono in grado di regalare due personaggi del genere agli spettatori se guidati dalla giusta sceneggiatura.

Quando si ha davanti un prodotto così ben riuscito però il rischio che si corre nel realizzare un seguito senza il supporto dell’opera di partenza è quello di snaturarlo o di ridurlo ad un bel contorno senza troppa sostanza semplicemente per accontentare i fan o per sfruttare il successo ottenuto in precedenza. In Good Omens 2 questo non accade, anche perché la sceneggiatura è stata attentamente scritta e curata dallo stesso Gaiman (già sceneggiatore della prima stagione) che ha saputo gestire alla perfezione il mondo e i personaggi che aveva coideato nel 1990, guidandoli in questa nuova avventura che in fin dei conti ha qualcosina da invidiare alla precedente, ma davvero poco.

Aziraphale e Crowley
Michael Sheen e David Tennant in Good Omens 2

Nuovi guai in Paradiso

La storia che dà il via a Good Omens è quella di una bizzarra amicizia tra un angelo e un demone che vivono da secoli sulla Terra e si barcamenano nella contemporaneità tra la vita a Londra e la loro posizione nell’Aldilà.

Nella prima stagione, i due si ritrovano a dover scongiurare un’imminente apocalisse, indagando e unendo le loro forze tra momenti esilaranti e flashback di significativi eventi biblici.

Dalla fine dell’episodio 1×06, Aziraphale e Crowely, a causa delle loro azioni, non sono più un angelo e un demone e nella seconda stagione li ritroviamo mentre continuano a gestire la loro vita terrestre in apparente serenità, finché alla porta della libreria di proprietà di Aziraphale si presenta un uomo nudo che non ricorda nulla, nemmeno la sua identità, ma che accenna ad un immenso quanto imminente evento catastrofico.

L’uomo misterioso in realtà l’angelo e il demone lo conoscono bene, e anche gli spettatori, è Gabriele (interpretato dal bravissimo Jon Hamm, attore protagonista dell’iconica serie tv Mad Men) il potente arcangelo del Paradiso, immediatamente infatti scatta l’allarme nell’aldilà e sia gli angeli del Paradiso che i demoni dell’inferno si apprestano a indagare per trovare l’arcangelo e scoprire cosa c’è dietro la sua scomparsa.

La narrazione così come nella prima stagione si divide tra le indagini e i guai da scongiurare di Aziraphale e Crowey nel presente e flashback che ci mostrano altri dettagli sull’origine della loro amicizia e delle situazioni che hanno dovuto affrontare insieme nei secoli passati.

Durante questi nuovi episodi ci vengono presentati dei personaggi inediti, anch’essi con delle caratterizzazioni interessanti chi più, chi meno e ritroviamo l’elemento della storia d’amore. C’è un’altra storia d’amore parallela alla trama principale ma ben inserita nella quali i due amici mettono goffamente lo zampino.

Un’amicizia che dura dall’alba dei tempi

Come possono due personalità tanto diverse essere accomunate da un’amicizia che va avanti attraverso i secoli? Good Omens ci mostra attraverso Aziraphale e Crowey che, anche se si ha una natura e un ruolo ben preciso, tutto può cambiare e variare e anche un angelo può avere dei difetti, così come un demone essere pieno, oltre l’apparenza, di pregi.

L’amicizia tra i due, oltre a regalare moltissime risate e tenerezza, sfida anche i paradigmi del bene e del male e va oltre i comuni stereotipi delle classiche rappresentazioni di queste figure.

Se questa coppia però buca lo schermo ed arriva al cuore di chi segue Good Omens è grazie soprattutto all’ottimo lavoro di Sheen e Tennant, i due attori hanno rafforzato la chimica tra di loro che appare, se è possibile, ancor più evidente. Nel complesso, partendo dai costumi fino alle abitudini che i due anno, tutto risulta fresco, originale ed estremamente credibile, nonostante si parli di eventi surreali e fantastici.

Tennant e Sheen sono stati così bravi ad indossare la pelle dell’angelo e del demone protagonisti che non si può nemmeno immaginare la stessa storia con altri interpreti. Se la coppia dovesse lavorare in futuro insieme non mi stupirebbe, anzi, sarebbe molto interessante.

Tutti questi elementi messi insieme fanno di Good Omens 2 un ottimo prodotto, godibilissimo, irriverente e che non annoia mai, ma coinvolge sempre di più, episodio dopo episodio. La sceneggiatura e la messa in scena sono ancora una volta brillanti e visivamente incisivi. Nonostante sia evidente che manchi leggermente di pepe nella trama rispetto alla precedente stagione, sono sicuramente i pregi a prevalere.

8
Good Omens è una serie brillante, irriverente e appassionante e la seconda stagione non delude le aspettative, nonostante Neil Gaiman porti la serie oltre il romanzo sulla quale era stata ideata e basata. Questa seconda stagione nonostante sia inizialmente meno coinvolgente rispetto alla precedente, comunque non manca di mordente e risate e stupore sono assicurate. I personaggi interpretati da Sheen e Tennant spaccano lo schermo e la loro chimica è così autentica che mette tutto in secondo piano. Good Omens è una serie che vale la pena continuare o recuperare anche solo perché ci ha regalato due dei protagonisti televisivi più carismatici e ben interpretati in assoluto.

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