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How I Met Your Father, Recensione – Lo spin-off che non ti aspetti

di Mattia Loiacono

Pubblicato il 2022-05-18

L’effetto nostalgia che funziona nella nuova sitcom di Hulu

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Disponibile su Disney Plus dall’11 maggio, How I Met Your Father è lo spin-off (ma anche un po’ il sequel) della tanto amata ed iconica serie How I Met Your Mother, e vede al suo interno un cast formato da Hilary Duff, Chris Lowell e Kim Cattrall, solo per citarne alcuni. Tra pregiudizi e paure generali dei fan che non avrebbero dato una lira a questo nuovo prodotto Hulu, How I Met Your Father è tutto ciò di cui non ci aspettavamo di aver bisogno.

Una nuova storia da raccontare

Scritta dagli showrunner di This is Us, Isaac Aptaker ed Elizabeth Berger, How I Met Your Father racconta la storia di come Sophie, interpretata da Hilary Duff (nel presente) e Kim Cattrall (nel futuro), ha conosciuto il padre di suo figlio. Utilizza la stessa tipologia di narrazione che abbiamo visto nella serie originale, quindi con salti temporali dal presente al passato per mostrarci la vita che conducevano nel 2022 il gruppo di amici della nostra protagonista.

Tra questi troviamo Valentina (Francia Almendárez), una ragazza forte che cerca di nascondere le sue debolezze, Jesse (Chris Lowell), un ragazzo dolce rimasto scottato dall’amore, Sid (Suraj Sharma), proprietario del locale in cui si riuniscono gli amici, Charlie (Tom Ainsley), un fuorisede inglese alle prese con l’ambientamento a New York, ed Ellen (Tien Tran), la più timida ed impacciata.

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I protagonisti di How I Met Your Father

L’evoluzione di un cult

Il timore più grande era quello di andare a rovinare l’immagine di un mostro sacro della televisione americana, ma per fortuna così non è (almeno per questa prima stagione). How I Met Your Father risulta fresca e moderna, una ventata di nostalgia che guarda avanti senza dimenticare ciò che è stata e da dove è nata.

Se strutturalmente rimane fedele alla serie originaria, cambia invece totalmente il contesto in cui veniamo immersi ed in cui sono immersi i protagonisti attraverso una visione contemporanea della vita e della metropoli, ma anche del concetto di amore. Dai piccoli dettagli quali possono essere un Uber al posto di un taxi, si passa poi a personaggi e tematiche LGBTQ+, anche se probabilmente la cosa che si nota di più a primo acchito è il linguaggio dei nostri protagonisti, che qui è decisamente più aperto, a tratti anche più volgare, proprio perché diversi tabù nel corso degli anni sono stati eliminati.

Nonostante ci fosse il timore che i nuovi personaggi potessero essere solo la brutta copia dei precedenti protagonisti, viene fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione per ognuno di loro, o quasi. In alcuni di loro abbiamo delle caratteristiche in comune con i primi, in altri meno, ma nessuno risulta uno scarabocchio. Facendo un esempio, la comic relief rappresentata in How I Met Your Mother da Barney, viene sostituita qui nel migliore dei modi con la figura di Charlie, che funziona ed intrattiene nonostante sia un personaggio completamente diverso dall’amato donnaiolo interpretato da Neil Patrick Harris.

Un problema può essere rinvenuto invece nel numero di amici, che se nella prima serie era formato principalmente da cinque persone, qui è composto da sei. Al momento non è un grosso problema, ma alla lunga potrebbe potenzialmente diventarlo, non consentendo di trattare ogni personaggio con la dovuta attenzione, facendo perdere un po’ di stimolo allo spettatore e quel senso di unità ed intimità tanto amato e ammirato che riusciva a trasmettere la serie originale. Questa tesi viene valorizzata dal fatto che è evidente quale tra questi sia il “sesto personaggio”, praticamente ininfluente nel racconto e che rimane indifferente allo spettatore, ovvero Ellen.

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Ellen, Sophie e Valentina

Meglio di quanto si pensasse

La sitcom parte in salita, infatti i primi due episodi non convincono, a causa di una presentazione fin troppo sbrigativa e sommaria. Ascoltare le stesse note della prima sigla nell’apertura degli episodi inizialmente spaventa, fa pensare che forse non eravamo ancora pronti a prendere la scatola dei ricordi in fondo al cuore e riaprirla.

Per fortuna però, con il passare degli episodi e dei minuti di visione, il tutto si riprende, la spiacevole sensazione di aver scalfito dei ricordi indelebili passa in secondo piano, e si inizia a comprendere cosa volessero realmente fare con How I Met Your Father: una serie che guarda verso ciò che è stato con amore e devozione, ma che non dimentica di guardare avanti in un mondo che nel frattempo è discretamente cambiato.

Gli ultimi due episodi per un fan sono il massimo che ci si potesse aspettare, non tanto perché ci siano tante citazioni e un gradevole fan service, ma piuttosto perché sorprende la gestione di queste due caratteristiche: perfettamente bilanciate in quantità e intensità. Sono riusciti a trovare il giusto equilibrio che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato da quello che è a tutti gli effetti non solo uno spin-off, ma anche un sequel.

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Una stanza piena di ricordi

Stesse tecniche, diversa comicità

How I Met Your Mother apparve per la prima volta nell’ormai lontano 2005 e fu quasi come un fulmine a ciel sereno per la televisione americana per il suo modo rivoluzionario di fare sitcom. Essa mantenne tutti gli standard visivi del suo genere, come la regia a macchina fissa e la fotografia dai toni equilibrati, ma utilizzò tecniche di narrazione atipiche come lo spostamento temporale all’interno degli episodi, le numerose uscite in ambienti esterni e la narrazione verticale, caratteristiche più da comedy che da sitcom. Lo stesso avviene in How I Met Your Father, che rispetta tutte le caratteristiche precedentemente elencate e che, così facendo, regala agli spettatori una sensazione nostalgica fin dal primo minuto.

Quella che cambia invece è la comicità, decisamente più adulta rispetto alla prima serie, in parte anche più volgare, e con battute più adatte al momento storico in cui ci troviamo. Questa però potrebbe essere un’arma a doppio taglio decisamente affilata per la serie, che se da un lato potrebbe riuscire ad accalappiare nuovi spettatori, grazie anche ad un ottimo cast che sa bene quel che fa, dall’altra potrebbe perdere per strada qualche fan affezionato alle dinamiche comiche della serie madre.

7.5

How I Met Your Father mantiene la stessa struttura della prima serie senza scarabocchiare, ma piuttosto aggiornandosi nel linguaggio e nelle tematiche. Il cast è azzeccato, anche se il numero di protagonisti lascia qualche dubbio. Dopo un inizio in salita riesce ad ingranare e a coinvolgere lo spettatore senza farlo soffocare dai ricordi. L'ironia è più "adulta" e spesso funziona, ma non sempre.

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