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Metro Exodus – Recensione

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2019-03-09

In Metro: Exodus, ci troveremo davanti all’epilogo, non solo della trilogia videoludica, sia di tutti i romanzi realizzati da Glukhovsky. Concludendo così l’intera vicenda di Artyom e compagni.Di che parla la serie?Le novità di METRO: EXODUS”Immersi” tra le radiazioniNon son tutte rose e fiori…Scontri a fuoco, corsa e attacco…Scontri a fuoco, corsa e attacco… La serie di Metro …

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In Metro: Exodus, ci troveremo davanti all’epilogo, non solo della trilogia videoludica, sia di tutti i romanzi realizzati da Glukhovsky. Concludendo così l’intera vicenda di Artyom e compagni.

La serie di Metro nasce dalle storie di Dmitry Glukhovsky, raccolte nel romanzo Metro 2033, ampliata grazie ai titoli realizzati da 4A Games. La peculiarità di questo “progetto” risiede nel lavoro di supervisione svolto dallo stesso scrittore che ha cercato di mantenere in Metro: Exodus una certa coerenza non solo nella narrazione degli avvenimenti ma anche di mantenere chiari e ben presenti alcuni personaggi importanti della saga tra cui Artyom, protagonista di tutta la serie; il colonnello Miller, Anna, moglie del protagonista nonché figlia del colonnello; più altri membri dell’esercito che periodicamente tendono a ricollegarsi alle vicende del protagonista.

Di che parla la serie?

Per chi non le conoscesse, le opere realizzate dall’autore russo parlano delle vicessitudini che si trova ad affrontare l’intero pianeta, in seguito ad un terzo conflitto mondiale avvenuto nel 2013, conclusosi malamente con il bombardamento nucleare. Il conflitto non solo ha portato ad uno sterminio di massa della popolazione umana ma anche la creazione di una nuova società formata da sopravvissuti e creature mutanti violente.

Le novità di METRO: EXODUS

Il nuovo titolo di 4A Games presenta diverse novità rispetto ai precedenti capitoli, pur mantenendo le caratteristiche peculiari di shooter in prima persona, tra cui; open world, crafting, scenari ampi e parecchio diversificati tra loro.

A primo impatto il nuovo capitolo della saga di Metro potrebbe discostarsi dai capitoli precedenti, dando l’apparenza di un open world. Le differenze rispetto ai precedenti capitoli ci sono, ma sono meno accentuate di quelle che possano sembrare. Metro: Exodus non è un vero e proprio open world, dato che il gioco viene schematizzato in diversi “livelli”.

Il concetto di open world viene richiamato soltanto dalle ambientazioni che ci ritroveremo a visitare, risultando vaste e parecchio esplorabili. Però, trattandosi fondamentalmente di “livelli”, una volta superata una determinata zona non ci potremo fare ritorno.

Tornando agli ambienti all’aperto, rispetto ai titoli precedenti, Artyom non si ritroverà a vagare solamente tra stretti cunicoli o zone sotterranee, ma anche in ambienti particolarmente vasti e più o meno rigogliosi.

Peculiarità della serie, mantenuta anche in questo ultimo capitolo, è l’atmosfera che si respira per l’intero arco narrativo, ovvero un senso di continua ansia e pericolo, quasi da survival horror. Il tutto acuito da un ottimo comparto sonoro e dal sistema di crafting.

Altra peculiarità del titolo, che ho particolarmente apprezzato, è che in fase di caricamento è presente una voce narrante che racconta le vicende che il nostro protagonista deve affrontare. Purtroppo però, la fase di caricamento iniziale del gioco è parecchio lunga, sfiorando addirittura i 3 minuti di attesa.

In generale i caricamenti, durate il passaggio da una zona all’altra, non sono particolarmente invasivi. La lunga attesa riguarda solo il caricamento di avvio.

Inoltre in Metro: Exodus è presente un ottima modalità foto, con la quale ci si può sbizzarrire nella realizzazione di scatti, di panorami e non solo. Potremo personalizzare le nostre foto con filtri ed altri effetti, andando anche a modificare l’intensità di quest’ultimi.

“Immersi” tra le radiazioni

Rispetto ai capitoli precedenti, il nostro protagonista si ritroverà ad esplorare la superficie del pianeta. Le aree che esploreremo rispecchiano in pieno il clima di catastrofe nucleare che vuole presentare il gioco. Ci ritroveremo a girovagare in ambienti radioattivi pieni di pericoli. Sarà fondamentale sfruttare al meglio il proprio armamentario ma soprattutto l’ambiente circostante.

Trattandosi di un’avventura post apocalittica, il titolo spinge il giocatore ad intraprendere un approccio più stealth e parsimonioso nell’uso delle armi.

Il team di sviluppo ha posto una grandissima cura, non solo sotto il comparto grafico, ma soprattutto nelle attività che saremo chiamati a svolgere sia durante i combattimenti, sia nei pochi attimi di riposo che ci verranno concessi.

All’inizio della nostra avventura, ad Artyom verranno consegnati una maschera e di uno zaino, che ci accompagneranno per tutto il gioco, svolgendo un ruolo non di poco conto.

La maschera, come ai precedenti capitoli, riveste non solo una peculiarità della saga di Metro, ma anche un ruolo chiave. Questa ci sarà fondamentale quando ci ritroveremo in zone che presentano un alto tasso di radiazioni. Saremo costretti a cambiare ogni tanto i filtri. Come tutti gli strumenti che troveremo in Metro: Exodus, dovremo fare particolare attenzione alle sue condizioni. Saremo costretti a pulirla dal sangue, se abbiamo effettuato delle uccisioni, o banalmente asciugarla se fuori piove o addirittura ripararla se abbiamo subito dei danni durante degli scontri. 

Altro “compagno” inseparabile del nostro protagonista è lo zaino, con il quale potremo in qualsiasi momento, senza interrompere il l’azione di gioco, creare degli strumenti “essenziali” tra cui: medikit, oggetti da lancio (coltelli ed esche), munizioni per il Tikhar e filtri per la maschera. Artyom inoltre, potrà equipaggiare diverse armi, sfruttando anche l’utilizzo di oggetti da lancio, tra cui coltelli, esche, granate e molotov.

Per quanto riguarda invece l’elaborazione di altri strumenti è richiesta la presenza di un tavolo da lavoro che ci permetterà non solo di costruire oggetti più complessi (granate, molotov, proiettili per armi da fuoco classiche) ma anche di apportare delle modifiche alle nostre armi e all’equipaggiamento. Tramite il banco da lavoro avremo la possibilità anche di pulire le armi. Più un arma sarà sporca, più quest’ultima avrà la possibilità di sporcarsi e fare cilecca.

Come si può intuire dalla scarsità di munizioni, il crafting è fondamentale. Oltre ad avere la possibilità di raccogliere diversi oggetti e armi, queste possono essere smontate per poi essere riassemblate in seguito.

Il gioco presenta una struttura ben precisa. Vengono distinte attività principali, che permettono di proseguire la campagna, e quest secondarie. Quest’ultime saranno facoltative e completamente slegate dalla trama principale.

Le missioni secondarie potranno essere sbloccate interagendo con determinati personaggi che incontreremo all’interno delle vaste aree che esploreremo oppure semplicemente vagando all’interno della mappa di gioco. Sicuramente questo elemento aiuta a migliorare la longevità del gioco, garantendo circa 25 ore di gioco.

Non son tutte rose e fiori…

Metro: Exodus, tra i vari settaggi disponibili, presenta anche il doppiaggio in italiano. Quest’ultimo l’ho trovato di ottima qualità anche se presenta diverse criticità, non tanto per la varietà di voci presenti e di bravura degli attori, ma quanto per la realizzazione del tutto. Le voci dei vari personaggi tendono a sovrapporsi tra di loro, creando una confusione di sottofondo. Questa problematica si presenta anche per via dei rumori ambientali, che spesso tendono completamente a coprire le voci di coloro con cui ci ritroviamo ad interagire. In generale, ho trovato l’audio dei dialoghi abbastanza basso rispetto al rumore di fondo.

Un’altra pecca che mi va di affrontare è la totale assenza della voce del protagonista. Purtroppo questa caratteristica, ripresa dai capitoli precedenti, tende a creare delle situazioni alquanto irreali, dato che spesso altri personaggi si rivolgeranno ad Artyon, non ricevendo mai alcuna risposta.

Scontri a fuoco, corsa e attacco…Scontri a fuoco, corsa e attacco…

All’interno del mondo di Metro Exodus, ci ritroveremo ad affrontare diversi nemici, che possiamo catalogare in due categorie: sopravvissuti e mutanti.

Oltre a non brillare come varietà di nemici, sicuramente non entusiasma nemmeno la loro intelligenza artificiale.  A volte ci ritroveremo a passare davanti ai “soldati” nemici, senza essere visti. Nella maggior parte dei casi mostreranno una reazione leggermente in ritardo.

Anche i pattern d’azione sono alquanto schematici e parecchio lineari; negli scontri con i sopravvissuti ci ritroveremo a scegliere due diversi approcci: combattimenti a fuoco dalla lunga distanza oppure cercando un approccio più stealth. Sicuramente questo secondo approccio è quello più stimolante, sia perché gli ambienti di gioco essendo parecchio vasti celano diverse scorciatoie e passaggi nascosti. Ma gli stessi compagni di Artyom ci consiglieranno un approccio più cauto, riferendoci più volte di agire al calar del sole per essere meno visibili e quindi meno facilmente individuabili dai nemici.

 Lo scontro con i mutanti risulta essere invece alquanto ripetitivo. Tutti caratterizzati da una prima fase di rincorsa ed una fase successiva di attacco. Purtroppo, queste fasi seguono sempre la stessa ed identica sequenza

8.1

Metro: Exodus è la degna conclusione del duro lavoro svolto da Glukhovsky e dal team di sviluppo di 4A Games. Anche se vengono introdotte diverse novità rispetto a precedenti capitoli, queste non ne snaturano la serie anzi, incrementano l'atmosfera di pericolo, ansia e precarietà che si trova ad affrontare Artyom durante questa sua ultima avventura. Il gioco si fa apprezzare sotto diversi aspetti come; trama affascinante, gameplay, colonna sonora e per un comparto grafico strabiliante. Non mancano le criticità come; bug, poca varietà negli scontri, ma soprattutto l'audio del doppiaggio. Assolutamente rivedibile. Dunque, Metro: Exodus è un ottimo titolo che consiglio sia agli amanti della serie, ma anche a chi si approccia per la prima volta a questo titolo.

  • Comparto grafico senza precedenti. Sfiora il foto-realismo
  • Scenari ben realizzati con tanti elementi particellari sulla scena
  • Ottima trama, anche se un po scontata
  • Doppiaggio in italiano variegato e qualitativamente ottimo, peccato per una realizzazione non altrettanto accurata
  • Ottime meccaniche di gioco, dal crafting al feedback delle armi
  • Le voci dei personaggi tendono a sovrapporsi tra loro creando confusione. Lo stesso avviene con i rumori ambientali
  • Qualche bug di troppo
  • A volte l'assenza della voce di Artyom è fastidiosa

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