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Soul Tolerance: Prologue, Recensione: un palcoscenico asimoviano

di Vincenza Navarra

Pubblicato il 2023-12-11

Soul Tolerance: Prologue è il primo capitolo del titolo videoludico Soul Tolerance, un GDR investigativo, immerso in un contesto estrapolato dalle opere dello scrittore fantascientifico Isaac Asimov. Il gioco ha preso vita da un’idea creativa del veneziano Nicola Piovesan. Il noto produttore cinematografico ha realizzato il progetto in collaborazione con la pluripremiata compagnia Chaosmonger Studio. …

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Soul Tolerance: Prologue è il primo capitolo del titolo videoludico Soul Tolerance, un GDR investigativo, immerso in un contesto estrapolato dalle opere dello scrittore fantascientifico Isaac Asimov. Il gioco ha preso vita da un’idea creativa del veneziano Nicola Piovesan. Il noto produttore cinematografico ha realizzato il progetto in collaborazione con la pluripremiata compagnia Chaosmonger Studio. Fondata proprio da lui negli anni 2000 a Bologna, l’azienda si occupa della produzione di vari contenuti d’intrattenimento, tra cui film e videogames. Soul Tolerance: Prologue è infatti l’ultimo figlio della Chaosmonger Studio dopo Three Minutes to Eight. Lo stesso Piovesan si è occupato dell’intera redazione artistica, scrivendo il gioco affiancato dalla penna di Josh Goodwin. Il prologo di questo nuovo titolo è disponibile già da oggi, 11 dicembre 2023 su Steam.

Trama

Un contesto post-apocalittico dove fantascienza e mistery si fondono. Ci troviamo in Giappone, precisamente a Sapporo, nel 2144. 130 anni dopo la sua estinzione, il genere umano è stato sostituito da una misteriosa intelligenza artificiale, la Madre I.A. Quest’entità ha generato dei “figli”, I.A. inferiori, che hanno ripopolato la Terra. Esseri cibernetici che vivono come esseri umani, venerando la Madre come una divinità, ma stranamente senza saper nulla sul suo conto. La dea primordiale, infatti, tiene celata la sua identità, imponendo a tutti un limite sulla conoscenza di sé definito Soglia dell’Anima. Tuttavia, una sera d’ottobre, viene registrato un improvviso picco della Soglia dell’Anima. Delta 9 Corporation invia allora un agente, il nostro personaggio eroe Unit-12, per indagare sulla causa dell’anomalia. Una trama ricca di intrecci, dove da cosa nasce cosa, un mistero tira l’altro, finché non verranno man mano a galla verità sconcertanti su quel mondo robotico.

Gameplay e mappa

Missioni primarie, secondarie ma anche terziarie, si ramificano man mano che si esplora il mondo e si raccolgono informazioni. Le armi principali per raggiungere gli obbiettivi sono logica e intuito. I dialoghi fanno infatti da padroni in questo GDR, dove l’azione è sostituita da qualche sfida rompicapo. Le opzioni di risposta multipla nelle conversazioni non influiscono sulla trama, ma consentono di interloquire più attivamente. I progressi raggiunti vengono man mano registrati su un diario, insieme ai prossimi obbiettivi. Un inventario consente invece di collezionare e utilizzare all’occorrenza, oggetti vari. Inizialmente Unit-12 è fornito solo di carta di credito e di uno scanner per rilevare ogni elemento interattivo nelle vicinanze. Il sommario mostra una panoramica sulle sfide completate e sui progressi del gioco. La mappa principale è semplice, suddivisa in tre zone: periferia, centro e quartieri alti, con strade percorribili entro i limiti impostati dal game.

Grafica e sonoro

La componente grafica è, a mio parere, il punto di forza del videogame. In un mondo urbano robotico con atmosfera noir, s’incastra bene la scelta di eliminare qualsiasi superficie curva e creare esclusivamente strutture squadrate. Una sorta di pixel art in 3D, quasi come un mondo Lego metallizzato. Superfici piatte, prive di effetti materici. Assente qualunque animazione motion blur, mentre il ray tracing è ridotto al minimo necessario per poter distinguere le forme tridimensionali. Tutto questo alleggerisce senz’altro il gioco, senza però nulla togliere al suo fascino sobrio e geometrico. I colori sono, in concordanza col contesto, prettamente spenti. Eccetto per alcuni borghi, il grigio fa da padrone, rotto qua e là da contrastanti illuminazioni al neon. Le voci unicamente robotiche e i rumori meccanici della città, si stagliano su un comparto sonoro alternato tra silenzio e leggiadre musiche. Autori Yann Latour e Mothell, quest’ultimo compositore della colonna d’intro.

Tecnica di sviluppo

Anche sul piano tecnico, non ci sono particolari complessità. Unit-12 è inquadrato sempre dall’alto, in angolatura costante. La telecamera è fissa, non ruota, ma garantisce comunque una panoramica completa. Perfino da dietro gli edifici la scena è ben visibile, con l’obbiettivo che “attraversa” le costruzioni quasi come i raggi X. Gli elementi interattivi, in relazione all’ampiezza della mappa, sono pochi, ma abbastanza intuitivi e facili da scovare. Tutti gli altri non sortiscono effetti di alcun tipo sul personaggio, e sembrano quasi “attraversarlo”. Questo semplifica ulteriormente le dinamiche del gioco, senza comunque compromettere eccessivamente l’esperienza videoludica. Attualmente tutte le azioni del gameplay sono eseguibili sia attraverso i comandi di mouse e tastiera. Il gioco suggerisce dei tasti rapidi che permettono di accedere direttamente a menù specifici. Una versione del game per controller e console è prevista per il 2024.

In sintesi

Il ritmo di gioco proposto da Soul Tolerance: Prologue sembra, sin dall’inizio, in sé fluido e incalzante. La difficoltà del gameplay risulta piuttosto moderata, non ci sono particolari momenti di stasi e blocco. La storia principale è piuttosto intuitiva, nonostante tutti gli intrecci. In generale la longevità del titolo, valutando soltanto il primo capitolo, è piuttosto discreta con otto ore circa previste. Nel complesso lo definirei comunque soddisfacente, seppur non alle vette. Cattura discretamente l’attenzione del giocatore senza impegnarlo troppo, consentendogli anche di familiarizzare velocemente con la mappa. Siamo pronti ad accogliere la conclusione dell’intero videogame, in vista dei potenziali investimenti necessari a nutrire il progetto di Piovesan.

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