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The Idol 1×04, Recensione – Il flop targato HBO

di Martina Bellantuono

Pubblicato il 2023-06-30

The Idol è un disastroso fallimento. La serie tv termina una settimana prima.

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La quarta puntata di The Idol non è altro che l’apoteosi della mercificazione del corpo e della spettacolarizzazione della tortura psicofisica. Un ennesimo episodio disastroso che all’improvviso si è rivelato essere il penultimo. Sì, perché dopo che la smentita da parte di HBO della cancellazione della serie, la stessa rete ha confermato che il prossimo episodio coinciderà con il finale di stagione. The Idol chiude i battenti una settimana prima, con 5 puntate al posto delle 6 previste inizialmente. Una fonte anonima ma interna avrebbe rivelato:

La stagione si è conclusa con cinque episodi dopo i cambiamenti significativi apportati da Sam Levinson. Tutto è stato detto, la nuova storia ha finito per richiedere solo cinque episodi.

Quella che doveva essere la provocatoria serie HBO, si è trasformata nel flop più colossale degli ultimi periodi. Realizzata con un budget da capogiro, prodotta da HBO e, tra gli altri, da A24, con un cast d’eccezione e affidata ad uno dei registi più apprezzati dalla gen Z, è diventata preda di commenti negativi. In pochi, di sicuro i più coraggiosi, hanno proseguito la serie TV e, proprio per questi superstiti analizzeremo insieme la quarta puntata di The Idol

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La prigione di Tedros

Già nello scorso episodio, Tedros (The Weeknd) aveva preso le redini della vita di Jocelyn (Lily-Rose Depp). Ora ha pieno possesso della sua villa, dove vivono anche gli altri “seguaci” e sta aiutando Joss a registrare gli altri pezzi dell’album. Nel frattempo i manager della star scoprono parte dell’oscuro passato di Tedros ed emergono a galla i motivi dei suoi incarceramenti, dovuti ad abusi e maltrattamenti.

Destiny (Da’Vine Joy Randolph) si insidia sotto copertura a casa di Jocelyn e assiste a squallide ed inquietanti sedute di registrazioni durante le quali Tedros approfitta del corpo di Joss per spronarla nel canto. Tutto questo di fronte agli sguardi inermi degli spettatori/ prigionieri di Tedros.

Se prima c’era solo Jocelyn, in una gabbia d’oro, circondata dalla distruttiva industria dello show business musicale, ora ad essere ingabbiati sono anche tutti gli altri. Gli amici di Tedros, scopre Destiny, hanno talento nel canto e vedono il loro “padrone” più che come il capo di una setta, come il loro salvatore. L’unica figura che davvero teneva a Jocelyn più di tutti, Leia (Rachel Sennott), è a sua volta ingabbiata e per questo impossibilitata alla ribellione.

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The Idol: c’è una possibilità di redenzione?

Nel frattempo, la casa discografica di Joss ha trovato una sostituta, Dyanne, (Jennie Kim), amica della star e segretamente innamorata di Tedros. Alla luce di ciò e, in seguito ad un comportamento offensivo rivolto a Leia da Tedros, la protagonista per la prima volta prende autonomamente una decisione. Chiama il suo ex, Rob, lasciando fuori Tedros, che vede il proprio dominio su Joss sgretolarsi e, al di là della porta della camera da letto, vulnerabile, piange.

Abbiamo un ribaltamento dei piani: Jocelyn è diventata padrona di sé stessa e Tedros non si sente più invincibile come prima. Questa sequenza finale dunque è il punto di svolta dell’episodio e dell’intera serie. Jocelyn, sempre ingabbiata e mentalmente offuscata, prende il controllo di sé stessa. Questo potrebbe portare alla sua redenzione?

Dal momento che, con una sola puntata rimanente, The Idol è impossibilitata a redimersi, dovremo aspettare il prossimo episodio per capire se almeno la sua protagonista sarà riuscita a riscattarsi.

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The Idol termina una settimana prima del dovuto e si conclude con 5 episodi anziché 6. La quarta puntata dunque è la penultima. Viene mostrato il tema di denuncia principale attraverso una dura critica al sistema industriale musicale che vede le star, nel nostro caso Jocelyn, non come esseri umani. I problemi persistono anche nel quarto episodio: una visione prettamente maschile, spettacolarizzazione della tortura, tossicità e soft porn fini a sé stessi. Regia, fotografia e montaggio si mantengono sempre su un livello alto.

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