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The Witcher: Netflix fa bingo – Recensione

di Matteo Rossi

Pubblicato il 2020-01-09

The Witcher è sbarcata da poco più di un mese su Netflix, ma è già sulla bocca di tutti.Pubblico e critica hanno accolto con spirito contraddittorio questa serie fantasy. The Witcher è la scommessa di Netflix del 2019Netflix incassa la posta in giocoIl miglior Fantasy degli ultimi anniInterpretazioni I peccati di una serie travolgenteUn appuntamento …

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The Witcher è sbarcata da poco più di un mese su Netflix, ma è già sulla bocca di tutti.Pubblico e critica hanno accolto con spirito contraddittorio questa serie fantasy.

Quale delle due visioni rispecchia la realtà?

Le gesta dello strigo Geralt non sono nuove a chi si intenda un minimo di cultura Pop. La serie di libri da cui ha preso spunto la serie, fu anche di ispirazione per una famosa saga di videogiochi, che negli anni è diventato un caposaldo del genere action RPG.

Propio grazie al comprovato carisma di Geralt di Rivia le aspettative attorno a questa nuova serie Netflix erano alle stelle. A dimostrazione di ciò ci sono anche i risultati ottenuti, che l’hanno resa una delle serie più viste sulla piattaforma streaming.

The Witcher è la scommessa di Netflix del 2019

Ai piani alti della società americana amano puntare su adattamenti che prendano spunto da ogni genere di media. Le serie che ne sono uscite, tuttavia, non sempre hanno convinto il pubblico.

Non serve sforzare troppo la memoria per riportare in luce un fallimentare Saint Seiya, poco ispirati Iron Fist e Luke Cage e altri esempi che raramente hanno superato il livello di “passabile”.

Il contesto inoltre dei film e delle serie TV tratte da videogiochi non è dei più rosei. Nonostante dunque The Witcher sia in primis ispirato all’opera cartacea, le premesse non sono comunque tra le più promettenti.

Anche le serie originali del re dello streaming hanno spaccato il pubblico, con alcuni passi falsi fatti con serie celebratissime come Stranger Things e Black Mirror. Oltre a ciò si aggiunge la rottura con il Marvel Cinematic Universe in seguito all’avvento di Disney+.

Quella di Netflix si presenta come una vera e propria scommessa, che vede poche certezze e tanti rischi. Sicuramente l’attore carismatico che ha preso le sembianze del candido cacciatore di mostri è ciò su cui maggiormente si possa contare.

Henry Cavill, oltre ad essere stato un notevole Superman, sembra essere un appassionato del personaggio, il che ha fatto ben sperare numerosissimi fan.

Netflix incassa la posta in gioco

The Witcher è per distacco l’opera più roboante che possiate trovare sulla piattaforma. In otto puntate di circa un’ora troviamo storie d’amore, intrighi, azione e un pizzico gradito di fan service.

Nell’anno in cui siamo rimasti orfani dell’intramontabile Trono di Spade, Netflix si traveste da Babbo Natale e ci regala l’unico erede finora degno della serie HBO.

The Witcher presenta un mondo affascinante, opportunamente ornato con elementi che lo rendano appetibile al grande pubblico e non solo ai fan del genere. In un mondo di mostri, sono le storie d’amore e la crescita dei personaggi ad attirare l’attenzione dello spettatore, che cede con facilità al binge watching che ha reso Netflix uno stile di vita, più che un servizio.

Il miglior Fantasy degli ultimi anni

L’intreccio prende ispirazione dal modello Game of Thrones, raccontando le gesta di tre differenti personaggi in tre luoghi differenti. La narrazione inoltre è sfalsata nel tempo, cosa che non rende la fruizione semplice durante le prime puntate.

Considerando che le due ultime stagioni dell’opera HBO non sono state di qualità eccelsa, The Witcher si è rivelata l’opera di genere tra le più riuscite degli ultimi anni.

Nonostante un budget ridotto e degli effetti speciali non convincenti, la serie su Geralt ha dipinto un mondo oscuro e affascinante, in cui la mitologia oscura est-europea viene narrata con leggerezza ma precisione.

Una caratteristica di questo franchise è appunto la precisione con cui vengono narrati gli elementi folkloristici relative alle creature oscure come vampiri e lupi mannari.

E la serie non è da meno, seppur non perda troppo tempo su questa tematica. Gli accenni fatti sono comunque puntuali e sottolineano una ricerca ed approfondimento del tema.

Interpretazioni

Sia Henry Cavill che gli altri attori coinvolti nel progetto fanno il loro dovere. Il protagonista sembra essersi calato perfettamente nel personaggio dello strigo, portando sul mini-schermo un personaggio carismatico e fedele a quello del libro e del videogioco.

Anche le attrici che impersonano le co-protagoniste Crilla e Yennefer prendono ottimi voti in pagella. La temibile strega è perfettamente rappresentata nella sua risolutezza, messa in dubbio solo dalla presenza del suo amore dai capelli bianchi.

Cirilla è verosimile nella sua incarnazione giovanile. Una bambian destinata a grandi gesta, che ancora non si rende conto del suo destino. che lentamente la sta raggiungendo.

Anya Chalotra e Freya Allan interpretano dunque egregiamente due personaggi importanti ed iconici della serie, meritandosi un plauso per il merito.

Degno di nota è anche il personaggio di Jasker o Ranuncolo, conosciuto coem Dandelion nella saga videoludico. Egli non è altro che il cantastorie delle gesta di Geralt. Questo personaggio e di conseguenza l’interprete Joey Batey sono già diventati iconici grazie al tormentone che fa da colonna sonora alla serie: “Dai un soldo al tuo Witcher”.

Questo che ormai è un tormentone può fungere da assaggio di una colonna sonora da dieci e lode. Le note della musica si amalgamano perfettamente con il contesto ed i fatti, contribuendo a rievocare il ricercato folklore oscuro.

Nota doente sono alcune interpretazioni minori, come il drago d’oro protagonista di una delle otto puntate. L’inesperienza di alcuni interpreti ha reso alcune scene di serie B, abbassando il livello qualitativo generale.

I peccati di una serie travolgente

Quello che lascia con l’amaro in bocca durante la visione di questa serie sono le scene d’azione.

Esse possono essere identificate come un difetto sia per la loro scarsezza, sia per il poco budget a loro dedicato. In un mondo in cui stregonerie ed incantesimi, altresì conosciuti come segni sono protagonisti, è spiazzante vederne rappresentati così pochi.

In realtà il tema degli incantesimi è poco approfondito. Un peccato visto che un terzo della trama ha come protagonista la magia stessa.

Nel modno di The Witcher c’è un importante approfondimento del mondo magico. I libri ed i videogiochi istruiscono sulla magia, spiegando differenze tra i vari incanti e poteri. La serie sotto questo punto di vista stenta parecchio.

Il Fntasy targato Netflix mostra il fianco quando chiama in causa gli effetti speciali. Essi sembrano realizzati in altri tempi, con mostri che bucano lo schermo per la poca precisione con cui appaiono.

L’augurio è che questi aspetti vengano corretti nella confermata seconda stagione, che verosimilmente vedremo tra il 2020 e il 2021.

Speriamo che vengano d’altrocanto confermati i paesaggi cupi ma affascinanti e la crudezza delle poche battaglie viste.

Un appuntamento da non perdere?

Tirando le somme su The Witcher, la serie Netflix ci ha regalato personaggiù carismatici e che hanno il potenziale per diventare delle icone della tv in streaming.

La speranza è quella che possa essere erede della staffetta di Game of Thrones, appassionando altre milioni di persone ad un genere che sta lentamente uscendo dalla propria nicchia come il fantasy.

Sicuramente non esente da difetti, questa è una delle migliori opere che si possano trovare in streaming. Sicruamente bisogna soprassedere sopra ad alcune note stonate per poter godere appieno delle gesta di Geralt di Rivia.

8.7

The Witcher continua la tradizione Fantasy iniziata da Game of Thrones, presentandosi sin da subito come il suo erede spirituale diretto. Henry Cavill ci regala un Geralt al di sopra delle aspettative in un contesto affascinanto non avulso da difetti. Tra le migliori serie Netflix del 2019.

  • Degno erede di Game Of Thrones
  • Interpretazioni convincenti dei personaggi principali
  • Ottima colonna sonora
  • Effetti speciali mediocri
  • Poca azione
  • Intreccio a volte esageratamente complicato

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