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Black Adam, Recensione – L’inizio della nuova era DC

di Francesco Schinea

Pubblicato il 2022-10-19

Black Adam riporta il DC Universe nelle sale cinematografiche, con un film incentrato sull’anti-eroe interpretato da Dwayne Johnson

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Era il novembre del lontano 2007 quando veniva annunciato che Dwyane Johnson avrebbe interpretato Black Adam. Oggi, dopo 15 anni in cui il mondo e l’industria cinematografica hanno visto accadere di tutto, Black Adam può finalmente iniziare a conquistare le sale cinematografiche.

Abbiamo visto in anteprima il nuovo film distribuito da Warner Bros. Discovery, il primo ambientato nel DCU dopo The Suicide Squad di James Gunn. Tra aspetti positivi ed altri meno convincenti, ecco le prime impressioni sulla pellicola, in uscita il 20 ottobre.

Le origini di Black Adam

Black Adam si apre con una sequenza ambientata nel 2600 a.C., quando i cittadini di Kahndaq erano ridotti in schiavitù per supportare le ricerche del proprio sovrano, intenzionato a costruire un potente artefatto, la corona di Sabbac, sfruttando l’Eternium, il prezioso materiale presente sul territorio. La popolazione viene liberata da un giovane eroe che una volta ottenuto il potere degli dei diventa il Campione di Kahndaq.

Dopo essere scomparso apparentemente nel nulla, Teth-Adam dopo 5.000 anni di prigionia viene liberato dalla sua tomba terrena. Le vicende si spostano dunque nella Kahndaq contemporanea in lotta contro l’Intergang, una spietata organizzazione criminale anch’essa presente sul territorio con l’obiettivo di impossessarsi dell’Eternium e della corona di Sabbac.

Di fronte all’occupazione militare del territorio, il protagonista non nasconde in alcun modo tutta la sua spietatezza, nel tentativo di mettere in atto la sua sanguinosa concezione di giustizia. Nel farlo diventa bersaglio della Justice Society of America, team di eroi chiamato a mantenere l’ordine internazionale.

Interpretazioni al top, sceneggiatura da rivedere

Partiamo subito col dire che Black Adam non è il salvatore del DCU che molti attendevano, eppure riesce, nonostante gli enormi difetti, ad intrattenere e stupire.

Il film si regge principalmente sulle scene d’azione e sulle interpretazioni del cast. Dwayne Johnson sembra letteralmente nato per interpretare il personaggio. Pierce Brosnan mantiene l’eleganza e la raffinatezza di James Bond anche nel ruolo di Doctor Fate, nonostante le potenzialità del personaggio non siano state sfruttate al 100%. Una bella sorpresa è poi Aldis Hodge nei panni di Hawkman, magnetico senza la maschera e convincente nella recitazione, anche durante i combattimenti.

Come detto l’azione è al centro del lungometraggio. Raramente è capitato negli ultimi tempi di vedere un film di supereroi con ritmi così alti. Nonostante l’inizio un po’ lento e poco coinvolgente, l’arrivo della Justice Society dà il via di quello che appare un combattimento senza fine. La frenesia in alcuni momenti diventa un difetto, a causa di scene fin troppo confusionarie, ma nel complesso ha il pregio di riuscire a catturare l’attenzione dello spettatore.

Il grosso problema del film è purtroppo la sceneggiatura, semplice, ma che in alcune fasi sembra non condurre da nessuna parte, per poi risolversi in modo anche abbastanza banale. La debolezza della scrittura è evidente soprattutto sul villain, che come se non bastasse è imbarazzante anche a livello visivo.

Restando in tema, la CGI è altalenante. Se sul villain merita una grave insufficienza, vanno invece fatti i complimenti per il lavoro svolto sui personaggi principali, primo fra tutti Doctor Fate. Quest’ultimo è protagonista di sequenze visivamente stupefacenti, che non possono non ricordare quelle del Doctor Strange di casa Marvel, con cui condivide molte somiglianze.

Il resto del comparto tecnico si merita la sufficienza, pur senza entusiasmare più di tanto, a partire dalla regia di Jaume Collet-Serra (ad eccezione dell’uso eccessivo degli slow motion, per cui la DC sembra ormai avere un debole) alla fotografia di Lawrence Sher. Molto meglio però il sonoro, con una colonna sonora curata e adattissima alle innumerevoli scene action.

Black Adam vs Doctor Fate

Il mondo ha bisogno di eroi

Nonostante i già citati problemi di sceneggiatura, va sottolineato come non manchino degli spunti interessanti.

Uno dei temi centrali dell’opera è, innanzitutto, di grande attualità: la ricerca della libertà contro l’occupazione degli invasori. Il popolo di Kahndaq, nel presente così come nel passato (sono presenti diversi flashback); è alla ricerca di un eroe, di un campione che possa guidarlo contro l’oppressione.

In questo contesto, Black Adam si improvvisa l’eroe di cui la sua gente ha bisogno, pur non essendo un eroe. Il film gioca molto sulla distinzione tra eroe e cattivo, con la chiara volontà di presentare il personaggio come un anti-eroe. Spesso ci si dimentica dell’esistenza di una zona grigia, a metà fra il bianco e il nero, in cui il protagonista è chiamato ad operare. Il personaggio interpretato da The Rock non può essere un “cavaliere bianco” poiché a volte, citando Doctor Fate, ne è necessario uno “più oscuro”.

Per tale motivo la sua concezione di giustizia, che non conosce mezze misure, finisce inevitabilmente per scontrarsi con quella di Hawkman. Lo scontro fra i due, pur non essendo molto originale, si rivela una delle sotto-trame meglio riuscite e che consente di delineare maggiormente la figura di Hawkman. È sembrato mancare invece un minimo di approfondimento su Atom Smasher, ridotto a spalla comica, e Cyclone (è presente un accenno alla sua backstory, che sarebbe interessante da esplorare meglio).

Hawkman vs Black Adam

Black Adam pone le fondamenta per il futuro del DCU

Se c’è una cosa in cui Black Adam eccelle davvero, si tratta del legame con il DC Universe. Nel corso degli anni abbiamo visto spesso DC e Warner Bros. affrettare i tempi. Ne sono una testimonianza eclatante la presenza di personaggi come Flash e Aquaman in Justice League, ancor prima di essere introdotti in altri progetti.

Fortunatamente quei giorni sembrano ormai lontani. Black Adam prosegue sulla linea già intrapresa con The Suicide Squad: abbiamo un film che si regge in piedi da solo ed incentrato sul protagonista. Nonostante questo, i collegamenti col DCU sono presenti e nella giusta quantità.

Potenzialmente la strada intrapresa appare come quella corretta, ovvero prendersi tutto il tempo necessario per introdurre nuovi personaggi con film in cui umorismo e azione sono ben bilanciati, approfondirli e farli conoscere singolarmente, il tutto disseminando indizi che, si spera, conducano alla luce in fondo al tunnel (a tal proposito da sottolineare i nuovi film DC annunciati).

Si ha finalmente la sensazione di trovarsi all’interno di un universo cinematografico di cui Black Adam è solo un piccolo tassello. Allo stesso tempo questi collegamenti sono semplicemente una componente extra, aggiungono qualcosa al film senza togliere alcunché al racconto della vicenda del protagonista. Terminata la visione, nasce davvero la curiosità di scoprire cosa questi personaggi abbiano ancora da raccontare.

Forse Black Adam non ha cambiato il DCU, ma potrebbe aver gettato le basi per costruirne il futuro, per dare inizio ad una nuova era.

6.5

Black Adam si salva grazie a sequenze d'azione spettacolari ed alle interpretazioni magistrali del cast. Dwayne Johnson è perfetto come Black Adam, coadiuvato dai membri della Justice Society. Nonostante alcuni spunti interessanti, la sceneggiatura ed il villain sono i veri punti deboli. Ben bilanciato invece l'umorismo. Il film riesce comunque ad intrattenere senza troppe pretese, resta coerente con sé stesso e pone le basi per il futuro del DCU.

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